Corriere della Sera, 1 settembre 2022
Iervolino e le fake news sulla sua morte
«Mamma l’ha presa sportivamente, come sempre. Magari con un pizzico di scaramanzia: la radice napoletana c’è. L’unica cosa che le è dispiaciuta è che persone anziane come lei si siano allarmate, dispiaciute e addolorate. Ma tutto è rientrato piuttosto rapidamente». Michele Russo, primogenito di Rosa Russo Iervolino, Rosetta per tutti sia nella sua Napoli che nell’ampia cerchia delle sue conoscenze, dichiara chiuso l’incidente. Anzi il «clamoroso malinteso» per cui le parole accorate di un post su Facebook – pubblicate da una signora ultraottantenne che ricordava un evento al quale l’ex sindaca aveva partecipato qualche mese fa a Bagnoli – hanno innescato il cortocircuito: Rosa Russo Iervolino è morta. La notizia è finita sulle chat dei politici campani e da lì è rimbalzata su testate online e tv di tutto il Paese. Ma non era vera.
«Sto bene, non c’è male, ho solo un po’ di mal di schiena – ha dichiarato a quel punto Russo Iervolino, 86 anni il 17 di questo mese, all’agenzia di stampa LaPresse —. Stamattina ho ricevuto un sacco di telefonate, ho pensato fosse successo qualcosa a qualcuno. Invece non era successo niente». È stato proprio il figlio Michele, in questi giorni in vacanza all’estero, a chiamare per primo sua mamma, allarmato dalla notizia. «L’avevo sentita anche ieri (l’altroieri per chi legge, ndr) e sapevo che, a parte gli inevitabili acciacchi dell’età, stava bene – racconta il primogenito dell’ex sindaca di Napoli – però poi una fatalità non è impossibile. Ma per fortuna quando l’ho chiamata lei riposava ancora». A quel punto, però, tutti in famiglia hanno iniziato a ricevere messaggi di vicinanza e affetto. «Ho dovuto consolare una cara amica di mamma – racconta Michele – che in lacrime si disperava perché una sciatalgia le avrebbe impedito di partecipare ai funerali di Rosetta».
Così la figlia Francesca ha utilizzato il suo profilo sui social per smentire: «Mamma sta benissimo. Non so quale idiota abbia messo in giro questa notizia. Sarebbe il caso di non scherzare sulla vita delle persone. Napoletanamente facciamo le corna!». E Michele spiega: «Mamma è molto tranquilla, solo, appunto, dispiaciuta che la notizia avesse preoccupato le persone che le vogliono bene. Ma, a parte questo, non ci ha pensato più di tanto e ha ripreso la sua routine serenamente. Anzi, abbiamo pensato che magari qualcuno proverà a giocarsi i numeri al lotto». La radice napoletana, appunto.
L’ex sindaca e prima ministra dell’Interno italiana ha continuato la sua giornata come al solito, a Roma, città in cui si è stabilita da tempo. Si è concessa solo una passeggiata con il nipote Vincenzo in piazza della Balduina, tra lo stupore dei passanti, per rassicurare tutti dal vivo. Poi di nuovo a casa con l’urgenza di «leggere i giornali».
Intanto il cordoglio di tanti, inclusi Enzo Amendola e Matteo Salvini, è rientrato, trasformandosi in messaggi di lunga vita. Antonio Bassolino, sindaco di Napoli prima di Iervolino e presidente della Campania durante la sindacatura di Rosetta, affida il suo sollievo a Fb. «Lunga vita a Rosa Russo Iervolino che sta bene ed è a casa sua a Roma. Un bacio Rosetta». Proprio sui social, inevitabilmente i più lesti nel rendere virale la (falsa) notizia del decesso, sono apparsi corni rossi con l’eloquente didascalia «sciò sciò ciucciuè», che scaccia la civetta, simbolo di malaugurio. Qualcuno ha anche suggerito come sfruttare l’incidente, affidandolo ai numeri della smorfia: la quaterna suggerita prevede 47 (il morto), 48 (il morto che parla), 72 (la meraviglia) e 9 (i figli).
In passato altri personaggi noti hanno partecipato da vivi alla diffusione della notizia del loro trapasso. Celebre la smentita che ne diede Mark Twain: «Spiacente di deludervi, ma la notizia della mia morte è grossolanamente esagerata». Non era l’epoca dell’informazione digitale e il grande scrittore, appreso che in patria era stato pubblicato un necrologio che lo vedeva protagonista, inviò un telegramma all’Associated Press, dalle Bermuda. Ma l’elenco è lungo e riguarda molti viventi, in Italia e nel mondo: dalla regina Elisabetta a papa Ratzinger, da Silvio Berlusconi a Giorgio Armani, da Sylvester Stallone a Vasco Rossi e Lino Banfi: tutti morti almeno una volta per meno di un’ora.