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 2022  agosto 24 Mercoledì calendario

“LADY DIANA RESPIRAVA A FATICA, MA IL SUO VOLTO ERA PERFETTO”  - A 25 ANNI DALLA MORTE DELLA PRINCIPESSA, FREDERIC MAILLIEZ, IL MEDICO CHE LA SOCCORSE PER PRIMO, PARLA A “OGGI”: “NON AVEVO DEFIBRILLATORE, PER L’AUTISTA E L’UOMO SUL SEDILE DIETRO NON C’ERA NULLA CHE POTESSI FARE. LA DONNA ERA IPOTONICA. FACEVA FATICA. MA SOLLEVARE LA TESTA LE HA PERMESSO DI MIGLIORARE L’AREAZIONE. PAPARAZZI? NON CE N’ERANO. HO SCOPERTO CHE ERA LEI SOLO QUANDO…” -

«La testa era abbassata sul petto. Dovevo sollevarla, ho messo la mano sul collo, ho cominciato a spingere verso l’alto e a un certo punto ho avuto davanti lo splendore del suo volto integro, perfetto… Ho appoggiato la sinistra sulla nuca. Ho ancora nelle dita la sensazione di delicatezza di quei capelli morbidi, lucenti, curatissimi...».

A 25 anni dal tragico schianto nel tunnel de L’Alma, a Parigi, parla a OGGI il medico che soccorse Lady Diana, Frederic Mailliez, che era lì di passaggio. «Mi sono reso conto che ferma sulla corsia opposta c’era un’auto distrutta. Da quanto tempo era successo? Secondo la polizia, 30 secondi. Mi sono fermato, ho messo il lampeggiante sul tetto, sono sceso e sono corso dall’altra parte… Ho guardato dai finestrini di destra per fare un bilancio rapido… C’erano quattro persone. Il guidatore era scivolato in avanti, quasi non lo vedevo. A fianco c’era un uomo dolorante (Trevor Rees-Jones, guardia del corpo, ndr). Dietro c’era una donna. Posizione verticale, ginocchia sul pavimento, appoggiata al sedile davanti. Era di profilo, girata verso l’interno dell’auto. Respirava. Sul sedile posteriore era disteso un uomo, (Dodi, ndr). Non respirava. Sembrava in arresto cardiaco».

Il dottore ricorda tutti i dettagli e li riferisce a OGGI: «Ho chiamato i soccorsi. Due in arresto cardiaco e due in condizioni gravi, ho detto. Non avevo defibrillatore, per l’autista e l’uomo sul sedile dietro non c’era nulla che potessi fare. Il passeggero davanti si lamentava, era cosciente, quindi poteva aspettare. La donna respirava a fatica. Ho preso la maschera respiratoria e l’ho soccorsa. Era ipotonica. Faceva fatica. Ma sollevare la testa le ha permesso di migliorare l’areazione».

Poi conferma quanto detto agli inquirenti: «Al momento in cui sono arrivato nel tunnel, paparazzi non ce n’erano. E quando sono arrivati non hanno mai intralciato il mio lavoro».

Frederic Mailliez scoprì d’aver soccorso Diana solo il mattino dopo: «Il mio compagno m’ha svegliato e m’ha raccontato tutto. È stato uno choc». E poi fu «proiettato in una dimensione surreale… Un giornalista americano mi ha descritto come un agente dei servizi segreti britannici, intervenuto per finire Diana».