ItaliaOggi, 24 agosto 2022
Una città di specchi nel deserto saudita
The Line (la Linea), è l’improbabile proposta architettonica-distopica caldeggiata dal Principe Reale saudita Mohammad bin Salman Al Sa’ud (lui preferisce essere chiamato «MBS», alla maniera di «JFK»), più noto come il mandante putativo dell’atroce assassinio del giornalista compaesano Jamal Khashoggi, caduto in disgrazia e poi fatto letteralmente a pezzi da una squadra di aguzzini all’interno del consolato saudita di Istanbul nel 2018.
Il progetto consisterebbe in una sorta di città lineare compresa all’interno di un’unica struttura binaria alta 500 metri, larga 200 e lunga 170 chilometri, da costruire nel deserto saudita e collegata per tutta la sua lunghezza dalla ferrovia sotterranea ad alta velocità. Sarà interamente ricoperta di specchi per respingere i brutali raggi solari del deserto e anche perché, detto schiettamente, «fa fico».
Al completamento del progetto, The Line dovrebbe ospitare nove milioni di persone, un quarto della popolazione del Regno, che è di 36 mln. Secondo bin Salman «sfiderà il concetto delle città tradizionali, piatte e orizzontali, creando un modello per la conservazione della natura e potenziando la vita umana».
Per quanto sia evidente anche a un cieco che il progetto, che al momento pare esista sostanzialmente solo in forma di rendering, non verrà mai nei fatti realizzato, perlopiù si fa finta di prenderlo sul serio perché: (a) bin Salman è ricco più di Creso, (b) il Mondo ha disperatamente bisogno del petrolio saudita, e (c) nessuno vuole finire come Jamal Khashoggi.