La Stampa, 29 agosto 2022
I numeri sugli ubriachi al volante
Stella, Giovanni, Flavia e Simone sono solo le ultime quattro giovanissime vittime. Vite spezzate, tra i 15 e i 22 anni, in incidenti stradali causati da ubriachi al volante. Una lunga scia di sangue che anni di politiche e progetti italiani e dell’Unione europea non riescono a fermare. Secondo l’Osservatorio nazionale alcol dell’Iss, infatti, «a livello europeo, un incidente su quattro, il 25%, è attribuibile all’alcol» e sono «almeno 10 mila ogni anno» le vittime.
I dati raccolti in Italia, a partire dal 2009, sono solo parziali. Secondo il ministero della Salute, nel 2019, 42 mila 485 persone sono state multate in tutta Italia per guida in stato di ebbrezza. Un numero che si è ridotto nel corso del 2020, arrivando a 25 mila 902 sanzioni effettuate tra polizia stradale, carabinieri e polizia locale. Cui si aggiungono 3 mila 831 persone multate perché alla guida dopo aver fatto uso di droghe. La relazione presentata nel 2021 dal ministro della Salute Roberto Speranza al Parlamento, in materia di alcol e problemi correlati, analizza i dati dell’attività condotta da polizia e carabinieri, intervenuti complessivamente in un terzo degli incidenti stradali con feriti in Italia: gli altri sono di competenza della polizia locale. Nel 2020, su 40 mila 310 incidenti con lesioni, sono stati 3 mila 692 quelli in cui almeno uno dei conducenti aveva bevuto più del consentito, mentre in 1391 si erano messi alla guida dopo aver consumato droghe. Una quota pari al 9, 2 per cento nel caso dell’alcol e al 3,5 per cento nel caso degli stupefacenti, che fa registrare «un aumento rispetto al 2019, seppure il periodo sia stato caratterizzato da una forte diminuzione degli incidenti e delle vittime». Percentuali che salgono di notte, quando gli incidenti causati dagli ubriachi al volante arrivano al 23,4 per cento.
Numeri alti, lontani dalla media europea secondo il Ministero della Salute solo perché incompleti, che si traducono nei terribili episodi di cronaca raccontati in questi giorni di agosto.
L’ultima vittima si chiamava Stella Mutti, aveva 19 anni e viveva a Nuvoletto, nel Bresciano. Nella notte tra giovedì e venerdì scorsi, dopo il concerto del rapper Ernia – che le ha anche dedicato la sua hit «Bella» su Instagram – Stella tornava a casa in moto col fidanzato. È morta sul colpo dopo un violento impatto con una Jeep: la guidava un 27enne con un tasso alcolemico risultato tre volte superiore al limite e ora indagato dalla procura per omicidio stradale.
Poche ore prima era successo a Roma: un poliziotto di 46 anni, già sospeso dal servizio, ubriaco e drogato al volante, aveva investito il diciannovenne Simone Sperduti sulla Prenestina. «Ho il cuore in pezzi, dovevo morire io», ha scritto l’agente in una lettera al giudice che ha convalidato il suo arresto in carcere.
Lunedì 22 agosto la stessa tragica sorte è toccata alla studentessa 22enne dell’Accademia di Belle Arti Flavia Di Bonaventura, travolta e uccisa in bicicletta a Scerne di Pineto, in provincia di Teramo, sulla statale 16 Adriatica, da un 34enne ubriaco e senza la copertura assicurativa dell’auto, ora ai domiciliari.
La vittima più giovane si chiamava Giovanni Zanier e aveva soltanto 15 anni: è stato ucciso sulla pista ciclabile di Porcia, vicino Pordenone, dall’auto di una soldatessa americana ventenne con un tasso alcolemico di 2,09 grammi per litro, quattro volte superiore al consentito.