Corriere della Sera, 29 agosto 2022
La morte di Lady Diana, 25 anni fa
È passato un quarto di secolo da quel 31 agosto in cui un incidente stradale a Parigi spezzò la vita della principessa Diana. Se rimane nitido il ricordo di una donna che ha saputo parlare alla gente comune e rompere diversi tabù, l’anniversario non sarà segnato da alcun evento ufficiale. Buckingham Palace ha sottolineato che si tratta di una ricorrenza privata – Diana, d’altronde, aveva divorziato dal principe Carlo un anno prima di morire e le era stato tolto il titolo di Sua altezza reale – mentre i figli William e Harry passeranno la giornata con le rispettive famiglie.
I dissapori tra i due principi significano che quelli che Diana definiva i suoi «boys» non si riuniranno in memoria della madre nonostante la certezza che niente le avrebbe fatto più male che sapere che non si parlano più. William rimarrà a Windsor, dove si è trasferito con la moglie Kate e i tre figli. Harry a Montecito, in California, dove abita con Meghan, Archie e Lilibet. A settembre Harry si fermerà nel Regno Unito per lavoro. Pernotterà con la moglie a Frogmore Cottage, la casa che la coppia aveva ristrutturato prima di spostarsi negli Stati Uniti, ma non si incontrerà con il fratello, nonostante le due abitazioni si trovino a circa 800 metri di distanza.
Se la scorsa estate, in occasione di quello che sarebbe stato il 60esimo compleanno di Diana, i principi erano riusciti a presentare insieme la statua che avevano commissionato per commemorare la madre, questa volta non è stato trovato alcun accordo. Sarebbe da allora che i due non si scambiano una parola. «Sicuramente mia madre non sarà mai dimenticata», ha detto la settimana scorsa Harry a un ricevimento a scopo benefico. «Spero che l’anniversario sia un momento per ricordare il suo impegno e la passione che riversava nel suo lavoro. Sarà una giornata in cui condividerò lo spirito di mia madre con la mia famiglia, con i miei figli. Vorrei che avessero potuto conoscerla».
È probabile, si apprende, che separatamente William e Harry decidano di far visita ad Althorp, la tenuta degli Spencer vicino a Northampton dove, su un’isola che non è visitabile, è sepolta la principessa. Era desiderio del fratello Charles, zio dei principi, garantire un luogo lontano da sguardi indiscreti per la salma di un’icona che per vent’anni ha vissuto al centro dell’attenzione, il suo viso famoso quanto la Gioconda, le sue gesta infiocchettate nel mito e la leggenda. La sua eredità è ricordata nel trattamento dei malati di Aids – quella sua disponibilità a stringere loro la mano e abbracciarli già nel 1987 fu fondamentale per superare i pregiudizi – così come nelle tante charities che si occupano degli svantaggiati, degli emarginati, dei senzatetto i cui rifugi Diana visitava regolarmente in incognita portandosi spesso dietro i figli.
Il suo popolo non l’ha dimenticata. A Londra sono frequentatissimi i luoghi creati in sua memoria, il giardino di Kensington Palace, la fontana di Hyde Park, il parco giochi di Lancaster Gate. La Ford Escort nera che guidò a metà anni 80 – le piaceva mettersi al volante, la guardia del corpo spesso si sedeva accanto a lei – è stata venduta all’asta a Silverstone per 650.000 sterline (circa 770.000 euro). Continuano a riscuotere successo tra il pubblico i libri su di lei, come le opere di Tina Brown (nell’ultimo, The Palace Papers, l’ex direttrice di Vanity Fair racconta che Diana faceva colpo su tutti, aveva una grazia e una bellezza in grado di folgorare chi le stava vicino e usciva a pranzo regolarmente con i direttori di riviste e giornali per chiedere il loro consiglio) e di Andrew Morton, lo scrittore cui Diana affidò la storia della sua infelicità negli anni ’90 e che su quelle confidenze ha costruito una carriera multimilionaria.
In occasione del 25esimo anniversario, Morton pubblica una nuova edizione del libro (pare con materiale aggiuntivo) ricordando il fascino della principessa, la sua sofferenza, i tradimenti di Carlo con Camilla, oggi sua moglie, l’amore per i figli.