Corriere della Sera, 29 agosto 2022
Biografia di Enrico Maria Nadasi
«Non solo il commercialista di Beppe Grillo. Ho uno studio affermato a Genova, partner di realtà analoghe a Milano e Roma. Non sono l’idraulico di casa, con l’ovvio rispetto». Enrico Maria Nadasi, 55 anni, genovese, appassionato di criptovalute, blockchain e moto d’acqua, è il terzo nome (dopo Beppe ed Enrico Grillo) in calce all’atto fondativo dell’associazione Movimento Cinque Stelle del 2012. Adesso per la prima volta si candida, nel collegio Liguria 01.
Dice che non glielo ha chiesto Beppe. Ma allora chi? Risponde senza fare nomi: «È un momento difficile. E alla chiamata alle armi si risponde presente». È molto ottimista sui risultati: «Penso che il Movimento abbia sempre un forte appeal. I valori sono gli stessi. Anche se ci sono stati attacchi dall’interno e dall’esterno. Ora i rami secchi sono caduti. E quindi si respira».
Divorziato, due figli (Federica di 22 anni e Lorenzo di 18), ama passare il tempo libero in campagna. Ha una casa vicino Toriglia, in provincia di Genova. Trascorre i pomeriggi in bicicletta, nei boschi. Quando sceglie il mare va a Nervi, nello stabilimento balneare Bagni Medusa, sempre lo stesso da anni.
L’economia e la finanza come compagne di vita, ha sempre condiviso le scelte del Movimento in materia economica. Il tema che fa più discutere è il reddito di cittadinanza: abolirlo o modificarlo? Non ci sta: «C’è in tutti i Paesi avanzati del Nord europa. Ha salvato molte famiglie e i dati del suo successo sono pubblicati sui siti istituzionali». Ma i ragazzi spinti a stare sul divano piuttosto che a cercare lavoro? Ci sarebbe, dice, il modo per invogliarli, basterebbe detassare le assunzioni per i redditi bassi. Le vicende interne al Movimento lo hanno «deluso»: dal tradimento di Luigi Di Maio e da quelli che «pur di scavallare il secondo mandato e crearsi una nuova carriera politica hanno fatto una scissione»; difende Giuseppe Conte da chi lo accusa di aver innescato la crisi e aver dato origine alla caduta del presidente del Consiglio, Mario Draghi: «Tutti cercano di dare le colpe agli altri perché siamo in campagna elettorale. Ma lui non c’entra». E non vuole commentare le ingerenze russe di cui parla il Pd di Enrico Letta: «Semplicemente non ci credo».