Corriere della Sera, 31 agosto 2022
Chi decide la quotazione del gas?
Con quotazioni arrivate a oltre dieci volte quelle di un anno fa, il prezzo del gas naturale in Europa è andato fuori controllo e fuori da ogni logica industriale: cerchiamo di capire che cosa sta succedendo e cosa potrebbe succedere.
Come si forma il prezzo del gas?
Il prezzo si forma sul mercato all’ingrosso di Amsterdam, il TTf (Title Transfer Facility cioè struttura per il trasferimento del titoli), dove sono scambiati i cosiddetti futures, contratti che danno il diritto di comprare un bene (in questo caso il gas, ma potrebbe essere anche il petrolio oppure il succo d’arancia come nel film Una poltrona per due) in un determinato periodo. Sul TTf quindi si trovano contratti con scadenza settembre 2022 (le più vicine sono quelle con consegna a settembre e ottobre), ma ci sono futures con scadenza più lontana che danno l’idea della tendenza del prezzo in futuro. Il mercato TTf è aperto dal lunedì al venerdì e gli operatori si scambiano i contratti in tempo reale: quindi il prezzo varia ogni minuto e quando il mercato chiude, alle 18, si ha il prezzo finale per quel giorno. Come ogni Borsa finanziaria, anche il TTf segue la legge della domanda e dell’offerta: più richiesta c’è e più il prezzo sale, meno richiesta c’è e più scende.
Perché la quotazione è salita così tanto?
Principalmente a causa della guerra in Ucraina e delle tensioni con la Russia, primo fornitore di metano in Europa, che sta utilizzando l’energia come strumento di pressione per convincere la Ue a toglierle le sanzioni economiche. A pesare sono soprattutto i timori che il mercato nutre per una possibile interruzione completa di gas russo. Il colosso russo del gas Gazprom ha già ridotto le forniture nelle settimane scorse e da oggi per tre giorni chiude il gasdotto Nord Stream 1, sempre con la scusa della manutenzione. L’incognita è se poi lo riaprirà e quanto gas fornirà. Il secondo motivo per cui il gas sta salendo così tanto è il forte aumento delle richieste. Si sta assistendo in particolare alla nuova domanda di energia che arriva da Paesi come Cina e India.
Perché in questi giorni sta scendendo?
Il primo motivo è il calo della domanda. La Germania ha dichiarato che raggiungerà con un mese di anticipo l’obiettivo di riempire le riserve e questo è stato possibile grazie a un acquisto massiccio. Il mercato sa che un grande acquirente come Berlino non farà più grandi richieste di gas. Inoltre, secondo Bloomberg ci sono state anche prese di beneficio, che si hanno quando un operatore compra il contratto futures sul gas non perché vuole arrivare a scadenza e comprare la materia prima, ma per speculare. Evidentemente ci sono stati «speculatori» che, approfittando dei prezzi record della settimana scorsa, hanno venduto per realizzare guadagni alti.
A cosa servirebbe «sganciare» il prezzo dell’elettricità da quello del gas?
L’energia elettrica può essere prodotta con le fonti rinnovabili (acqua, sole, vento) o fossili (gas, carbone e olio combustibile) che hanno costi di produzione differenti. Il meccanismo utilizzato nelle Borse europee per arrivare ogni giorno al costo a cui è venduta l’elettricità è quello cosiddetto del «prezzo marginale», fissato sul livello più alto. A prescindere dalla fonte utilizzata. Adesso che il gas si è impennato, in ogni caso anche le altre fonti meno care sono remunerate con lo stesso prezzo e hanno margini di guadagno più elevati. Può sembrare un’assurdità, ma in realtà questo meccanismo, quando le rinnovabili erano molto costose e il gas molto economico, è servito per incentivare i produttori termoelettrici a investire nell’eolico e nel solare perché sarebbero stati compensati con gli alti guadagni dell’energia prodotta con il gas. Ora che non c’è più bisogno di questo meccanismo perché le rinnovabili stanno in piedi benissimo da sole, la Ue sta cercando di separare i prezzi dell’elettricità in modo da far pagare meno quella prodotta con le rinnovabili.