Corriere della Sera, 29 agosto 2022
Parla la mamma di Federica Pellegrini
Signora Cinzia, come va? Stanca? «Direi di sì... Noi vecchietti abbiamo tirato le tre di notte. Gli altri, i più giovani, credo siano rimasti oltre le cinque di stamane (ieri, n dr)...». Ore 16 circa. L’intervista al telefono con Cinzia Lionello, la mamma dell’ex campionessa Federica Pellegrini che da sabato è diventata la signora Giunta dopo aver sposato il suo coach dal 2013, Matteo, si sviluppa in più chiamate. Nella prima, in tarda mattinata, ammette: «Devo ancora riprendermi...». Nella seconda, dopo l’ora di pranzo e un gran trambusto di sottofondo, chiede se può essere ricontattata «più tardi, con mio marito Roberto stiamo caricando i bagagli in auto per rincasare». Nella terza invece racconta un po’ di tutto, «dal tango ballato a sorpresa al Marriott» dai novelli sposi al primo tuffo in piscina della sua Fede «che allora aveva tre anni. All’inizio non voleva saperne di starci, non era facile farla nuotare. Poi però crescendo, un istruttore l’ha segnalata per il preagonismo».
Avrebbe mai immaginato un seguito di sei ori mondiali e uno olimpico, per stare alle vittorie più importanti?
«Mah (ride). Non ci aspettavamo sicuramente la carriera che poi ha avuto. Accompagnavamo lei e suo fratello Alessandro in piscina perché il nuoto è uno sport che fa bene, un pensiero che fanno tanti genitori quando cominciano a far frequentare gli impianti ai propri figli. Di certo non lo porti con l’idea di farne un campione. Ma evidentemente il destino era un altro».
Di sabato, «l’istantanea», o il ricordo, che le resterà indimenticabile...
«Uno di sicuro. Dentro la chiesa, quando Virginia Castagnetti, cantante lirica e figlia di Alberto, l’allenatore indimenticabile che per primo prese per mano Fede, con quella sua voce unica... ha intonato in apertura l’Hallelujah di Cohen e poi l’Ave Maria di Schubert...».
Nell’ascolto, cosa ha provato?
«Io ho letteralmente pianto, poi mi sono voltata e mi sono accorta che più o meno tutti erano in lacrime. Tanti si erano proposti per cantare in chiesa ma Fede, concordando anche con Enzo Miccio, il vulcanico organizzatore del matrimonio, da subito è stata categorica: “Lì deve esserci solo Virginia...».
Un modo commovente per ricordare l’ex ct della nazionale di nuoto e il coach di tante vittorie di sua figlia portato via da un infarto nel 2009. Ecco, chi è stato Castagnetti per Federica?
«Quello capace di trasformarla, ammorbidendone il carattere, non semplice. È stato forse un secondo padre del quale mio marito Roberto non è mai stato geloso. Di lui serbo nitidamente un ricordo: la prima volta che gli affidammo Fede, sì e no ventenne, ci presentammo e Alberto rispose: “Venite a riprenderla fra 15 giorni”. Tutto rigorosamente in dialetto veronese. Nel congedarci sorrise: “E se ci son problemi, ve ciamo».
Cinzia, si è mai considerata una mamma ultrà, una di quelle che, al pari dei papà ultrà, ne sanno sempre una di più dell’allenatore?
«Macché... mai. E questo da subito. Ed ecco perché mi ritengo anomala. Avevamo un locale qui a Spinea, venivano le mamme dei ragazzini più piccoli a chiedere cosa facevamo con Federica, quale fosse il segreto. La mia risposta era sempre la stessa: fateli giocare, fateli divertire e lasciate stare il cronometro! Se mi chiedessero i record di Federica probabilmente li sbaglierei ancora oggi...».
Ma il carattere di Fede, non facile già da bimba?...
«Ascolti: con lei facevamo scommesse così: “Dai, vediamo se ce la fai…”. Un po’ era per gioco, non aveva bisogno di essere stimolata, si stimolava da sola. Però si notava che aveva chiaro in testa dove volesse arrivare».
Testarda, come nel realizzare quella specie di sorpresa che ha fatto a tutti voi sabato sera?
«Il tango con Matteo? Certo! A un tratto sono scomparsi e sono tornati vestiti da tangheri perfetti. Nessuno sapeva nulla, io non sapevo nemmeno che lo ballasse. Poi mi ha confessato che stava esercitandosi da mesi. Che sintonia avevano! E poi che brava la mia Fede».