Il Messaggero, 27 agosto 2022
L’asta da record della collezione di Paul Allen
Una visita alla Tate Gallery a Londra. Una passeggiata tra le sale, quasi a volersi perdere tra le opere. Poi, una sorta di illuminazione: lo sguardo si fa conquistare dalle tempestose pennellate di William Turner, che dell’emozione fanno paesaggio, dagli scenari di Monet, dove è la luce a creare l’orizzonte, fino ad arrivare a Roy Lichtenstein e alla narrazione pop del mondo. È stato in questo modo che Paul Allen, fondatore con Bill Gates di Microsoft, deceduto a 65 anni nel 2018, si è fatto affascinare dalla pittura. O almeno, così raccontava quella che definiva la sua esperienza «più significativa» nell’arte. Un’occasione che lo ha fatto diventare uno dei grandi nomi del collezionismo: nel 1997 è stato inserito per la prima volta nell’annuale Top 200 Collectors.
LE CAUSE
Dal colpo di fulmine londinese, infatti, è nata una imponente collezione di opere, da Botticelli a Canaletto, da Klimt a Rothko, insomma dai grandi maestri del passato ai big del contemporaneo, in un viaggio in secoli di riflessione sul Bello. Ora, la collezione sta per essere oggetto di quella che, per una raccolta privata, si annuncia come la più grande vendita nella storia delle aste. A dare l’annuncio è stata Christie’s, che batterà oltre 150 opere, a New York, a novembre, nell’evento intitolato Visionary: The Paul G. Allen Collection, a sottolineare l’anima da innovatore di Allen e il segno rivoluzionario, cifra dei lavori nella collezione. E se i nomi degli artisti sono d’eccellenza – si spazia tra Brueghel, Renoir, Hopper – le stime di incasso sono da capogiro: più di un miliardo di dollari. Il ricavato sarà devoluto in beneficenza. «Se qualcosa ha il potenziale di fare del bene, allora dovremmo farlo», amava ripetere Allen, che nel tempo ha distribuito due miliardi di dollari in fondi legati a cause mediche, ambientali e culturali. A fare del bene, ora, quindi, saranno capolavori di differenti autori ed epoche, in una trama di contrasti che era cuore e filosofia della collezione.
I MUSEI DEL MONDO
A spiccare sarà il dipinto La montagne Sainte-Victoire di Paul Cézanne, stimato oltre 100 milioni di dollari. Poi, Small False Start di Jasper Johns, valutato oltre 50 milioni di dollari, La foresta di betulle di Gustav Klimt, datata 1903, comprata proprio da Christie’s per 40,3 milioni di dollari, nonché Maternità II realizzata da Paul Gauguin nel 1899, e Yellow Over Purple, eseguita da Mark Rothko nel 1956, acquistati a inizio del nuovo millennio, rispettivamente per 39,2 e 14,3 milioni di dollari. Ancora, una veduta del Canal Grande di Canaletto. Tra i tanti, anche capolavori di Sandro Botticelli, Edouard Manet, Claude Monet, Alexander Calder, Georgia O’Keeffe, Ed Ruscha, David Hockney. Nel tempo, Allen ha prestato opere a più musei nel mondo e le ha esposte in varie occasioni.
Alla sua morte per complicazioni dovute a un linfoma non Hodgkin, Allen ha lasciato il patrimonio alla sorella Jody, presidente della sua società di investimenti Vulcan. «Credeva che l’arte esprimesse una visione unica della realtà – combinando lo stato intimo dell’artista e l’occhio interiore – in un modo che può ispirare tutti noi», afferma Jody Allen. «Queste opere significano così tanto per così tanti» e genereranno «un enorme valore per attività filantropiche, secondo i desideri di Paul».
LA FILANTROPIA
Pioniere della tecnologia da metà anni Settanta – ha ideato, con Gates, il sistema operativo per pc di Microsoft, fondata nel 1975 e da cui si allontanò già nel 1983 per problemi di salute e contrasti con il socio – Allen ha poi conquistato la scena proprio per arte e filantropia. Ora si appresta a lasciare nuovamente il segno: l’attuale record per la vendita di una collezione d’arte è stato stabilito da Harry e Linda Macklowe con 922 milioni di dollari in più aste da Sotheby’s, la scorsa primavera. «La figura ispiratrice di Allen, la straordinaria qualità e diversità delle opere e la destinazione dei proventi della vendita delle opere d’arte creano una combinazione unica che renderà l’asta della sua collezione un evento di portata senza precedenti», commenta Guillaume Cerutti, ceo di Christie’s. Una questione di valore. E, più ancora, di valori. «Vivere con queste opere d’arte è davvero sorprendente – dichiarò Allen nel 2015 a Bloomberg – Senti che dovresti condividerne alcune per dare al pubblico la possibilità di vederle».