la Repubblica, 30 agosto 2022
Corruzione al Ministero della Pubblica Istruzione
di Giuseppe ScarpaROMA – Il noleggio della Mercedes, il pagamento di un autista, la fornitura dei biscotti krumiri, il saldo per il canone di locazione di un appartamento alle spalle del parco di Villa Borghese, lo stipendio alla collaboratrice domestica, le assunzioni di favore. Nell’inchiesta in cui è accusata di corruzione Giovanna Boda, ormai ex potentissimo capo dipartimento per le risorse umane del ministero dell’Istruzione, le tangenti erano declinate in ogni modo. Non mancavano, ovviamente, le più tradizionali mazzette. Ovvero i soldi bonificati sul conto corrente, 50mila euro per gli inquirenti. Nel lungo e dettagliato elenco, indicato nelle carte della procura, si legge però un pò di tutto. Ieri i pm hanno chiuso l’indagine e si preparano a chiedere il processo per 15 persone e 4 società. Accanto ai due protagonisti indiscussi della vicenda, la manager pubblica e l’imprenditore e psicoterapeuta Federico Bianchi di Castelbianco, ruotano i loro aiutanti. Persone che lavorano al ministero e alcuni dipendenti delle aziende di Bianchi di Castelbianco nelle vesti di complici.Lo schema era semplice. Da un lato Boda, secondo il sostituto procuratore Carlo Villani, favoriva in tutti i modi l’imprenditore nell’assegnazione degli appalti, principalmente corsi nelle scuole. Dall’altro l’imprenditore ripagava il capo dipartimento ricoprendola d’oro. In totale, ha calcolato laGuardia di finanza, Boda e alcuni componenti del suo staff, hanno incassato tra denaro contante e omaggi vari una cifra che supera i 3 milioni di euro. Mentre Bianchi di Castelbianco ha visto le sue società (o comunque a lui riconducibili) come l’Istituto di Orfanologia, la Com.e – Comunicazione & Editoria, Edizioni scientifiche Ma.gi. e la fondazione Mite, vincere bandi per 23 milioni di euro nel triennio tra il 2018 e il 2021.A marzo scorso l’imprenditore era finito per la seconda volta ai domiciliari, proprio come i suoi tre collaboratori. Anche il dirigente del ministero Leonardo Filippone, ora in pensione, era stato arrestato. Mentre il funzionario Alessandro Ascoli era stato sospeso da ogni incarico per un anno. Tutti loro avrebbero avuto un ruolo nella partita giocata dallo psicoterapeuta, quando avrebbe messo le mani su affidamenti provenienti da «istituti scolastici per complessivi 23.537.337 euro di cui 17.457.976 già corrisposti».Nel mirino della Finanza è finito anche il «bando che si sarebbe dovuto indire per il sostegno psicologico nelle scuole in emergenza Covid». Nelle mail che si scambiavano gli indagati, infatti, «si evidenzia come sfruttare la terza ondata della pandemia e l’allarmante aumento dei contagi», hanno annotato i baschi verdi nelle informative.Inoltre tra le numerose contestazioni fatte a Boda, c’è anche quella di aver anticipato via mailall’imprenditore, prima della sua pubblicazione, la bozza del bando «per il finanziamento di progetti scolastici per il contrasto della povertà educativa, recependo le richieste di modifica da parte dello stesso Bianchi di Castelbianco» che per giunta partecipava alle riunioni che si tenevano al ministero. Da qui anche la contestazione ad entrambi del reato di concorso nella rivelazione e utilizzazione di «notizie d’ufficio che avrebbero dovuto rimanere segrete».Dietro «l’apparente efficienza della macchina amministrativa gestita dal dipartimento della Pubblica istruzione, in realtà, si celava un sistema illecito così radicato da non essere più percepito come tale dagli stessi attori delle corruttele», spiegava il giudice a marzo quando aveva disposto gli arresti dell’imprenditore.Boda, infatti, avrebbe ricevuto carte prepagate, corsi di musica e di sci, visite per la chirurgia plastica, l’affitto di un appartamento per i suoi genitori, una vacanza in baita in Piemonte, un soggiorno in hotel, bollette del gas e la promessa di assumere una ventina di persone. Gli altri funzionari avrebbero goduto di appartamenti messi a loro disposizione dalle parti del ministero, lavori di ristrutturazione, camere in b&b, scooter e computer. L’inchiesta era emersa nell’aprile del 2021. Boda aveva appreso di essere indagata e aveva tentato il suicidio. Adesso l’indagine si chiude e all’orizzonte si profila un delicato processo.