la Repubblica, 27 agosto 2022
Belafonte al Tonight Show cambiò la tv
C’è Bob Kennedy seduto dalla parte dell’ospite e le battute scorrono una dopo l’altra, oppure sul divanetto dove rimangono seduti gli ospiti precedenti c’è Paul Newman, che è famoso, giovane, bellissimo e soprattutto è bianco. E l’ospite che parla col conduttore invece è Sidney Poitier, che vanta gli stessi aggettivi di Paul Newman e però è nero. Era la settimana che modificò radicalmente la percezione della tv americana: era il febbraio del 1968 e Johnny Carson, conduttore del Tonight Show della Nbc, fece una cosa semplice: si assentò per cinque giorni e lasciò il suo posto a Harry Belafonte. Che non solo era nero, ma era un tipo di enorme successo nella musica e si batteva per i diritti civili. L’America – nel senso diquella che non andava a dormire se non si divertiva prima un po’ con Johnny Carson – rimase attonita o qualcosa del genere. E vale anche solo per guardare queste sequenze d’epoca – quelle che si sono salvate, allora si registrava poco e si cancellava molto – il doc The Sit-In: Harry Belafonte presenta The Tonight Show, su Sky Documentaries. Nessuno osò cancellare le interviste di Belafonte a Bob Kennedy e soprattutto quella a Martin Luther King. Per lo show di seconda serata della tv americana era una novità clamorosa: non solo il conduttore nero, ma temi seri senza divertimento annesso e soprattutto “quei” temi. I diritti, il razzismo, la povertà: Luther King ne esce in tutta la sua complessità e quell’accostamento con il giovaneKennedy, pensando a come sarebbe andata a finire di lì a poco per entrambi, mette i brividi. Il doc, firmato da Yoruba Richen, è inestimabile: non fa solo la storia di un evento televisivo, ma amplia da subito il quadro socio-politico di riferimento, mentre le star si susseguono davanti a Belafonte che lui stesso, oggi, ricorda con un misto di orgoglio ed emozione.