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 2022  settembre 02 Venerdì calendario

Si tolgono lo stipendio per pagare bollette e dipendenti. Succudde al forna Fabbri di Ravenna

  

I dipendenti vengono prima di tutto. Anche dei loro stipendi. Denaro che farebbe comodo in un momento in cui i costi dell’energia, per le aziende, sono diventati ormai insostenibili. Il problema è proprio questo: il caro bollette. E loro, tre famiglie con figli piccoli che gestiscono un’attività allo stremo a causa dei prezzi di luce e gas, lo sanno bene. I lavoratori, però, hanno la priorità. E per poterli pagare hanno rinunciato alla loro retribuzione.
Michela Fabbri è la portavoce di Fabbri delizie da forno di Alfonsine, un comune di circa 15 mila abitanti in provincia di Ravenna titolare di due laboratori, uno di panetteria e pasticceria e l’altro di gastronomia, e di tre punti vendita fuori dai quali, per protesta, sono esposte le ultime bollette. L’azienda è attiva dal 1971. Quanto basta per definirla storica. Fabbri è sopravvissuta al lockdown del 2020. Ma ora, al pari della maggior parte degli esercizi, è stata sopraffatta dall’aumento incontrollato dell’energia.

La famiglia Fabbri ha visto le sue bollette triplicare. Quella più salata, risalente del 23 agosto, è schizzata dai 2.563 euro del 2021 agli 8.369 euro del 2022 per la stessa quantità di energia elettrica erogata. «Diecimila euro di gas e luce in più al mese rispetto al 2021: in tre famiglie con figli minori rinunciamo allo stipendio per pagare i dipendenti», ha annunciato la portavoce del gruppo.
L’attività conta una ventina di persone tra soci dipendenti, lavoratori a chiamata, a part-time e a tempo pieno, ma nel gruppo è coinvolta l’intera famiglia Fabbri. «Non stiamo prendendo lo stipendio, ma come noi anche mia sorella, i miei genitori, nessuno di noi», ha detto Michela Fabbri all’Agi. «Si fa fatica, però: sono tre stipendi che potevamo pagare». «Non credo sia una questione di guerra», ha aggiunto «Questa è speculazione. Hai bisogno di luce? La paghi e salata. Hai bisogno di gas? La stessa cosa. Poi toccherà a noi, tra poco inizieranno con le famiglie. Anche noi siamo una famiglia, abbiamo diritto di far vivere chi sta con noi: anche se lavoriamo tanto mi sembra di non fare nulla. Perché uno se lavora dovrebbe portare a casa un minimo, no? E qualcuno intanto si arricchisce, ma di certo non è il fornaio, né le piccole botteghe».
«L’unico modo per far sopravvivere le nostre piccole attività è consorziarsi e di lavorare insieme, anche perché manodopera se ne trova pochissima, la gente va e viene, oltre ad avere il professionista serve avere anche chi ha passione per il nostro lavoro. E questo manca. La maggioranza lavora solo per lo stipendio». Quello che la famiglia Fabbri si è tolto per salvaguardare i dipendenti.