Corriere della Sera, 28 agosto 2022
Il cardinal Becciu invitato al Concistoro
«Magnanimità umile, potenza mite, universalità attenta ai dettagli»: Francesco ieri pomeriggio in San Pietro ha elencato così gli atteggiamenti che dovrebbero caratterizzare un cardinale. Lo ha fatto durante l’omelia del Concistoro nel quale – per l’ottava volta – ha nominato nuovi cardinali, che stavolta sono stati venti.
È stato anche il Concistoro del ritorno del cardinale Angelo Becciu tra i confratelli, dopo due anni di assenza: il Papa l’aveva personalmente invitato a partecipare, in deroga alla privazione dei «diritti connessi al cardinalato» con cui l’aveva colpito nel settembre del 2020, a motivo di accuse sull’uso di fondi della Santa Sede durante il settennato in cui fu sostituto alla Segreteria di Stato (2011-2018).
Il cardinale era seduto in prima fila, sul lato destro della Basilica Vaticana, secondo l’ordine di precedenza che gli spetta, visibilmente emozionato e soddisfatto. C’è stato anche un momento in cui il Papa, dall’altare, gli ha rivolto un evidente cenno di saluto con la mano e con il capo.
Chi ha potuto parlarci dopo la cerimonia racconta della soddisfazione di Becciu per il calore con cui è stato accolto dai porporati ma anche, all’uscita dalla Basilica, da quanti l’hanno riconosciuto e salutato.
I «confratelli» sono concordi nell’apprezzare l’invito del Papa a Becciu. Addirittura qualcuno vorrebbe la sua immediata riabilitazione, mentre altri chiedono di attendere il verdetto del tribunale vaticano: il cardinale è sotto processo, con altri nove imputati, per vicende economiche. La sentenza è attesa per il prossimo ottobre. Uno dei nuovi cardinali italiani, Arrigo Miglio, arcivescovo emerito di Cagliari, ha espresso la sua «contentezza» per il gesto del Papa di invitare Becciu al Concistoro e la sua «fiducia che la vicenda si concluda con il riconoscimento pieno della sua correttezza». Analoga la riflessione di un altro dei nuovi cardinali italiani, Oscar Cantoni, vescovo di Como: «Infine il tempo è galantuomo e arriva per tutti il momento del riconoscimento dei propri giusti diritti». Frasi simili sono state pronunciate da altri cardinali come Eijk (olandese), O’Malley (statunitense), Costa (brasiliano), Erdo (ungherese). C’è chi chiede di non essere citato ma arriva a parlare di «santo subito» e chi punta il dito contro una mancanza di equilibrio: «Forse è stata precipitosa la sanzione ma altrettanto precipitosa è la riabilitazione».
I nuovi cardinali italiani sono cinque, solo due «elettori», che cioè entreranno in Conclave avendo meno di 80 anni: Oscar Cantoni, vescovo di Como, e Giorgio Marengo, missionario in Mongolia. I tre italiani che hanno più di 80 anni sono Arrigo Miglio (già arcivescovo di Cagliari), Gianfranco Ghirlanda (gesuita, già rettore della Gregoriana), Fortunato Frezza (prete, già sottosegretario al Sinodo dei vescovi). Con questo Concistoro ottengono per la prima volta un cardinale quattro Paesi: Mongolia, Paraguay, Singapore, Timor Est. Il totale dei porporati sale a 226 e quello degli elettori a 132: 12 in più rispetto al tetto di 120 fissato da Paolo VI. Ma è ormai abituale che quel tetto venga sfondato.
A questo Concistoro delle nomine seguirà, domani e martedì, il Concistoro straordinario, ovvero quello di consultazione, che tratterà della riforma della Curia promulgata il 19 marzo con la Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium (Predicate il Vangelo). Anche lì ci sarà Becciu.