la Repubblica, 2 settembre 2022
La Serie A è senza soldi. “Pagherò” per 170 milioni
Il mercato ha chiuso soltanto ieri, ma c’è chi ha già speso anche per l’anno prossimo. E neanche poco. I trasferimenti estivi hanno regalato un’ultima sorpresa, il passaggio di Zakaria in prestito dalla Juve al Chelsea. Ma la Serie A del futuro sconterà ancora il prezzo di questa estate: i “pagherò” sono una consuetudine da anni, ma mai come quest’anno pesano sull’economia della prossima stagione.
“Pagherò” per 170 milioni
Funziona così: si trova un accordo per acquistare un giocatore, ma si fa in modo di mettere la somma a bilancio, integralmente o quasi, soltanto nella stagione successiva. Formalmente si conclude un acquisto in prestito con impegno al riscatto a una cifra prestabilita l’estate dopo. In pratica, si posticipa il pagamento di dodici mesi: un acconto sul futuro. Se tutto andrà bene, prima ancora che inizi il prossimo mercato avranno già speso 170 milioni di euro.
L’obbligo condizionato
La nuova tendenza dell’estate si chiama “obbligo di riscatto condizionato”. In pratica, si prende un giocatore in prestito e ci si impegna a riscattarlo soltanto al verificarsi di un risultato. Un esempio è quello del cholito Simeone: il Napoli lo prenderà dal Verona per 12 milioni solo se si qualificherà per la Champions. Poi certo, potrebbe riscattarlo anche senza arrivare tra le prime 4. Ma non sarà obbligato a farlo. Il caso più eclatante è quello del Monza, che ha ingaggiato con questa formula cinque calciatori: Pessina, Petagna, Caprari, Pablo Mari e Cragno. Tutti con lo stesso impegno: in caso di salvezza, verserà il dovuto. Che, in tutto, ammonta a 42,6 milioni. Più di quanto incasserà il club dalle tv se dovesse riuscire a restare in Serie A. Ma non crediate che la squadra di Galliani e Berlusconi sia l’unicaad aver scelto questa strada: la Juventus pagherà 22,6 milioni più bonus al Psg per Paredes, se riuscirà ad arrivare quarta. La Salernitana uno solo alla Samp per Candreva, se resterà in Serie A. La moda porta a dei numeri impressionante: 95,7 milioni più 7 di bonus, la cifra dei riscatti condizionati al risultato.
Ci sono poi due situazioni più particolari. Per Cancellieri alla Lazio e Radonjic al Torino il riscatto è vincolato ai risultati solo formalmente: le condizioni sono talmente semplici da raggiungere che la loro permanenza è praticamente scontata. Un esempio è quello di Zaccagni, come Cancellieri dal Verona alla Lazio un anno fa: per lui, il riscatto scattò al primo punto fatto dalla squadra dopo il 1° febbraio 2022, ossia successivo alla chiusura del mercato invernale.
I 68 milioni di obblighiLa nuova moda non ha cancellato la formula tradizionale: l’obbligo di riscatto senza se e senza ma. A tutti gli effetti, un acquisto differito. Il più oneroso? Raspadori al Napoli: comunque vada, a fine stagione De Laurentiis verserà al Sassuolo 25 milioni, più altri 5 nei prossimi anni legati alle qualificazioni alla Champions e alle presenze dell’attaccante. Non a caso il Sassuolo ha usato la stessa formula per avere Pinamonti: obbligo di riscatto dall’Inter per 20 milioni. Ma è una catena, ogni euro già speso è collegato a un altro. E infatti la metà di quei soldi non entreranno nemmeno nelle casse dell’Inter, che ha usato la stessa formula per assicurarsi Asllani: nell’estate 2023, darà 10 milioni all’Empoli. Che, chiudendo il cerchio, ne verserà 2,5 al Napoli per il riscatto obbligatorio di Luperto. In tutto, considerato anche Posch del Bologna, già spesi così 68 milioni in Serie A.
20 prestiti in un giorno
Resta, poi, la formula più antica il prestito con diritto di riscatto. Soltanto ieri, giorno di chiusura del mercato, la Serie A ne ha registrati 20. Il più nobile, e sofferto, quello di Acerbi all’Inter dalla Lazio (che ha prenotato per gennaio Parisi dell’Empoli). L’ultimo, Izzo dal Torino al Monza alle 19.57, tre minutiprima del gong. Ma chi prende un giocatore col semplice diritto di riscatto, nella migliore delle ipotesi non rischia: si tiene la possibilità di spendere solo nel caso renda. Più spesso, ha già deciso di non riscattarlo: prende l’esubero di qualcuno per un anno, risolve un problema per sé. Ma per chi lo cede, il problema è solo rimandato. Anche questo, un acconto sul futuro.