il Giornale, 1 settembre 2022
Intervista a Licia Ronzulli
Dalle liste alla campagna elettorale con un occhio agli assetti futuri. Sono tanti i dossier che passano sulla scrivania di Licia Ronzulli, una dei consiglieri più ascoltati dal presidente Silvio Berlusconi.
Senatrice Ronzulli, tutti i sondaggi danno il centrodestra in vantaggio da 16 a 18 punti. Che cosa potrebbe alterare un risultato già scritto?
«Il centrodestra è la prima scelta degli elettori perché siamo credibili, affidabili e otteniamo risultati importanti ovunque abbiamo responsabilità di governo. Ne sono un esempio le tante regioni e città guidate dal centrodestra. Questo è un fatto che i cittadini toccano con mano quotidianamente e che non può cambiare, nonostante una campagna elettorale fatta di scontri come questa. Siamo forti delle nostre idee, confluite in un programma in grado di guardare al futuro, e sono certa che gli elettori ci premieranno anche questa volta».
Il segretario Pd Enrico Letta ha volutamente ignorato Berlusconi e Salvini per ridurre le elezioni a un confronto bipolare con la Meloni. Com’è possibile per Forza Italia ottenere un ruolo centrale?
«Non è di certo Enrico Letta che certifica con le sue scelte il ruolo centrale di Forza Italia nel panorama politico nazionale. È la storia che ci consegna questa identità, sono i cittadini che riconoscono Forza Italia come l’unico partito moderato, liberale e garantista nella coalizione di centrodestra e nel Parlamento italiano: unico interprete credibile e solido dei valori comunitari e occidentali. La sinistra, che è in forte difficoltà in questa campagna elettorale, sta cercando di polarizzare il dibattito per offuscare la pluralità e la completezza dell’offerta politica e del bagaglio valoriale della coalizione di centrodestra, che senza Forza Italia non esisterebbe e non potrebbe ambire a governare il Paese».
Vittoria del centrodestra. Incarico scontato a Giorgia Meloni per formare il nuovo governo?
«Lo abbiamo ripetuto in più occasioni, lo abbiamo definito al tavolo con gli alleati: il partito che otterrà più voti alle prossime elezioni indicherà il premier. Di scontato non c’è nulla in politica, di certo abbiamo una campagna elettorale da combattere, milioni di cittadini da convincere e una sfida alle urne da vincere, fondamentale per il futuro del Paese. Il 25 settembre scopriremo chi ha preso più voti».
Ha colto quali siano le ambizioni politiche di Berlusconi? La presidenza del Senato sembra più che una suggestione.
«L’unico obiettivo del presidente Berlusconi è quello di fare il bene degli italiani, di salvare il Paese dalla deriva statalista della sinistra e dalla decrescita felice dei grillini. Il loro fallimento è stato evidente in questi anni ed è stato addirittura eclatante durante il governo Conte 2. Il presidente Berlusconi vuole evitare che l’Italia si schianti contro il muro dei no. È lo stesso motivo che lo ha indotto a proporre e sostenere il governo di unità nazionale guidato da Draghi durante la pandemia, bisognava salvare una nave che stava affondando e ci è riuscito».
A proposito di ambizioni personali, quale ruolo immagina per sé dopo il 25 settembre?
«Non ho mai fatto discorsi sulla mia persona, ma sempre e solo sul bene del mio partito e del Paese. Non ho ambizioni personali di carriera o ruoli: quello a cui tengo maggiormente è il risultato che otterrà Forza Italia e di conseguenza, la vittoria del centrodestra. Abbiamo un programma di governo preciso per cambiare e riscrivere il futuro del Paese, tante personalità capaci di interpretare al meglio ogni ruolo di responsabilità. È la squadra che conta, non il singolo».
In campagna elettorale come ha trovato l’Italia uscita dal Covid e subito sprofondata nella crisi energetica?
«Ho trovato un’Italia in ginocchio, ma con la voglia di rialzarsi. Ho trovato commercianti con le saracinesche abbassate, ragazzi in cerca di lavoro, famiglie che non riescono a riempire il carrello della spesa, code alle mense della Caritas, imprese che non riescono a pagare i costi di produzione. Il Paese reale ci sta chiamando a un atto di responsabilità, ci sta implorando interventi immediati e mirati per salvare l’economia e noi abbiamo le ricette per farlo. Ho trovato un Paese che ha paura. Spetta a noi ridare speranza e fiducia ai cittadini».
Ci sono emergenze sociali ed economiche che sono state sottovalutate dall’opinione pubblica?
«Forse non c’è stata subito piena contezza della reale portata della crisi energetica che è, ormai, una vera e propria emergenza nazionale. Ovviamente, non è una responsabilità attribuibile agli italiani, ma a maggior ragione questa circostanza impone interventi immediati e sostanziosi per evitare conseguenze che sarebbero drammatiche non solo nell’immediato, ma anche a lungo termine».
Cosa si sta facendo per rispondere al caro bollette?
«In tutta Europa si è provato a rispondere a questa crisi con misure che vanno dal taglio dell’Iva a bonus una tantum – che in Italia dovrebbero diventare strutturali almeno fino alla prossima primavera -, passando per sussidi a favore delle famiglie a basso reddito e incentivi fiscali per i settori produttivi maggiormente colpiti dagli aumenti. La Francia ha adottato il limite del 4% all’aumento dei prezzi, mentre in Spagna e Portogallo è stato introdotto un price cap al prezzo del gas per un anno. Si tratta di misure importanti, ma che da sole sembrano non essere sufficienti a rispondere a questa crisi».
Lei cosa propone?
«Un ulteriore passo per contenere il costo dell’energia nell’immediato potrebbe essere quello di istituire un fondo, finanziato dalle banche commerciali e da investitori istituzionali, garantito dallo Stato da cui i fornitori di energia potrebbero attingere così da congelare, per almeno due anni, gli aumenti o almeno parte di essi, dilazionandone il pagamento per un periodo di 10-15 anni. È una proposta sulla quale si sta ragionando nel Regno Unito e che potrebbe essere adottata anche in Italia».
All’interno di Forza Italia lei gestisce molte partite delicate. Dopo la caduta del governo Draghi e l’uscita di esponenti di governo del partito ci sono state critiche che l’hanno ferita?
«Quando ci si espone in prima persona è fisiologico essere colpiti da critiche e attacchi scomposti. L’importante è rimanere fedeli alle proprie idee, ai propri valori, al proprio partito, alla propria bandiera. Qualità purtroppo ormai rara in politica, come la riconoscenza. A ferirmi non è mai un sano scontro politico su idee e programmi, per quello sono sempre pronta. Ma la falsa narrazione messa nel circuito della stampa sistematicamente ad arte, ecco a quello ho fatto più fatica ad abituarmi. Essere descritta nella persona e nel pensiero come non sei, non fa piacere credo a nessuno. Ma ripeto, ho superato anche questo».
La sinistra negli ultimi mesi ha perso qualsiasi profilo liberale o riformista. Come cambierà dopo le elezioni?
«La sinistra non ha mai avuto un profilo liberale e riformista. La sinistra è sinistra, e non cambierà mai. Si può vestire all’occorrenza con abiti moderati e liberali, ma sono maschere per nascondere la sua vera e sola natura fatta di patrimoniale, legalizzazione delle droghe, tasse sulla casa, giustizialismo e demonizzazione dell’avversario. Si può far finta di cambiare per non morire, ma gli italiani non sono sciocchi e non si fanno più abbindolare da chi ha governato negli ultimi 10 anni senza aver mai vinto un’elezione portando il Paese alla deriva con misure assistenzialiste che hanno compresso i consumi, la produzione e gli investimenti, innalzato le tasse e il debito pubblico».
Un centrodestra largamente vittorioso potrebbe riaprire la questione Quirinale?
«Non c’è alcuna questione da riaprire. Sergio Mattarella è un grandissimo presidente della Repubblica, autorevole e apprezzato dai cittadini, che Forza Italia ha sostenuto convintamente per un secondo mandato».