Corriere della Sera, 24 agosto 2022
Breve biografia di Andrea Augello
A Giorgia Meloni dice grazie per la candidatura come capolista al Senato nel Lazio 2. E non solo perché segnerà il suo ritorno in Parlamento dopo una legislatura di assenza, durante la quale non ha mai smesso di fare politica come leader di un’area ampia della destra romana nonostante nell’ultimo anno abbia dovuto rallentare per una seria malattia oncologica che non gli ha fiaccato lo spirito: «Sono un po’ come Jack Nicholson in Qualcuno volò sul nido del cuculo— sorride —. Animo il gruppo di noi in cura e provo a indicare una strada: terapia è anche rimanere attaccati alla vita, facendo quello che amiamo, combattendo ogni giorno». Ma Andrea Augello è felice soprattutto perché può «esserci in questa legislatura: per una comunità che, come per la mia generazione, ha visto morire amici a 17 anni, ha percorso una strada irta, ha lottato per i propri ideali tutta la vita, è una immensa soddisfazione e responsabilità vedere una dei nostri premier. Qualcosa di inimmaginabile quando eravamo giovani». E lui, il «duro», il «glaciale» Augello già lo sa: «Quel giorno, se arriverà, non tratterrò le lacrime». Ma anche Giorgia Meloni deve dire grazie a chi, indirettamente, le ha aperto la strada per un cammino che può concludersi trionfalmente. Perché Augello, 61 anni – fratello dello scomparso Tony, come lui di area rautiana, amatissimo esponente della destra dura e pura romana – a inizio anni ’80 assieme ad Alemanno e Rampelli rianimò quel Fronte della Gioventù di cui, in tempi molto meno feroci in cui non c’erano più «nemici» ma «avversari», Meloni divenne leader: «Io avevo la “giurisdizione” per Roma Nord, Fabio per Colle Oppio e Roma Est e Gianni per Sommacampagna e Salario. Da quella fucina uscirono tanti dirigenti del partito, fino alla terza generazione, quella di Giorgia. Era così diversa. Noi eravamo competitivi tra noi, lei era trasversale, ecumenica, si faceva accettare da tutti. Aveva quella luce negli occhi che trovi raramente». Augello ha avuto negli anni ruoli dietro le quinte e in prima fila: stratega delle campagne elettorali vincenti di Storace, Alemanno, Polverini, assessore, sottosegretario con Berlusconi, poi dopo la rottura tra Fini e Berlusconi, la scelta di avvicinarsi ad aree più di centro: ad Alfano prima, Quagliariello poi. Fino all’esclusione dalle liste del 2013: «Ma non serve un seggio per fare politica». Infine, il ritorno a casa: Meloni, per le Europee 2019, con FdI a rischio di prosciugamento da parte della Lega, fa appello agli esponenti della destra tradizionale e no. Augello risponde, candida non se stesso ma sua moglie Roberta Angelilli, fortissima sul territorio. Un successo. Lui resta nell’ombra: «Ho solo la tessera di partito, mai cercato incarichi». Ora il nuovo inizio. E due parole: «Che emozione».