Corriere della Sera, 29 agosto 2022
Meloni e Salvini sono divisi sui migranti
Roma Strategie diverse sulla gestione dell’emergenza migranti: Giorgia Meloni invoca «il blocco navale», Matteo Salvini rivendica la reintroduzione dei suoi decreti sicurezza.
Già a inizio agosto il segretario della Lega, in visita a Lampedusa, aveva parlato della necessità di tornare a quelle norme che aveva emanato quando era ministro dell’Interno. Ieri, il record di sbarchi registrato sabato a Lampedusa (50 attracchi in 24 ore, con l’hotspot a circa 1.600 ospiti, rispetto a una capienza massima di 350) ha riacceso la contesa. Sulla pagina Facebook di Meloni, la notizia dell’emergenza diventa immediatamente un manifesto elettorale: «Blocco navale subito». Illustrato dalla leader di FdI con questo commento: «Uno Stato serio controlla e difende i propri confini. L’unico modo per fermare l’immigrazione clandestina è il blocco navale: una missione europea in accordo con le autorità nordafricane per mettere fine alle partenze illegali verso l’Italia e alla tragedia delle morti in mare». La conclusione è inevitabilmente l’appello agli elettori: «Voltiamo pagina. Avverrà il 25 settembre se gli italiani ci daranno fiducia».
Da fonti della Lega, qualche ora dopo, filtra tutt’altra strategia per il governo che verrà. «Per fermare scafisti e clandestini basta reintrodurre i decreti Sicurezza di Salvini nel primo Consiglio dei ministri dopo le elezioni. Hanno già funzionato e difeso l’Italia, torneranno a proteggere confini e cittadini». La Lega, insomma, non intende lasciare a FdI né il tema elettorale né la gestione dell’immigrazione in un eventuale governo di centrodestra. Del resto Salvini ha già dichiarato esplicitamente che si aspetta la casella al Viminale venga assegnata a un esponente del Carroccio.
Il segretario del Pd, Enrico Letta, entra in argomento, attaccando Meloni: «Fanno propaganda sulla pelle delle persone». E invitandola a misurare le parole: «Anche se siamo in campagna elettorale, usiamo il linguaggio della verità, non infiammiamo il Paese, creando aspettative irrealizzabili». Il blocco navale sarebbe infatti, per Letta, «una proposta a vanvera perché fuori da qualsiasi norma internazionale».
Ma il centrodestra, al suo interno, è ancora agitato dal tema della premiership: Meloni l’ha rivendicata, Salvini ha frenato, ora si schiera un altro alleato. «Se Meloni prendesse più voti e non fosse presidente del Consiglio – dichiara Giovanni Toti, uno dei 4 leader di Noi moderati – saremmo davanti a un colpo di Stato». Nella giornata politica c’è spazio anche per una proposta avanzata da Federico Mollicone (FdI): «Contro l’astensionismo si allestiscano seggi in caserme e prefetture per i fuorisede».