1 - TAIWAN, ABBATTUTO PRIMO 'DRONE CIVILE NON IDENTIFICATO', 1 settembre 2022
LA GUERRA SI AVVI-CINA! – LE FORZE ARMATE DI TAIWAN HANNO ABBATTUTO PER LA PRIMA VOLTA UN “DRONE CIVILE NON IDENTIFICATO” CHE SORVOLAVA L'ARCIPELAGO DI KINMEN, AMMINISTRATO DA TAIPEI MA DI FRONTE ALLE COSTE CINESI – DOPO LA VISITA DI NANCY PELOSI, C'ERANO STATI GIÀ OLTRE 20 INCURSIONI DI VELIVOLI A PILOTAGGIO REMOTO, SENZA LOGO MA QUASI SICURAMENTE TELE-COMANDATI DA PECHINO – DOPO LE ESERCITAZIONI E LE PROVOCAZIONI, ORA NEL PACIFICO VOLANO PROIETTILI VERI… -
(ANSA) - Le forze armate taiwanesi hanno abbattuto per la prima volta un "drone civile non identificato", parte delle operazioni per scoraggiare le incursioni sulla contea di Kinmen, il gruppo di isolette che si trova a pochi chilometri dalla Cina, dalle coste della provincia del Fujian. Lo ha riferito il ministero della Difesa di Taipei in una nota. L'esercito taiwanese ha abbattuto un "drone civile non identificato" entrato nello spazio aereo vicino all'isolotto di Shiyu, nella contea di Kinmen, a pochi chilometri dalla costa cinese, in linea con il nuovo protocollo di Taipei per frenare l'aumento di simili intrusioni. "Le truppe di stanza hanno seguito le procedure di messa in guardia senza alcun risultato.
Il drone è stato abbattuto dal fuoco difensivo", ha riferito il ministero della Difesa in una breve nota. L'episodio è avvenuto alle 12.30 locali (6.30 in Italia): le forze armate taiwanesi "continueranno a monitorare da vicino" la situazioni al fine di garantire la sicurezza, seguendo il nuovo programma di contenimento in 4 mosse basato su "avvertimento, segnalazione dell'incursione, espulsione del drone e abbattimento".
Pechino - che rivendica Taiwan come parte "inalienabile" del suo territorio da riunificare anche con la forza, se necessario - ha tenuto esercitazioni militari intorno all'isola dall'inizio di agosto in reazione alla visita a Taipei della presidente della Camera americana Nancy Pelosi.
Il governo di Taipei ha promesso di non provocare o intensificare le tensioni, ma di recente ha mostrato particolare irritazione per i ripetuti casi di droni cinesi finiti nella contea di Kinmen, composto da isole controllate da Taiwan di fronte alle città cinesi di Xiamen e Quanzhou.
L'esercito di Taipei ha sparato martedì per la prima volta colpi di avvertimento contro un drone, poco dopo che la presidente Tsai Ing-wen aveva ordinato ai militari di prendere "forti contromisure" contro quelle che aveva definito come "provocazioni cinesi".
2 - TAIWAN SPARA SUI DRONI DI PECHINO Lorenzo Lamperti per “il manifesto”
Dopo l'anteprima di martedì, il copione si ripete. Ma triplicato. Ieri l'esercito taiwanese ha sparato colpi in aria per disperdere tre droni. Ancora una volta i tre velivoli non armati si stavano muovendo sul piccolo arcipelago di Kinmen, amministrato da Taipei ma di fronte al Fujian cinese.
I tre droni civili sono stati segnalati in prossimità dei due isolotti di Dadan e Caoyu e di Lieyu, la più piccola delle due isole abitate di Kinmen e una sorta di "avamposto dell'avamposto" ai tempi delle crisi sullo Stretto d'epoca maoista. Dopo che i soldati taiwanesi hanno esploso i colpi di avvertimento i tre droni si sono allontanati in direzione di Xiamen.
«Non hanno logo, non è possibile identificare né i droni né le loro intenzioni. Quello che si sa è che non portano armi», dice al manifesto un funzionario di Taipei sotto richiesta di anonimato. Prima di martedì c'erano già state 23 incursioni a Kinmen in meno di un mese, dopo la visita di Nancy Pelosi.
«All'inizio l'esercito ha mantenuto un atteggiamento molto prudente, considerando anche che i droni non sono armati, per evitare qualsiasi rischio di incidente. Ma il pattern è diventato troppo regolare per non adottare contromisure più serie», spiega il funzionario, che aggiunge: «Se Pechino ufficializzasse che si tratta di sue operazioni si sarebbe ancora più attenti nell'evitare escalation».
Un'ambiguità sulla quale l'altra sponda dello Stretto sembra voglia giocare, in accordo con la strategia d'estensione dell'area grigia. Obiettivo: degradare i sistemi di difesa e disturbarne il contingente militare, esercitando pressione psicologica sull'opinione pubblica. E, ovviamente, presentare un rebus sui protocolli di risposta.
Un conto sarebbe abbattere un drone civile e un altro abbatterne uno militare. Anche se in entrambi i casi si rischierebbe di infiammare la parte più nazionalista dell'opinione pubblica della Repubblica Popolare. Tanto che c'è chi teme l'azione di un "cane sciolto" civile volta a stimolare un incidente.
UNO NUOVO STUDIO di Erik Lin-Greenberg del Massachussets Institute of Technology evidenzia però che l'uso di droni invece di altri mezzi aerei potrebbe anche frenare possibili escalation. Proprio ieri, nessuna nave o aereo militare cinese ha oltrepassato la "linea mediana", dopo che i passaggi oltre il "confine" non ufficiale sullo Stretto erano quotidiani. Il volume resta però alto: «Se aerei e navi si avvicineranno oltre le 12 miglia nautiche dalla costa, eserciteremo il diritto all'autodifesa e al contrattacco», ha detto Lin Wen-Huang, vice capo dello Stato maggiore di Taiwan.
Per ora i mezzi cinesi non sono andati oltre le 24 miglia nautiche e la dichiarazione va contestualizzata: arriva nel primo briefing post Pelosi con la stampa internazionale. Sette navi cinesi addette al trasporto di truppe si stanno intanto spostando dal mar Giallo verso sud. «C'è l'alta possibilità di nuovi test al largo del Fujian o del Guangdong» dice Kuo Yu-jen dell'Institute for National Policy Research. «Più difficile che nell'immediato Taiwan venga di nuovo accerchiata. Non penso sia la priorità per Pechino in questo momento».
GIÀ, PERCHÉ mancano solo 45 giorni al XX Congresso in cui Xi dovrebbe ricevere il terzo mandato e potrebbe anche mantenere tutte le cariche. Secondo le ultime indiscrezioni giunte a Taipei, potrebbe aprirsi uno spiraglio per la permanenza nel Politburo di Li Keqiang, che da premier potrebbe passare alla presidenza del comitato permanente dell'Assemblea nazionale del Popolo al posto di Li Zhanshu. Wang Yang e Hu Chunhua papabili premier, col primo che sarebbe al momento favorito.