il Fatto Quotidiano, 1 settembre 2022
La Marcia su Roma fu una bugia ma è entrata nella Storia. Il documentario di Cousins
Venezia. “La salvezza delle democrazie contemporanee? Per me non può che passare attraverso l’educazione allo sguardo. E Mussolini l’aveva capito prima di tutti, ma a suo vantaggio, cioè al contrario!”. Così, confezionando un documento/manuale sui codici del cinema di propaganda, Mark Cousins offre il suo contributo alla più politica delle cause. E per farlo titola il suo nuovo film come l’evento più emblematico, popolare e controverso del fascismo mussoliniano, Marcia su Roma, programmato ieri come evento speciale alle Giornate degli Autori e destinato alle sale a ottobre per ricordarne il centenario. Cousins da Belfast è nato fra i Troubles, la denuncia di violenze, ingiustizie e repressioni dei diritti ce l’ha nel sangue. Poi si è aggiunta la passione famelica per il cinema, filtro di realtà. Vivisezionando tonnellate di film, nel 2011 edificò la sua monumentale Story of Film – An Odissey (915’) seguita da proteiformi attività tra cui non poche di “smascheramento” della propaganda. Mussolini, “cervello sottile”, non poteva sfuggirgli. “Despoti, tiranni e dittatori si distinguono perché non sanno guardare gli esseri umani, li strumentalizzano. Ogni volta che si vedono filmati con Mussolini o Trump (che apre Marcia su Roma, ndr), ci si accorge che loro non osservano veramente le persone, non ne sono interessati, essendo loro egocentrati”. All’origine dello studio, coadiuvato dallo storico Tony Saccucci, è il piccolo e atroce film fascista A noi! di Umberto Paradisi del 1922, considerato il reportage “ufficiale” della Marcia su Roma: 52 minuti di falsità passate alla Storia come verità storiche. Il cineasta nordirlandese l’ha analizzato al microscopio, ne ha rilevato le distorsioni manipolatorie. “Il cinema mente per definizione, ma è moralmente neutro. Sta all’onestà degli autori svelarne la natura, i meccanismi interni”. “La Marcia su Roma fu una bugia ma è entrata nella Storia. Persino le camice nere non lo capirono, figuriamoci gli spettatori dei reportage, a cui inevitabilmente si sono ispirati altri fascismi a venire, ovunque… anche odierni”, continua Cousins. Ecco spiegarsi le connessioni con il presente, le paure del futuro. “A Noi! aveva certamente un ruolo nella presa del potere. Chi vuole prendere il controllo userà tutti i mezzi necessari e sa che l’audiovisivo è uno strumento straordinario: trasgressivo, immediato e convincente”.