ItaliaOggi, 26 agosto 2022
Tedeschi oppressi dai burocrati
Per il nuovo aeroporto di Berlino ci sono voluti vent’anni dal primo progetto, e dieci dal giorno in cui fu annunciata l’inaugurazione a quando si riuscì poi realmente ad aprirlo. Ora, un anno dopo, rivela difetti imperdonabili. Ebbene, per un ascensore da installare in una stazione della metropolitana nella capitale, occorrono in media nove anni. Colpa sempre di qualcun altro, ma la responsabile principale è la burocrazia.
A Roma si è dovuto aspettare almeno un anno, forse qualche mese in più, per riparare le scale mobili del metrò a Piazza Barberini. L’ascensore nella mia stazione alla Wagner Platz, sulla linea 7, è stato completato in tre anni. Quattro per quello sulla stessa linea all’Adenauer Platz. Si è andati più veloci della media, ma ignoro quanto tempo si sia perso prima con le scartoffie. I lavori alla stazione Bismarckstrasse, durano da anni, non sono stati ancora completati, ignoro cosa stiano facendo.
In queste stazioni ci sono già le scale mobili ma per chi ha un handicap e per le madri con le carrozzine non è sempre agevole usarle. A Berlino, 38 stazioni sono ancora senza ascensore, ha denunciato la Berliner Zeitung, si procede lentamente, verranno messe a posto entro un decennio. Almeno si spera.
Da romano di adozione, non mi lamento dei mezzi pubblici a Berlino, anche se sono sempre meno efficienti, e sono cari. Per una corsa 2,80 euro ma solo in una direzione, se si torna indietro solo di una stazione si deve rifare il biglietto. Due euro per una corsa breve, sei fermate in bus, tre in metro. A fine agosto terminerà il regalo del biglietto a 9 euro per un mese (da giugno), valido sulla rete urbana e su tutta la rete ferroviaria nazionale. Ma si annunciano rincari a settembre.
Anni fa Alberto Arbasino fu preso in giro perché in un articolo al tempo del Muro, scrisse che sentiva passare i treni sotto un ponte del metrò a Berlino. Aveva ragione lui: sarà stato sotto un ponte della S-Bahn, la rete ferroviaria urbana che corre in superficie. Comunque, anche la metropolitana, ovviamente, come a Roma, per alcuni tratti corre all’aperto, ed ha dei ponti.
È un’anomalia di Berlino avere due reti che non è semplice coordinare. La S-Bahn è gestita dalle ferrovie nazionali, che la trascurano, e la U-Bahn, il metrò, dalla società controllata dall’amministrazione cittadina. Costruire un ascensore che elimini le barriere architettoniche per le due linee è complicato, e più costoso, ma non spiega perché si debba attendere nove anni.
Uwe Kutscher è il direttore dei lavori nel metrò, oggi sono aperti una trentina di grandi cantieri, e innumerevoli più piccoli, e ha dichiarato: «Non dipende da me». Non mancano i fondi, ogni anno si spendono da 150 a 180 milioni per i lavori. I progetti e le autorizzazioni seguono una procedura complicata. A volte i lavori si interrompono per salvare dei rettili, ha sospirato. Non ho mai visto un serpente in uno dei parchi della capitale, ma gli credo.
Dal primo progetto all’inizio dei lavori trascorrono sette anni, in media, intanto aumenta il preventivo dei costi. Porta come esempio i lavori alla stazione della Bayerischer Platz, qui si incrociano la linea 7 e la 4, l’ascensore dovrà collegare tre livelli, manca lo spazio, e non si può uscire al centro della strada. L’ascensore potrà essere piazzato solo dove ora si trova la centrale elettronica di controllo. I lavori sono cominciati nel 2014, e la fine è prevista per il marzo del prossimo anno.
L’ascensore è in costruzione anche alla stazione del municipio di Schöneberg, dove il 26 giugno del ’63, si affacciò John Kennedy per pronunciare la storica frase «Ich bin ein Berliner», sono un berlinese. Il Muro era stato costruito da meno di due anni. I lavori al metrò sono sempre complicati dalla divisione, 33 anni dopo il suo crollo. Le due linee erano divise, tra est e ovest, e i treni a volte correvano attraversando stazioni fantasma, chiuse al pubblico.
La BVG, la società dei trasporti urbani, per legge per ogni lavoro deve presentare tre progetti, e una cinquantina di uffici, fondazioni, società, compresa l’Associazione dei cacciatori, devono dare il loro assenso. «E c’è sempre qualcuno che si oppone», si è lamentato Kutscher.