Corriere della Sera, 31 agosto 2022
Tunisino può venire in Italia per turismo? No
Il professor Chadli Sagal, berbero, docente di Scienze in un liceo tunisino, teme d’aver fatto due errori irreparabili. 1) Ha promesso a uno dei suoi figli, che aveva portato a casa una pagella spettacolare, una vacanza d’una decina di giorni in Italia con tutta la famiglia. 2) Si è fidato della burocrazia italiana. Procurandosi tutti i documenti necessari per un visto turistico per sé, la moglie, tre figli in età scolastica e l’ultimo, ancora lattante. Per non essere confuso con tanti suoi connazionali disperati che si imbarcano clandestini su un gommone, si è dunque fatto fare un invito da un vecchio conoscente lombardo con cui ha rapporti da decenni, il professor Vermondo Brugnatelli che, spiega Wikipedia, insegna all’università Milano Bicocca ed è un «linguista, saggista, glottologo e accademico italiano, reputato fra i massimi studiosi contemporanei della lingua berbera». Garanzie che per l’anonimo burocrate dell’ambasciata italiana di Tunisi pesano evidentemente meno dell’iscrizione a un Pizza Club. Quanto ai biglietti aerei andata e ritorno e la prova d’avere soldi a sufficienza per mantenersi in quei giorni di vacanza, il professor Sagal aveva anche quelli: aveva cambiato in valuta 1500 euro per ognuno dei membri della famiglia. Sinceramente: quante famigliole di italiani non sono andate in vacanza perché non arrivavano a mettere insieme, come in questo caso, 9000 euro? E non basta ancora, racconta il docente milanese: «Nell’invito ufficiale dichiaravo d’assumere io stesso tutte le spese del loro soggiorno. E siccome non bastava ancora, ho dovuto anche sottoscrivere fideiussioni di 4000 euro a testa per ogni componente della famiglia, lattante escluso. Dico: totale ventimila euro più spese!» Tormentone chiuso? Macché: visto negato. Perché? «Lei non ha dimostrato di disporre di mezzi di sussistenza sufficienti sia per la durata prevista per il suo soggiorno sia per il ritorno nel Paese d’origine o di residenza. Oppure per il transito in un Paese terzo nel quale la sua ammissione è garantita». Data del timbro: 18 agosto 2022. Una batosta doppia. Non solo perché i biglietti aerei erano per il 2 settembre, dopodomani. Ma perché il rifiuto peserà come un macigno sui futuri viaggi del professor tunisino. Compresi quelli con cui, racconta Brugnatelli, andava a trovare ogni tanto dei fratelli che vivono in Francia. P.s.: L’ambasciata segnala un indirizzo per i reclami. Reclamo, sacrosanto, fatto. Risposta? Zero.