La Stampa, 28 agosto 2022
Reportage dal festival del sesso di Bergamo
Discoteca Bolgia di Osio Sopra, prima delle tre giornate di Bergamo Sex: viste da qui, le elezioni, la campagna e in generale la politica sembrano le ultime news da Marte. E dire che con i politici la kermesse ha dovuto fare i conti. Mario Adinolfi, sì, sempre lui, ha avuto da ridire non solo sulla festa del sesso, ma soprattutto che coincidesse con quella di Sant’Alessandro, venerato patrono della cattolicissima Bergamo. Alla botta è seguita la risposta di Yuri Guaiana, capolista di +Europa nel collegio Bergamo-Treviglio della Camera, che parla di «uso politico della religione»: libero sesso in libero Stato, insomma. Giordano Vecchi, che il Bergamo Sex l’organizza da quattordici anni, fa notare che A) la manifestazione si svolge in queste date da sempre; B) che si svolge non a Bergamo ma a Osio, che ha tutt’altro patrono e soprattutto C) che dà lavoro a 140 persone, comprese 50 "artiste" (definizione sua), e ci si aspettano circa 10mila visitatori. Un bel business, con il biglietto a 20 euro più il parcheggio a 5.
Infatti, Adinolfi o meno, la festa si è aperta e pure con una presenza istituzionale, il vicesindaco di Osio Sopra, che si chiama Nicola Cagliani, è stato eletto con una lista civica, dice sensatamente che «siamo favorevoli a tutte le iniziative, basta che rispettino le leggi» e, a proposito di Italia al voto, ammette di non avere ancora deciso a chi dare il suo: «Sono confuso». Sentimento largamente condiviso nella discotecona di campagna, dove le artiste girano fra la folla indossando zatteroni enormi e abiti minuscoli e poi salgono a dimenarsi sui palchi, due, uno al chiuso e uno all’aperto, accanto al toro meccanico a forma di pene. Sono finezze. Il pubblico, genere Nord produttivo e provincia operosa ma godereccia, strabuzza gli occhi, scatta foto con il telefonino e spera di essere invitato sul palco a collaborare all’esibizione artistica. Show no stop dalle 15.30 alle tre di notte: alle 18 la discoteca Bolgia è già una bolgia, piena di ragazzotti con magliette con scritte tipo «I love Malena» (ma anche «Anti social social club», boh), di ragazzotte siliconatissime (e qui si rifà vivo il vicesindaco: «A me piacciono più naturali»), più un tizio in kimono e un ottantunenne celebrato dal palco per essere presente dalla prima edizione.
E la politica? A naso, «il mondo dell’adult», definizione della pornostar Malena co-conduttrice (come a Sanremo!) con Corrado Fumagalli, dovrebbe essere di sinistra, in quanto libertino e libertario: infatti la stessa Malena fu eletta all’Assemblea nazionale del Pd e la sua collega Valentina Nappi scriveva su Micromega, mentre di Rocco Siffredi, terza celebrità più attesa, sono invece note molte posizioni, ma non politiche. Invece Vecchi smentisce: «No, c’è di tutto. Solo che anche qui vale la regola di tutto il mondo dello spettacolo: se sei di sinistra, lo dici; se sei di destra, no». E vedi dov’è andata a finire la vecchia egemonia culturale gramsciana.
Gli utilizzatori finali dello show, invece, hanno pochi dubbi. Il collegio uninominale del Bergamo Sex vota compatto a destra. Per quel che può valere, il sondaggio fai-da-te su dieci spettatori della minoranza che ha già deciso, dà una decisa maggioranza al centrodestra: quattro Fratelli d’Italia, tre leghisti, due Pd e un calendiano. Quest’ultimo è un ragioniere o forse addirittura un commercialista di Bergamo che spiega lungamente che sfrattare Draghi da Palazzo Chigi è stato un errore, che bisogna riportarcelo quanto prima, che i conti vanno tenuti in ordine, che ci vuole serietà e insomma tutta l’ortodossia terzopolista. L’effetto surreale è che l’arringa si svolge a tre metri da dove una ragazza si sta dando parecchio da fare con quello che l’erudito della Donna della domenica avrebbe chiamato un "itifallo", qui però in versione di gomma da masticare. Ma berlusconiani, nessuno? Alla platea, nonno Silvio risulta simpatico, anzi invidiato, anche con commenti irriferibili sulle sue frequentazioni, ma nessuno dice di votarlo. Sul fronte del centrodestra, semmai, colpisce come Meloni piaccia più di Salvini, e proprio nella bergamasca già leghistissima. Il blocco navale, in particolare, va fortissimo.
Però più che l’Italia al voto sembra un’Italia al vuoto di nozioni basiche. Repubblica parlamentare o presidenziale, uninominale e proporzionale sono concetti peggio che ignoti. Proprio, non interessano. Recordman del disimpegno, Giuseppe, neomaggiorenne da un paese della zona: non sa nemmeno che il 25 settembre si voti, e dire che per la prima volta dovrebbe farlo pure lui. «Davvero? Allora deciderò all’ultimo, magari chiedendo ai miei compagni di classe». Anche le artiste sembrano non sentire troppo il momento politico. Una diciottenne di Torino («Non metta il nome per piacere, nemmeno quello d’arte, a casa leggono La Stampa») piena di piercing («E ci sono pure quelli che non vedi!»), ancora indecisa fra la sexy carriera e iscriversi a Psicologia (propende però per la seconda ipotesi, per fortuna) invece che si voti lo sa benissimo, ma non ha ancora scelto per chi: «Non ci sto capendo niente». Intanto la musica è sempre più alta, le artiste sempre più nude e il finto giapponese si rivela essere un venerato maestro di "shibaru", il bondage nipponico, di cui dà un esempio legando una paziente e svestita signorina a un gancio penzolante dal soffitto. Elezioni? Quali elezioni?