31 agosto 2022
A proposito di Mario Soldati
In morte di Mario Soldati19 giugno 1999
di Mauro della Porta Raffo
Verso la metà degli anni Sessanta, quando Mario Soldati era già da tempo una stella televisiva tra le più apprezzate, per uno strano caso del destino, si trovò a passare dalle nostre parti e volle fare la conoscenza di Piero Chiara, il quale – per parte sua – era arrivato, proprio allora, fresco fresco, alla notorietà, e non solo letteraria visto che nel corso del telegiornale RAI delle tredici, ogni giorno, nel periodo canonico, intratteneva gli italiani con le sue fantasiose – anche se venate da una certa competenza che attribuiva a un misterioso consigliere varesino – presentazioni delle tappe del Giro d’Italia.I due trovarono molte ragioni ed altrettanti motivi per andare d’accordo e, in particolare, una comune passione per il gioco.Si ripromisero, così, un successivo incontro per una partita a scopone.Chiara – che aveva sempre teorizzato l’impossibilità di giocare a carte a coppie e la necessità, invece, dei ’testa a testa’ nei quali ognuno è responsabile per sé e non deve preoccuparsi per la presenza del compagno – mi confidò che sperava di non dover mai affrontare, per il bene di quella nascente amicizia, la ormai promessa tenzone.Poche settimane dopo, però, eccoli, per iniziativa di un entusiasta Soldati, in coppia al tavolo da gioco.Quasi subito, toccando la mano a Piero, questi ’calò’ una donna, provocando la prima scopa degli avversari.Soldati, impassibile, reagì con queste parole: ‘Peccato non avessi neanche un jack, sarebbe stata una carta sicura’.Piero, che aveva ovviamente in mano un fante, si sentì sprofondare e, con esiti pressoché disastrosi per la partita, fino all’ultimo, se lo tenne ben stretto, cercando – naturalmente senza alcuna speranza – di allontanare per quanto possibile l’inevitabile scoperta da parte del compagno dell’imperdonabile errore.Fu così che, alla fine, accortosi dell’amara verità, da vero giocatore, Soldati buttò per aria carte e tavolo e, di poi, per mesi e mesi, si rifiutò anche solo di nominare Piero Chiara.