La Stampa, 3 settembre 2022
Intervista al 14enne che ha fatto la tesina su Draghi
«Tenacia, competenza, autorevolezza: ecco cosa ammiro di Mario Draghi. Infonde fiducia, trasmette speranza». Dal punto di vista economico? «Non solo, non riduciamolo a questo. Il suo messaggio ai giovani va oltre: con l’impegno si può arrivare dove si vuole, ottenere ciò che si desidera».
Chi ha detto che gli adolescenti guardano solo ai trapper? Alessio lo dice chiaramente: «Il mio punto di riferimento è Mario Draghi». Torinese, quattordici anni compiuti da poco, ha una spiccata facilità nello studio, tanta curiosità e la faccia tosta dell’adolescenza. Così non soltanto la sua tesina di terza media l’ha scritta su Mario Draghi, ma ha anche inviato un’email al premier. Nessuna corsia preferenziale, ha cercato su internet l’indirizzo istituzionale e ha premuto il tasto «Invio». Nulla da perdere, ha incrociato le dita. Mario Draghi ha risposto. Per dirla con l’ironia del premier, anche i banchieri centrali dimostrano affetto.
Ci speravi?
«Sinceramente? Sì. Anche se non credevo che sarebbe arrivata davvero. Il mio insegnante di matematica mi ha raccontato di uno studente universitario che aveva inviato a Draghi la tesi di laurea, così ho provato anche io. Anche se non pensavo che avrebbe preso in considerazione il lavoro di un ragazzo delle medie».
Stupito?
«Sorpreso. La lettera è arrivata mercoledì mattina. Io ero in spiaggia, non ho potuto aprirla subito. Eppure continuavo a pensarci. Mi ripetevo: “Mario Draghi mi ha risposto”. Una soddisfazione difficile da descrivere».
E questa lettera ora dove la tieni?
«L’ho incorniciata».
I tuoi coetanei scrivono a Chiara Ferragni, tu a Mario Draghi: vai controtendenza.
«È proprio così. Ognuno scegliere i propri modelli a seconda di ciò che vuole fare nella vita. Chi vuole diventare un calciatore si ispira a Ronaldo, o a Messi, per citarne alcuni».
E tu? Cosa vuoi fare da grande?
«Ancora non so. Non so proprio».
Non hai un sogno?
«Quello sì. Diventare come Draghi»
Premier?
«Perché no, un domani mi piacerebbe impegnarmi in politica. Il futuro è dei giovani e noi per primi dobbiamo fare la nostra parte. Ma ogni cosa ha i suoi tempi, bisogna acquisire consapevolezza. Su certi temi non ci si improvvisa».
La competenza, quindi, non è passata di moda. Altro insegnamento di Mario Draghi?
«È grazie alle sue competenze e alla forte credibilità internazionale che ha potuto condurre il Paese in un periodo così complesso».
Perché hai scelto proprio lui come protagonista della tua tesina?
«Mi interessano l’economia e la finanza e lo ritengo tra i maggiori esponenti del settore. Con la scuola siamo andati al Salone del Libro, ho comprato e letto un volume su di lui. Mi ha affascinato la sua storia».
Cosa in particolare?
«Nonostante sia rimasto orfano a quindici anni, è andato avanti e con l’impegno e la perseveranza è arrivato ai vertici. Mi dà l’idea che insistendo e applicandoci davvero tutti possiamo arrivare dove vogliamo. C’è poi un altro aspetto».
Quale?
«Quando era in America la sua giornata lavorativa arrivava sino a 18 ore. Impegno e tenacia, appunto».
E tu? Com’è la tua giornata di studio, il lavoro principale di ogni allievo?
«Studiare mi piace. Mi sveglio presto e vado a dormire tardi, perché sono i momenti in cui c’è meno caos e riesco a concentrarmi meglio».
Quanta concentrazione è servita per la tesina?
«Tanta. Il lavoro è durato due mesi, ma ne è valsa la pena».
Hai inserito anche la poesia “A Zacinto”. Altri interessi a parte la finanza?
«Sul cellulare ho il widget della Borsa. Però sì, la letteratura mi affascina. Foscolo ho imparato ad apprezzarlo quest’ultimo anno, grazie alla passione che mi ha trasmesso la mia professoressa di italiano. Nelle vacanze poi ho letto tre libri».
Insomma, non è vero che per interessare gli adolescenti di oggi bisogna per forza sbarcare su TikTok.
«Pensi che io TikTok non ce l’ho nemmeno. E non mi piace il calcio. Ho altri interessi, ma non sono l’unico».
Unica, però, la tua tesina su Mario Draghi. I tuoi compagni di scuola cosa ti hanno detto?
«Erano incuriositi. E contenti perché mi hanno visto lavorare su qualcosa che mi stimolava».
E i professori?
«All’inizio erano un po’ sorpresi, poi mi hanno dato fiducia».
Voto finale?
«Nove. Mi sarebbe piaciuto avere dieci, è ovvio, ma la risposta di Mario Draghi vale 10 e lode».
Vorresti incontrarlo?
«Se passasse da Torino sì, mi piacerebbe molto». —