la Repubblica, 1 settembre 2022
Lo strano caso del marito morto della spia russa Adela
«Abbiamo saputo del matrimonio con Maria Adela solo dalla vostra inchiesta. È stato uno shock. Mia madre alla fine riflettendo ha detto che diversi aspetti della morte di mio fratello le sono sembrati strani: soprattutto che la malattia fosse stata così veloce». Tra i tanti amori seminati in Italia, la spia russa dalla doppia vita che ha infiltrato i comandi Nato di Napoli ha avuto anche un marito: un matrimonio durato solo un anno, perché l’uomo è misteriosamente morto a Mosca. L’inchiesta condotta da Repubblica con Bellingcat, Der Spiegele The Insider ha ricostruito la vicenda del consorte: Danilo Alfredo Muñoz Pogoreltsev, un trentenne atletico di madre russa e padre italo-ecuadoriano, nato a Mosca e cresciuto alle porte di Quito dove nel 2008 ha aperto una società immobiliare. Due anni dopo, assieme alla madre e alla sorella, crea a Panama l’azienda Solosviet per l’export di fiori, attiva nei Paesi dell’ex Urss.
I suoi amici ignoravano le nozze. E non ne ha parlato neppure alla sorella, Olga Svetlana Muñoz Pogoreltseva, che si trovava in Italia dal 2004. Si è infatti laureata in veterinaria all’Università di Bologna nel 2011. Poi ha preso un master a Londra ed è entrata nel team di ricercatori dell’ateneo di Padova che si occupa di virus e di contagi sugli animali. Nel 2019 si è trasferita all’Università della Florida, dove ha discusso pochi mesi fa il suo dottorato con la professoressa Ilaria Capua, con cui collabora da tempo. «Non so molto dei viaggi di mio fratello in Italia – racconta Olga Svetlana aRepubblica- mi è venuto a trovare solo una volta nel 2005. Per me dal 2007 al 2013 ha vissuto a Barcellona. Non ha mai lavorato: era un eterno studente. A Mosca si è laureato in psicologia, poi è andato in Spagna per un master in psicologia applicata al marketing ma ha capito che non era quello che voleva ed è passato a filosofia. In realtà l’ha sempre mantenuto mia madre. Quanto alla società panamense, noi figuriamo in quanto figli ma non abbiamo mai fatto nulla per quell’attività. Alla fine poco prima di morire, per assurdo, ha avuto il suo primo impiego aMosca». E Maria Adela?
«Io non avevo mai sentito quel nome, non ne sapevo nulla – prosegue – Danilo telefonava a nostra madre quasi tutti i giorni, ma non le ha mai parlato né del matrimonio né di questa donna. A noi risultava avesse una fidanzata a Mosca». Non si sa come abbia conosciuto la 007, ma nel luglio 2012 i due si sposano nel municipio di Valmontone, non lontano da Roma: le nozze vengono celebrate dal sindaco. Nei mesi successivi l’uomo va più volte a Mosca da solo. Proprio nella capitale russa viene ricoverato e muore nel giro di poche settimane. Maria Adela non c’è. Il certificato ufficiale indica la causa del decesso in “polmonite bilaterale e lupus sistemico”: una sindrome rara nei soggetti giovani.
«A un certo punto, ha iniziato a lamentarsi e a dire che non si sentiva bene – ricorda la sorella –. Nel febbraio 2013 è andato in Ecuador a trovare nostra madre e lei l’ha trascinato dal medico. Ma i dottori non hanno ben capito cosa avesse: hanno diagnosticato complicazioni da infezione batterica, non lupus. Verso la fine di marzo 2013 è tornato a Moscaperché doveva iniziare a lavorare: era stato finalmente assunto, se non ricordo male, da una società di videogiochi. Lì ha fatto una visita perché continuava a stare male e alla fine di aprile hanno diagnosticato il lupus. Lui cercava di minimizzaresia con me sia con mia madre. Ma la sua salute intanto peggiorava in fretta. È stato ricoverato in ospedale e dimesso. Poi un nuovo ricovero. Allora mia madre ha deciso di raggiungerlo perché era molto preoccupata. Il suo volo è partito il 13 luglio:quando è atterrata era già morto. Il 16 luglio il corpo è stato cremato. Io purtroppo sono riuscita ad arrivare soltanto dopo».
Perché Danilo Alfredo e Maria Adela si sono sposati? Un’ipotesi è che la spia volesse ottenere la cittadinanza italiana attraverso le nozze. L’uomo infatti aveva un passaporto italiano, oltre che ecuadoriano e russo. Maria Adela del resto aveva cercato in tutti i modi di procurarsi un passaporto non russo. Ancora prima dell’inizio della sua missione, nel 2005, tramite un avvocato aveva tentato di venire riconosciuta come peruviana: la sua identità di copertura – Maria Adela Kuhfeldt Rivera l’accreditava come figlia di una donna peruviana e di un cittadino tedesco. Ma le autorità di Lima avevano scoperto che il certificato di battesimo della parrocchia di Cristo Liberador era falso. Era datato 1° settembre 1978 e all’epoca quella chiesa non esisteva. L’errore porta le autorità peruviane a respi ngere la domanda e aprire un’indagine penale. E così per giustificare il suo passaporto russo Maria Adela s’è trovata costretta a inventare un racconto rocambolesco: diceva agli amici che la madre l’aveva abbandonata a Mosca durante le Olimpiadi del 1980, all’età di due anni. Poi intorno al 2011 in Francia tenta di trovare qualche contatto per farsi naturalizzare tedesca. Ma dall’anno successivo le sue attenzioni si concentrano sull’Italia ed arrivano le nozze. Pochi mesi dopo, la spia crea una azienda di gioielli, la Serein, e si trasferisce a Posillipo, inserendosi nella mondanità napoletana e nel Lions Club frequentato dagli ufficiali della Nato e della VI Flotta americana. L’inizio di una clamorosa operazione top secret portata avanti almeno fino al 2018, quando è tornata in patria e ha ripreso il suovero nome: Olga Kolobova.