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 2022  settembre 03 Sabato calendario

Bambi deve morire

Non c’è altra scelta. A nulla sono servite proposte e proteste alternative: i daini che popolano la pineta di Classe nel Ravennate e il Po di Volano nel Ferrarese saranno destinati ad allevamenti da macello. Così il Parco del Delta del Po ha risposto alle critiche arrivate nei giorni scorsi da gruppi ambientalisti e non solo, con tanto di interrogazione regionale.
Il piano di controllo dei daini in queste aree, un caso aperto ormai da anni. L’intervento previsto – specifica l’Ente Parco – attua le linee guida nazionali emanate dall’Ispra nel 2013 e riprese dai piani regionali. Il punto, per il quale non si riesce a mettere in campo soluzioni non cruente, è che il 90% della popolazione considerata «abusiva» di daini in Emilia-Romagna è nei confini del Parco e la possibilità di spostare gli animali in altre zone del territorio, non risolverebbe il problema. Si parla di centinaia e centinaia di esemplari che stanno compromettendo l’equilibrio dell’habitat. Anche la presenza del lupo, naturale predatore, è troppo esigua rispetto alla quantità di daini e non ne permette in questa fase il riequilibrio. Dunque si è dovuto ricorrere alla possibilità, pur contemplata dai piani, di trasferimenti verso allevamenti non a scopo amatoriale. «L’Ente Parco non aveva alcuna alternativa alla scelta di dare questa destinazione agli animali catturati».
Questi daini infatti sono considerati specie «aliena», non originaria del territorio e per questo una rovina per l’equilibrio ambientale. Negli ultimi anni sono proliferati in modo esponenziale, tanto non poter esser più controllati in nessun modo. «Ce ne sono almeno mille per mille ettari di bosco, quando la presenza tollerata sarebbe di un esemplare ogni dieci ettari. Sarebbero accettabili cento daini, non mille. Se non facciamo qualcosa tutto il bosco di qui a dieci anni sarà devastato», spiegano i responsabili del parco. I danni ambientali sono già evidenti, con specie vegetali che già sarebbero sparite e altre a rischio. Anche se poco gradita a molti, ecco quindi l’unica possibilità, per tornare a un equilibrio naturale ed evitare che l’ecosistema venga compromesso del tutto.