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 2022  settembre 03 Sabato calendario

Le intercettazioni costano allo Stato 200 milioni di euro. La ricetta di Nordio per la Giustizia che vuole limitarle

ROMA Rendere l’Italia un Paese più garantista e, in un colpo solo, recuperare 200 milioni di euro da investire per accelerare i processi. Come? «Risparmiando sulle intercettazioni telefoniche». È la proposta avanzata ieri a margine di un evento elettorale a Mestre (Venezia) da Carlo Nordio. Per l’ex magistrato candidato nelle liste di Fratelli d’Italia – che in molti dei toto-nomi per il nuovo esecutivo ricopre la casella di Guardasigilli – le intercettazioni telefoniche ambientali sono sostanzialmente uno dei tanti sprechi che caratterizzano la giustizia italiana. In altri termini consumano fondi «con i quali si potrebbero assumere segretari e cancellieri per accelerare il corso dei processi».
In pratica «attraverso anche un risparmio di questa spesa – ha sottolineato riferendosi proprio alle ambientali – possiamo non solo recuperare ma anche guadagnare», ponendo un argine alla giustizia lumaca che già oggi «ci costa 30 miliardi, due punti percentuali di Pil all’anno».
GLI SPRECHI
Del resto che ci sia un qualche spreco nella gestione di quello che è il primo strumento di indagine in Italia, lo dimostra il fatto che dal 2010 ad oggi si è passati agevolmente da una spesa di 300 milioni di euro l’anno ai 200 citati appunto da Nordio. Un costo in ogni caso ancora enorme, maturato a causa dell’uso disinvolto di uno strumento che può avere anche prezzi notevoli. Stando ai listini presenti nel testo della riforma presentata nel 2021, le intercettazioni telefoniche classiche, vanno da un minimo di 90 centesimi a 2,42 euro al giorno per bersaglio. Tariffa che cresce notevolmente se invece l’intento della procura – come più spesso accade – è tenere sotto controllo attraverso un trojan lo smartphone di un indagato. In questo caso si va infatti dai 30 ai 120 euro. Infine, la spesa è di circa 35 euro al giorno per le intercettazioni ambientali audio.
Inevitabile quindi il lievitare della fattura presentata ogni anno al ministero della Giustizia. Tant’è che più volte, prima nel 2017 e poi appunto nel 2021, si è già provato a porre (senza successo) un freno.
Tornando alle parole di Nordio però, l’ex magistrato ne fa anche una battaglia garantista da cui non pensa di potersi sottrarre. «Dopo avere scritto per 25 anni sulle criticità della giustizia, nel momento in cui hai opportunità di agire in Parlamento, tirarsi indietro poteva sembrare atto di viltà o pigrizia» afferma. «Porterò in Parlamento la situazione dei tribunali del Veneto – ha aggiunto arringando la folla in Veneto – che è estremamente critica per mancanza di magistrati e personale ausiliario». «Le mie idee sono chiare – ha chiuso – processo più garantista, giustizia più rapida e soprattutto la certezza della pena e della presunzione d’innocenza».
LE REAZIONI
Immediate le reazioni soprattutto da parte del Movimento 5Stelle che parla di «ennesimo assalto alla giustizia». «Queste sono le persone che, in maniera quasi ossessiva attaccavano le mie riforme cominciando proprio dalla Spazzacorrotti» ha commentato l’ex guardasigilli Alfonso Bonafede. «Così la destra fa l’occhiolino a mafie e delinquenti alla ricerca del loro sostegno» gli ha fatto eco Mario Perantoni, presidente della commissione giustizia della Camera, candidato del Movimento Cinque Stelle nel collegio di Sassari.