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 2022  settembre 02 Venerdì calendario

Periscopio

[È morto Gorbaciov. Alè!] Era dal 1991 che aspettavo di brindare. Marco Rizzo, leader del Partito comunista italiano.
A Mosca [prima che Gorbaciov guastasse la festa] mi ritrovai a un party con Liz Taylor che indossava il mio stesso abito. Era di Christian Dior. Gina Lollobrigida, candidata nella lista di Marco Rizzo.
Bisogna ricordare che Gorbaciov fu un convinto sostenitore delle idee di Marx e Lenin: le sue riforme intendevano rilanciare il comunismo con un volto più «umano». Quando diventò chiaro che il desiderio del popolo d’una maggiore libertà avrebbe potuto rovesciare il regime, fece del suo meglio per frenare le forze che aveva scatenato. [Per capirci:] inviò truppe in Georgia, Lituania e altrove che uccisero decine di manifestanti. Nathan Sharanski, Washington Post.

[Non di meno] il suo funerale potrebbe diventare l’ultima manifestazione di quel che resta di una Russia libera, mentre ci si chiede chi sarà – se mai arriverà – il nuovo Gorbaciov che deciderà di lanciare una rivoluzione al Cremlino. Anna Zafesova, La Stampa.
Le autorità ucraine promettono che faciliteranno il passaggio del convoglio [diretto alla centrale atomica di Zaporizhzhia] attraverso i loro posti di blocco. L’atteggiamento del Cremlino è molto più ostile. Le autorità d’occupazione insistono che i delegati Onu abbiano a disposizione soltanto «un giorno per ispezionare l’impianto». Lorenzo Cremonesi, CorSera.
Come già accaduto al festival di Cannes, la guerra si prende la scena anche al Festival di Venezia. A metà della cerimonia in Sala Grande, condotta dall’attrice spagnola Rocio Munoz Morales, Zelensky irrompe con un messaggio video in cui presenta il triste elenco dei 358 bambini uccisi nel conflitto al 29 agosto 2022. repubblica.it

Per contrattaccare l’esercito ucraino sta devastando strade, ponti e palazzi. Alessandro Orsini (aritanga) a Cartabianca.
Biden e i suoi collaboratori sono determinati a raggiungere un nuovo accordo sul nucleare con l’Iran e, a quanto pare, non si faranno scoraggiare da qualcosa di così meschino come i tentati omicidi sul suolo americano. Al pari di Obama prima di lui, Biden crede che essere gentili e fare concessioni serva a placare gli ayatollah di Teheran. Un approccio che ha funzionato brillantemente con Hitler, con Breznev e con Arafat. Quindi perché non riprovarci? Daniel Pipes, The Rushdie Affair Revisited.
Pioniere [del moderno populismo] è stato l’ex primo ministro italiano Silvio Berlusconi, diventato un ricco oligarca grazie alla proprietà di un grande impero mediatico che si estendeva dalla stampa periodica all’editoria e alla televisione. Questo gli diede una celebrità che all’inizio degli anni novanta sfruttò per ottenere la guida del paese proprio nel momento in cui crollava l’ordine politico del secondo dopoguerra. Una volta al potere, Berlusconi poté utilizzare la sua influenza politica per proteggere i propri interessi economici e sfuggire alle responsabilità penali. Da allora il suo successo nel coniugare media e potere politico è stato ampiamente imitato. Vladimir Putin ha individuato rapidamente l’importanza di attrarre i media privati nella propria orbita o in quella dei suoi amici. In questo modo è diventato una delle persone più ricche del suo paese, se non del mondo intero. Francis Fukuyama, Il liberalismo e i suoi oppositori.

Uno dei cavalli di battaglia della sinistra è che Berlusconi, con la sua smisurata simpatia per Putin, aveva spalancato le porte dell’Italia al gas russo. (…) I dati non confermano questa tesi. Anzi. Storicamente, la percentuale d’importazione del gas russo era tra il 30 e il 35%. Con l’ultimo governo Berlusconi (2011) tale percentuale era stata ridotta al 19,9%. Tre anni dopo, con il governo Letta (sì, l’attuale segretario del Pd) tale percentuale era salita al 45,3%, più del doppio di quella col Cav. E con il governo Conte (nel 2019) essa ha raggiunto il livello record del 47,1%. Diritto & Rovescio, ItaliaOggi.
Tanti elettori del Pd mi voteranno, compreso un ex segretario come Bersani. Giuseppe Conte.
Nelle chat dei candidati dem circolano due foto. Una è quella di Giuseppe Conte e Matteo Salvini sorridenti testimonial dei Decreti sicurezza, quando furono varati dal governo giallo-verde. L’altra è uno slogan dell’aprile 2019: «Conte: la flat tax è nel programma di governo, da fare nella prossima manovra». Se il capo dei 5stelle vuole fare il progressista più progressista di tutti, si ricordi da dove viene [dicono i dem]. Giovanna Casadio, la Repubblica.

[Sono] pronta per Palazzo Chigi. Giorgia Meloni, Open.
A Palazzo Chigi ci vado io. Matteo Salvini, TikTok.
Silvio, andiamo alle elezioni, le vinciamo e tu sarai di nuovo presidente del Consiglio! Tornerai l’eroe di Pratica di mare facendo fare la pace a Biden e Putin. Voci dal cerchio magico berlusconiano, Dagospia.
Dio, Patria e famiglia non è uno slogan, ma il più bel manifesto d’amore. Giorgia Meloni.
Dio, patria e famiglia. Dio come unica verità, Patria come confine da difendere, Famiglia come monopolio dell’affetto. Dio, Patria e famiglia, così declinati, non sono valori, sono un crimine. Roberto Saviano, un tweet autentico.
Dio, patria e famiglia, che vita di merda. Monica Cirinnà, cartello esibito durante una manifestazione.
L’istante è il nuovo metro con cui si misura l’attenzione degli altri, persino il bacio è diventato un emoticon rosa tra due notifiche dello smartphone. Di questo passo la prossima campagna elettorale si giocherà sulle faccine. Meloni in modalità corrucciata, Letta con la lacrima appesa alla guancia, Salvini linguacciuto e sghignazzante. Massimo Gramellini, CorSera.
«Sto scivolando sotto la soglia della povertà». «Mi risultava abolita». Rolli, Il Secolo XIX.
Ho poche certezze. E nessuna incrollabile. Roberto Gervaso.