La Stampa, 27 agosto 2022
Ecco i documenti che aveva Trump a Mar-a-Lago
Sotto la pressione dei repubblicani e sotto richiesta di Donald Trump stesso, è stato reso pubblico il documento attraverso il quale l’Fbi ha ottenuto dal giudice della Florida l’autorizzazione per la clamorosa perquisizione avvenuta l’8 agosto a Mar-a-Lago, ormai residenza primaria dell’ex presidente da quando ha lasciato la Casa Bianca. Nella sua richiesta lunga 38 pagine – ma con molti tratti oscurati - l’Fbi ha argomentato che ci sono «probabili motivi per credere» che materiali classificati sulla sicurezza nazionale siano portati in modo improprio in luoghi «non autorizzati» e che durante la perquisizione c’era la probabilità di trovate «prove di ostruzione».
L’Fbi aveva aperto un’indagine penale il 9 febbraio, dopo che gli archivi nazionali avevano inviato una raccomandazione. La dichiarazione giurata afferma che 14 delle 15 scatole ricevute dagli archivi nazionali all’inizio dell’anno - che Trump aveva preso e portato con sé dalla Casa Bianca - contenevano informazioni riservate: alcune fonti citano ben 185 documenti riservati. Venticinque di questi contenevano informazioni contrassegnate come «top secret». Nella una tranche di documenti consegnati agli archivi nazionali all’inizio di quest’anno, gli agenti dell’Fbi hanno infatti trovato documenti sensibili con informazioni sulla Central Intelligence Agency (Cia) e sulla National Security Agency (Nsa).
Alcuni documenti erano contrassegnati come Hcs e potrebbero riferirsi a informazioni su spie in Paesi stranieri le cui vite sarebbero state a rischio se le loro identità fossero state rivelate. Altri erano contrassegnati come Fisa, un riferimento alla raccolta di informazioni che coinvolge persone sospettate di spionaggio o terrorismo. Gli agenti hanno anche trovato documenti che potrebbero contenere intercettazioni di segnali di comunicazioni e intelligence estere non destinate a essere rilasciate a governi o cittadini stranieri, nonché documenti non destinati a essere condivisi senza l’approvazione del suo proprietario originale. Insieme all’affidavit è stato reso pubblico anche il documento in cui il Dipartimento di giustizia spiega perché ha oscurato così tanto dell’affidavit stesso.
La nota afferma che gli investigatori hanno redatto parti della dichiarazione giurata perché ricca di dettagli che potrebbero fornire una tabella di marcia per chiunque intenda ostacolare le indagini in futuro. In particolare si parla dell’identità dei testimoni: se fosse rivelata «potrebbero essere soggetti a ritorsioni, intimidazioni o molestie e persino minacce alla loro incolumità fisica», osserva la corte. Aggiungendo: «Nel caso in oggetto queste preoccupazioni non sono ipotetiche». La corte fa anche menzione di un aumento delle minacce specifiche di violenza agli agenti dell’Fbi legati al caso e delle minacce violente al personale dell’Fbi in generale sulla scia della perquisizione dell’8 agosto. «Sono necessari piccoli ma importanti oscuramenti per proteggere l’incolumità del personale delle forze dell’ordine». Un’ora dopo la pubblicazione del documento, Donald Trump ha risposto sul suo social Truth chiamando la perquisizione «uno stratagemma» per fare pubbliche relazioni da parte dell’Fbi e del Dipartimento di giustizia. «Nessun accenno al nucleare», ha scritto riferendosi alle voci che erano circolate nei giorni scorsi sul fatto che i documenti tenuti impropriamente a Mar-a-Lago contenessero informazioni sull’arsenale nucleare americano. I figli Donald Jr e Eric hanno invece commentato le molte pagine oscurate dell’affidavit reso pubblico. «Alla faccia della trasparenza», hanno scritto su Twitter. Taylor Budowich, direttore delle comunicazioni di Trump, ha commentato: «Il rilascio di una dichiarazione giurata, apertamente politica e pesantemente redatta dimostra solo che l’amministrazione Biden è disperata». La Casa Bianca si è invece rifiutata di commentare. «Riteniamo che non sia appropriato», ha detto la portavoce Karine Jean-Pierre. Il presidente Biden pensa sia importante che il Dipartimento di giustizia conduca un’indagine indipendente».