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 2022  settembre 03 Sabato calendario

Ferragamo e altri divorzi milionari

È stato tradito più volte dall’ex moglie, ma, nonostante i giudici lo abbiano riconosciuto, l’imprenditore Ferruccio Ferragamo sarà costretto a pagarle lo stesso assegno di mantenimento, pari a 60mila euro al mese. Anzi, la beffa è che il figlio dello stilista Salvatore Ferragamo e presidente dell’omonima casa di moda (con un patrimonio stimato in circa 4 miliardi di euro) dovrà aggiornare l’assegno al rialzo perché l’ex moglie, Ilaria Giusti, dopo la separazione si era trasferita a Londra con l’unico figlio (ormai maggiorenne) e la Corte di Cassazione ha stabilito che il mantenimento debba essere adeguato al costo della vita nel Regno Unito. Insomma, l’ennesimo capitolo di quello che nel 2019 è stato considerato in Inghilterra il divorzio dell’anno. Lei voleva che la causa venisse decisa in un tribunale britannico, mentre lui ha preteso e ottenuto che il giudice competente fosse quello di Firenze. L’imprenditore 76enne e Ilaria Giusti, più giovane di lui di 20 anni, si erano infatti sposati in Italia nel marzo 2004 e, durante il loro matrimonio, hanno vissuto prevalentemente nel nostro Paese.
PLURIMI TRADIMENTI
La decisione che è interessante anche sotto il profilo giuridico. La prima sezione civile della Suprema Corte, nell’ordinanza depositata ieri, ha aperto la strada alla possibilità che l’addebito del divorzio (ossia la colpa della rottura del matrimonio) gravi sulla consorte, spiegando che all’iniziale tolleranza dell’imprenditore verso l’infedeltà della moglie si sono sommate ulteriori storie dell’ex prodotte in giudizio. Ferruccio Ferragamo, infatti, «aveva chiesto di essere ammesso a provare che la predetta relazione era stata seguita da altre, in tal modo lasciando chiaramente intendere che la tolleranza da lui inizialmente manifestata era venuta meno, a causa della reiterata violazione del dovere di fedeltà che aveva determinato il fallimento dell’unione». Sarà la Corte di appello di Firenze (in sede di rinvio), però, a dire l’ultima parola in merito. L’addebito comporta delle conseguenze patrimoniali: il coniuge può perdere i diritti successori. Nel caso di Ilaria Giusti, però, l’assegno di mantenimento non è stato cambiato. Almeno per ora. Da un «approfondito esame della complessiva situazione patrimoniale e reddituale delle parti – spiega la Cassazione – il giudice di secondo grado è pervenuto all’accertamento dell’esistenza di una notevole sperequazione economica tra i coniugi, tale da imporre il riconoscimento in favore della donna di un contributo idoneo a consentirle la conservazione dell’elevato tenore di vita goduto nel corso della convivenza».
IL CASO GRILLI
Anche se resta come punto fermo il fatto che l’assegno (per quanto molto elevato) non è, e non deve essere, commisurato alle «rilevantissime disponibilità patrimoniali e reddituali del ricorrente» o alle «capacità di spesa del nucleo familiare», in quanto «oltre un certo limite, ciò si tradurrebbe nell’attribuzione di un contributo economico superiore a quello necessario per la soddisfazione delle sue esigenze, in contrasto con la funzione propria dell’assegno di mantenimento». Esattamente ciò che hanno stabilito, in precedenza, i giudici nel divorzio tra Vittorio Grilli, l’ex ministro dell’Economia, e l’ex moglie Lisa Lowenstein.
BERLUSCONI E LARIO
Un altro divorzio milionario è quello che ha riguardato Silvio Berlusconi e Veronica Lario. A maggio del 2019 la Cassazione aveva deciso che il maxi assegno mensile da 1,4 milioni di euro, elargito dal Cavaliere all’ex moglie, era troppo alto; in quanto lei non avrebbe contribuito in alcuna misura alla fortuna dell’ex premier. Ora sarà interessante vedere come evolverà la separazione tra un’altra coppia vip: Francesco Totti e Ilary Blasi. Proprio in questi giorni, infatti, stanno decidendo se c’è margine per un accordo stragiudiziale o se uno dei due farà ricorso davanti al giudice, magari chiedendo l’addebito della fine del matrimonio all’altro per qualche infedeltà coniugale, come successo ai coniugi Ferragamo.