il Fatto Quotidiano, 24 agosto 2022
Il fantacalcio è sempre più complicato
Ogni gioco ha bisogno di rinnovarsi per non morire. Vale per il calcio, con risultati più o meno discutibili (si vedano le polemiche che si ripetono ogni settimana sul Var), e vale ancor di più per il fantacalcio, che con ben 6 milioni di giocatori è fra i giochi più popolari in Italia. Oltre a quello normale c’è la variante “continuativa”, in cui la rosa è costruita su più anni, e c’è soprattutto il Mantra, pensato per i fantallenatori più esperti; quelli a cui non basta avere in squadra Lukaku o Immobile, ma che vogliono costruire una formazione studiata in ogni dettaglio: per vincere il montepremi finale, ma soprattutto per “alzare la coppa in faccia” ai propri amici. “Mentre la versione base è quella più banalotta, dove i giocatori divisi solo in quattro macro-ruoli, nel Mantra ci sono posizioni specifiche da rispettare, dal terzino fino alla punta centrale, e quindi si aggiunge una dinamica tattica importante: non puoi schierare un centrocampo di soli trequartisti, ad esempio, devi studiarti ogni dettaglio al meglio” spiega Fulvio Gennari, project manager della piattaforma Fantacalcio.it e creatore del Mantra. “L’idea è nata nel 2006 – continua Gennari – quand’era già un po’ di tempo che facevo il fantacalcio con un gruppo di amici. Un giorno però uno di loro mi disse che ci avrebbe abbandonato se non mi fossi inventato qualcosa di diverso. Così dopo una settimana scrissi la prima bozza del Mantra”. In un certo senso si tratta della versione per fantallenatori esperti, “quella che offre una game experience più intensa” dice Gennari.
Creato dal giornalista Riccardo Albini durante gli anni Novanta, il fantacalcio è ormai una specie di rito collettivo, con linguaggi e pratiche ben codificate: ci si riunisce ad agosto o a settembre coi propri amici, e accompagnati da un numero variabile di birre si battono all’asta i migliori giocatori della Serie A, fino a costruire una propria rosa di calciatori da schierare fino alla fine del campionato. Vince chi fa più punti al termine della stagione, anche se le variabili sono molte e spesso imprevedibili, perché determinate dal reale proseguimento della Serie A. Col Mantra il cosiddetto “fattore C”, fra i più vituperati dai fantallenatori, è limitato. Conta la conoscenza del calcio, “anche se ci sono aspetti di cui non si possono tenere conto. Se il tuo amico compra un attaccante sconosciuto al minimo e gli fa 25 gol, beh, per quel tipo di ‘culo’ c’è poco da fare” chiosa Gennari.