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 2022  settembre 01 Giovedì calendario

COME FUNZIONA, O MEGLIO, COME NON FUNZIONA LA TASSA SUGLI EXTRA PROFITTI – LA MISURA-FLOP DOVREBBE COLPIRE GLI UTILI AGGIUNTIVI REALIZZATI DALLE SOCIETÀ ENERGETICHE NEGLI ULTIMI MESI IN CUI I PREZZI DI GAS E PETROLIO SONO SCHIZZATI VERSO L'ALTO – MA NON SI SA BENE PERCHE' RISPARMIA GLI OPERATORI ENERGETICI E GLI INTERMEDIARI FINANZIARI CHE SPECULANO SUL CARO-ENERGIA – MOLTE AZIENDE HANNO FATTO RICORSO AL TAR PERCHE' LA NORMA IN REALTA' NON COLPISCE AFFATTO GLI UTILI, MA LE DICHIARAZIONI IVA... -

1 Che cosa è la tassa sugli extra-profitti delle società energetiche e come si applica? È una tassa decisa dal legislatore per ottenere dei proventi fiscali colpendo gli utili aggiuntivi realizzati dalle società energetiche negli ultimi mesi in cui i prezzi di gas e petrolio sono schizzati verso l'alto.

D'altronde le ultime relazioni trimestrali certificano ottimi risultati di gestione da parte di Eni, Enel, Edison, solo per citare le più importanti per quota di mercato. È un balzello aggiuntivo perché le aziende continuano a pagare altre imposte come Ires ed Irap, con un'aliquota al 25% (ma in una prima fase era stato fissata al 10%) sui presunti profitti eccedenti.

2 Qual è il periodo di imposta preso in esame e quanto il governo immagina di ricavare come gettito fiscale? Il periodo di imposta considerato riguarda l'ultimo trimestre del 2021 e i primi quattro mesi del 2022. Viene calcolata sulle liquidazioni Iva delle operazioni di acquisto e di vendita di energia sul mercato. Il governo si attende un gettito di circa 10 miliardi, ma al momento ha incassato poco più di un miliardo.

3 Perché l'imposta si applica in questo modo? Perché il legislatore ha ritenuto utile, probabilmente per questioni di tempistiche vista la necessità di avere un gettito aggiuntivo immediato per finanziare gli interventi di calmieramento delle bollette per imprese e famiglie, di non aspettare i bilanci annuali dele società che comunicheranno i loro redditi d'impresa per l'anno in corso solo nel 2023.

4 È un'imposta che tocca solo gli operatori energetici o anche gli intermediari finanziari che fanno trading sulle commodity in Borsa? Sì, interessa solo le società produttrici e distributrici di gas, petrolio e derivati ma non la miriade di operatori finanziari della filiera delle materie prime, come banche e compagnie assicurative. Il mercato vive di contratti di compravendita in cui la consegna del bene e il pagamento del prezzo pattuito avvengono a una data futura prefissata. Si tratta di scommesse in anticipo sul prezzo del gas, generalmente a tre mesi.

A pagare questa speculazione è l'utente finale, mentre ad arricchirsi sono anche fondi speculativi. Il governo aveva incaricato l'authority Arera di andare a vedere dentro ai contratti e quanto pesano i costi dei derivati stipulati con le banche a protezione del rischio che il prezzo salga o scenda troppo in fretta. L'Arera ha fatto fatica a districarsi anche tra i contratti originati dalle attività di trading delle stesse aziende energetiche.

5 Perché alcune aziende hanno fatto ricorso al Tar del Lazio e perché s' ipotizzano dei profili di incostituzionalità? Perché ritengono che la norma sia stata scritta male. Credono sia uno strumento che non colpisce affatto gli utili, ma le dichiarazioni Iva, dunque incide anche sulle operazioni di acquisto di impianti e macchinari che nulla hanno a che fare l'energia.

Molte hanno fatto ricorso al Tar del Lazio, sperando in un rinvio alla Corte Costituzionale: il tribunale amministrativo si esprimerà l'8 novembre. Il ricorso impugna il provvedimento numero 221978 dell'Agenzia delle Entrate del 17 giugno.

«Effettivamente questa imposta pone dubbi di costituzionalità, soprattutto per come vengono determinati gli extra-profitti. L'ideale sarebbe un'imposta temporanea che determini gli extra-profitti in base a risultanze contabili, anche in via semplificata e sterilizzando i componenti straordinari», spiega l'avvocato Andrea Silvestri, partner di BonelliErede

6 Sono previsti dei meccanismi sanzionatori se non vengono rispettate le scadenze delle rate? Sì, il governo ha fissato una sanzione del 15% per chi ha recuperato il pregresso della rata di fine giugno saldando quanto dovuto entro ieri, e del 60% a partire da oggi in poi.

7 Ci sono altri Paesi europei che hanno adottato questa imposta e perché l'Italia ha una sua specificità che impedisce confronti con gli altri? Solo la Gran Bretagna ha fissato un'imposta sugli extra-profitti come ha fatto l'Italia. La Francia l'ha appena escluso. Ma i confronti sono inadeguati. In Italia ci sono 11mila aziende chiamate a versarla, cioè tutte quelle che producono, estraggono, vendono, commerciano, distribuiscono elettricità, gas e petrolio. Molte di queste municipalizzate. In altri Paesi no. Su quelle petrolifere c'è anche il rischio di doppia imposizione fiscale perché nel conteggio delle liquidazioni Iva figurano anche le accise.