Il Messaggero, 1 settembre 2022
Ritratto di Gertrude Bell
«Come è vasto il mondo! Vasto e meraviglioso!». E ancora: «La prima alba dopo una notte nel deserto è un ricordo indimenticabile». Queste sono alcune delle riflessioni di colei che verrà soprannominata La regina senza corona dell’Iraq, nonché la regina del deserto. Ovvero Gertrude Margaret Lowthian Bell. Grande viaggiatrice, archeologa, scrittrice, politica, cartografa, agente segreto. O meglio, consigliere e ufficiale (prima donna a ottenere questo grado) dei Servizi britannici.
LE ORIGINI
Gertrude nasce in Inghilterra, a Washington Hall nello Yorkshire, il 14 luglio 1868. Segno zodiacale Cancro. La sua è una famiglia ricca, di industriali dell’acciaio. Molto legata al padre, perde presto la madre e sviluppa un forte affetto per la matrigna. Da ragazza studia a Oxford, frequenta il Lady Margaret Hall e in soli due anni si diploma con il massimo in materie storiche. A quel punto, potrebbe debuttare in società, quella società vittoriana prude e ipocrita – tuttavia non priva di comodità e lussi – fatta di garden parties, tè delle cinque, balli e presentazioni a corte. E trovarsi un marito ricco, che le permetta di continuare con un’esistenza viziata e un po’ noiosa. Sarebbe un’esistenza convenzionale, ma la Bell non è convenzionale, né ama le convenzioni. Libera e indipendente, adora viaggiare e vuole essere padrona del proprio destino. Certo, nell’adempiere quello che potremmo chiamare il suo daimon, il denaro di famiglia le è di aiuto. Ma il talento, il coraggio, la forza, la passione, la curiosità insaziabile per il mondo e i suoi abitanti, l’intelligenza sono caratteristiche sue. Come ricorda Marco Ventura in un interessante saggio sulla Bell pubblicato con la rivista Gnosis, la seconda moglie del padre di lei, Florence, scriverà: «La base autentica della natura di Gertrude era la sua capacità di provare emozioni profonde. Nella vita ebbe grandi gioie e grandi dolori. Come poteva essere altrimenti, con un temperamento tanto avido di esperienze? Nel percorrere il suo cammino, con la sua personalità ardente e magnetica, attirò vite altrui nella propria».
LA PERSIA
Dopo Oxford, Gertrude parte per Teheran, dove suo zio sir Frank Lascelles è ambasciatore. Prima, però, impara il persiano e frequenta la London School of Oriental Studies. Affascinata dalla poesia persiana, colpita dalle persone e dai luoghi che vede, Gertrude racconterà il suo viaggio in Persian Pictures. I reportages saranno corredati sempre da magnifiche foto. Inoltre, si innamora del terzo segretario d’ambasciata, figlio del conte di Cadogan. Il grande amore si conclude tragicamente: l’uomo, che non ha sufficienti mezzi per sposarla, finirà per uccidersi. Negli anni successivi la Bell gira il mondo, apprende nuove lingue – parla francese, tedesco, italiano, persiano, arabo e turco -, impara l’alpinismo in Svizzera (scala molte vette, fra cui il Monte Bianco), si occupa di archeologia. Non ha afflati femministi, anzi nel 1908 si iscriverà alla Lega nazionale anti-suffragetta. Nel 1899 si reca in Palestina e Siria, poi va a Gerusalemme e rimane affascinata dal deserto. All’epoca, il Medio Oriente (espressione inventata da Alfred Thayer Mahan nel 1902) è ignorato e non conosciuto, in Europa. Lei, che si veste come i beduini ma conserva il fair-play e la consapevolezza dell’inglese upper-class, lo descriverà ne Il deserto e il seminato. Entra in contatto con i Drusi, gli emiri e gli sceicchi della cosiddetta Grande Siria. Si reca nella Turchia ottomana e collabora con l’archeologo William Ramsay; in seguito, gira per la Mesopotamia e incontra l’archeologo Thomas Edward Lawrence, noto poi come Lawrence d’Arabia. Sostenitrice dell’alleanza fra Arabi e Inglesi contro Turchi e Tedeschi, elabora un importante report, il rapporto Bell, che va al ministro degli Esteri inglese. Diviene quindi informatrice volontaria non remunerata.
LA RIBELLIONE ARABA
Dopo l’inizio della Prima Guerra Mondiale, Gertrude viene chiamata dal direttore del Servizio segreto navale: nessuno come lei conosce l’Arabia e il deserto, per cui deve appoggiare segretamente l’attività di Lawrence d’Arabia, sostenendo la ribellione araba. Disegna anche le cartine geografiche del deserto iracheno e di altri luoghi. Usa ripetere Insciallah (Se Dio vuole, Come a Dio piace), la Bell è molto amata dai beduini, che la chiamano al Khatun, La Signora. Fa quindi parte del gruppo di orientalisti riuniti da Winston Churchill. Rimarranno celebri foto, fra cui una alla conferenza del Cairo del 1921, dove ci sono lei, Churchill e Lawrence. Un’altra li vede sotto la Sfinge. Gertrude lavora all’Alto Commissariato britannico di Baghdad, è stimata da re Faysal e dopo la fine della guerra sostiene la creazione dello stato dell’Iraq, di cui disegna i confini. Sarà detta la madre dell’Iraq. Nel frattempo, ha avuto un’altra storia d’amore, sempre infelice, con il maggiore Dick Doughty, che è sposato e scompare in guerra nel 1915. Nella notte fra l’11 e il 12 luglio 1926 anche Gertrude stanchissima per il grande lavoro, provata dalla morte dell’amato e dalla malaria muore, probabilmente suicida, dopo aver preso molti sonniferi.