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 2022  agosto 31 Mercoledì calendario

Minacce a Pogba, inchiesta a Torino

Tornando nell’amata Torino, Paul Pogba sperava di essersi liberato delle minacce, dei ricatti, delle richieste di milioni di euro (e del fratello Mathias), che l’avevano turbato a Manchester, ai tempi dello United, e scioccato a Parigi, quand’era in ritiro con la Nazionale: tutti incubi che si sono invece ripresentati nel mezzo dell’estate, davanti al centro sportivo della Continassa, quartier generale della Juve, alle porte della città. Come fosse un action movie di Pierre Morel, tra modi da banlieue e propositi di vendetta. La security bianconera aveva respinto un paio di persone che chiedevano di lui, e il campione francese due giorni dopo, era il 16 luglio, aveva presentato denuncia alla polizia. Morale: ora in procura c’è un’inchiesta per estorsione aggravata, sulla quale indagano gli agenti della Squadra mobile. 
Estorsione consumata, e non tentata, è l’ipotesi perché – secondo quanto riferito alle autorità francesi – Pogba sarebbe già stato costretto a consegnare 100 mila euro. Era successo a fine marzo, nella capitale francese, quando Paul sarebbe stato sorpreso da alcune persone, due delle quali armate di fucili automatici, per poi essere condotto in un appartamento: «Caro Paul, ci devi dare 13 milioni di euro». Uno per ogni anno di carriera, e per la «protezione» (non richiesta) che vecchi amici d’infanzia avrebbero offerto al giovane cresciuto con loro a Le Havre, poi diventato stella del pallone, tra Juve e United, fino alla coppa del Mondo del 2018. Pare una sceneggiatura da commedia all’italiana, ma le modalità sono da noir, tant’è che a Parigi tutto finisce all’Office central de lutte contre le crime organisé. Che indaga per estorsione. 
Passa qualche mese e l’offensiva di Mathias sbarca sul web, che per queste cose è molto reale e poco virtuale: accusa Paul di pensare solo a se stesso e ai suoi affari, di averlo abbandonato, di essere un cattivo musulmano. C’è lui anche dietro al blitz parigino, sostiene il calciatore, ma Mathias nega. Lo stesso fratello sarebbe stato tra i personaggi che si erano presentati fuori dalla Continassa, due all’ingresso (respinti) e uno in auto. Persone che gli agenti, coordinati dal pubblico ministero Enrico Arnaldi di Balme, stanno cercando di identificare, anche grazie alle tante telecamere presenti al centro sportivo bianconero. Anche se molti indizi ci sono già nel racconto del giocatore juventino, tutelato dall’avvocato Rafaela Pimenta, che è anche il numero uno dell’agenzia che lo rappresenta. 
Come se non bastasse, in questa storia c’è anche uno stregone: quello che, sempre secondo Mathias, Paul avrebbe ingaggiato per lanciare una macumba ai danni di Kylian Mbappé, star del Psg e suo compagno di Nazionale. «Ho le prove», sbotta Mathias, mentre il fratello nega categoricamente. Il fatto poi che, nello spogliatoio, Mbappé non sia esattamente amato aiuta: in Francia, è già un feuilleton.