il Giornale, 24 agosto 2022
Giove mai visto
Una gigantesca tempesta di sabbia, i due poli, le aurore accecanti e spettacolari, gli anelli e due minuscole lune. Nessuno, finora, era mai riuscito ad ammirare Giove in modo così dettagliato. Le immagini, incredibili e inedite, sono state diffuse dalla Nasa, catturate dal Webb space telescope, il telescopio più grande e più moderno mai inviato nello spazio, in grado di offrire una visione unica dell’universo grazie alla tecnologia a raggi infrarossi.
Il dispositivo è stato lanciato lo scorso dicembre nell’ambito di una missione che vede protagoniste l’Agenzia spaziale americana, quella europea (Esa) e quella canadese (Csa). E oggi permette di guardare da vicino il pianeta più grande del sistema solare, scoprendo dettagli finora soltanto immaginati. Le foto sono state scattate lo scorso 27 luglio e mostrano l’aurora boreale e quella meridionale, così come la foschia che avvolge i due poli. Ben visibile è anche l’immenso vortice chiamato «Great red spot»: una tempesta di sabbia così grande, secondo la Nasa, «che potrebbe inghiottire la Terra» e che appare bianca a causa del riflesso della luce solare. Webb, grazie ai tre filtri a infrarossi della Near-Infrared Camera (NirCam), immortala anche i due anelli di Giove, «un milione di volte più tenui del pianeta», fa sapere l’Agenzia statunitense, oltre che due minuscole lune chiamate Amaltea e Adrasthea, che spiccano su uno sfondo scintillante di migliaia di stelle, e infine gli strati gassosi. «Non abbiamo mai visto Giove in questo modo. È tutto incredibile», commenta l’astronoma Imke de Pater, dell’università della California, che ha aiutato a guidare l’osservazione insieme con Thierry Fouchet, dell’Osservatorio di Parigi. «Non ci aspettavamo davvero che fosse così bello prosegue -. È davvero straordinario che possiamo vedere i dettagli su Giove insieme con i suoi anelli, i minuscoli satelliti e persino le galassie in un’unica immagine».
Secondo Fouchet, questa è la prova della sensibilità e della versatilità della NirCam, che «rivela le onde luminose, i vortici nell’atmosfera di Giove e contemporaneamente cattura l’oscuro sistema di anelli, un milione di volte più debole del pianeta, così come le lune Amaltea e Adrastea, che sono rispettivamente di circa 200 e 20 chilometri di diametro. Questa singola immagine riassume tutta la scienza del nostro programma sul sistema gioviano». Le istantanee a infrarossi sono state colorate artificialmente di blu, bianco, verde, giallo e arancione per far risaltare le caratteristiche del pianeta e sono state poi rielaborate con il contributo di una giovane appassionata di astronomia, Judy Schmidt. In questo modo è possibile una visione estremamente precisa, che la stessa Nasa ha pubblicamente lodato definendola spettacolare «oltre le aspettative».
Un nuovo successo del super telescopio Webb, costato circa dieci miliardi di dollari e inviato in orbita a circa 1,7 milioni di chilometri dal nostro pianeta – per immortalare gli oggetti celesti presenti nelle galassie più vicine alla Terra così come negli angoli più remoti dello spazio. L’obiettivo degli scienziati è vedere con i propri occhi l’alba dell’universo, scoprendo in che modo le prime stelle e le galassie si sono formate 13,7 miliardi di anni fa. La strada per il momento è ancora lunga, ma di certo il maxi telescopio è già riuscito a rivoluzionare la percezione che l’uomo ha sempre avuto dello spazio intorno alla Terra. Uno spazio ancora tutto da scoprire, non solo nei suoi angoli più nascosti, ma anche dove si pensava di aver già scoperto quasi tutto. Lo scorso luglio Webb aveva inviato la sua prima immagine: un minuscolo puntino luminosissimo. Una galassia lontanissima il cui spettro di emissione – una sorta di impronta digitale – potrebbe aprire una piccola finestra sull’universo primordiale.