Corriere della Sera, 24 agosto 2022
Sotto il diluvio degli omissis
«Il responsabile dell’abuso edilizio, in qualità di proprietario degli immobili censiti in catasto terreni al Fg. 5 mappale n. 516, risulta essere la ***** – p.IVA *****, con sede a ***** via *****, legalmente rappresentata dal sig. ***** nato a ***** il ***** – C.F. ***** residente a ***** in via *****, in qualità di Presidente del Consiglio di Amministrazione». Dieci omissis su 59 parole! Più di uno ogni sei! L’ordinanza n. 32 di «rimessa in pristino per opere realizzate in assenza di permesso di costruire, in totale difformità o con variazioni essenziali (art. 31 del D.P.R. n. 380/2001 e s.m.i.)» pubblicata sull’albo pretorio di Bolzano Vicentino, un paese di 6.384 abitanti sulla strada Vicenza-Cittadella merita il Guinness dei Primati. Sia chiaro: il ricorso agli asterischi per occultare i protagonisti di vicende che possano sollevare scandalo fra i corregionali o i concittadini è vecchio. E ha visto episodi stupefacenti. Come una delibera della Regione Calabria del 2013 che stabiliva di «liquidare all’on. (Omissis) l’assegno mensile di euro 6.647,67 al lordo delle ritenute di legge, a titolo di vitalizio maturato per il mandato di Consigliere Regionale». E chi era questo «omissis» che andava a prendere un vitalizio sette volte più alto del reddito pro capite calabrese? L’ex potentissimo assessore regionale Mimmo Crea. Condannato due anni prima a cinque anni e mezzo di carcere per peculato. «Eh, la Calabria!» Sbuffano i nordisti più fanatici. Stavolta «l’omissis», come hanno raccontato il Giornale di Vicenza e Vicenza Today, copre invece Daniele Galvan, il sindaco di Bolzano Vicentino il cui mandato scade nella primavera 2023 anche se le opposizioni vorrebbero dimissioni lampo. Non solo per il pessimo esempio dato con l’abuso da demolire («una platea di 7 metri per 6 per una altezza di 30 centimetri, tra l’altro occultata con quindici centimetri di terreno di riporto, in area di vincolo paesaggistico e all’interno di una fascia di rispetto idraulico»). Ma anche per non avere mai risposto alle contestazioni di avversari e giornali. Pesa come un macigno la strabiliante e ridicola grandinata di asterischi (non ci crederete: «ragioni di privacy») che nell’ordinanza appena citata nasconde i nomi, i ruoli, gli indirizzi non solo del sindaco ma perfino del suo avvocato. Cinquantadue omissis (52!) su due pagine dopo tre di premesse: richiamato… preso atto… visto... Verificato…