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 2022  agosto 23 Martedì calendario

Come nacque l’MD-2, l’ananas che ha conquistato il mondo

Dopo una notte in un hotel affacciato su una spiaggia stupenda, prendo la macchina e avanzo a zig-zag tra le strade di quell’oasi verde che è la Costa Rica fino a raggiungere La Fortuna, il paesino che dà sul vulcano Arenal. Le colate rosse che fino a pochi anni fa fuoriuscivano con regolarità dal vulcano lo hanno reso una delle mete turistiche più popolari.
Prima della partenza avevo scritto ad alcuni imprenditori olandesi attivi nell’industria dell’ananas chiedendo di incontrarci. In un hotel di La Fortuna mi vedo con Jan Wybrand Tuinstra per un caffè. È il direttore di dLv Plant Latin America, una sezione del servizio di consulenza agricola dello Stato olandese che fu privatizzato negli anni Novanta. Tuinstra lavora in Costa Rica dall’inizio degli anni Ottanta, quando finì nel reparto ricerca di Del Monte. Con frasi come «non ero altro che uno schiavo» e «suona più emozionante di quanto non fosse» Tuinstra mette le mani avanti quando gli chiedo cosa sapesse dell’introduzione dell’Md-2 nel Paese. «Però alla fine degli anni Ottanta, quando lavoravo per Del Monte, ho ricevuto alcune scatole dalle Hawaii con la richiesta di trattarle meglio di qualsiasi altra cosa. A volte dico che di fatto sono stato il primo a piantare l’Md-2 in Costa Rica».
 
La varietà era stata scoperta un decennio prima nel Pineapple Research Institute (Pri) delle Hawaii, dove dagli anni Quaranta gli scienziati lavoravano alla creazione di un ananas migliore. Nel laboratorio, ricorrendo alla pratica secolare del miglioramento genetico tramite l’incrocio di diverse specie vegetali, si cercava l’ibrido perfetto: un ananas con caratteristiche migliori rispetto a ciascuno dei suoi “genitori”.
In quel momento l’intero settore si dedicava soprattutto all’ananas in scatola sfruttando la varietà Smooth Cayenne, usata in tutto il mondo. In realtà non si trattava della varietà migliore, visto che specie nei mesi invernali la sua qualità calava. La luce meno intensa e le temperature più basse portavano a una crescita più lenta del frutto, che di conseguenza aveva meno zuccheri ed era più acido.
Per molto tempo alle Hawaii nessuno si occupò del problema perché la gestione delle piantagioni delle isole prevedeva una raccolta prevalentemente estiva, quando la qualità dei frutti era più alta e i salari dei lavoratori stagionali, data la grande o erta, rimanevano bassi. Di conseguenza gli ananas inscatolati in estate potevano essere venduti per tutto l’anno.
La situazione cambiò all’inizio degli anni Sessanta, quando il settore si trasferì in Paesi come le Filippine e la Thailandia.
Per le piantagioni delle Hawaii c’erano due opzioni: chiudere oppure cercare un metodo che rendesse redditizi gli ananas freschi. La costa occidentale americana distava quattromila chilometri, circa sei giorni di navigazione, ma l’arrivo dei container frigoriferi negli scambi marittimi permetteva di far arrivare nei supermercati i frutti in buone condizioni.
Bisognava però portare una nuova varietà. Del Monte sapeva che lo Smooth Cayenne non era adatto: i consumatori si sarebbero accorti subito che la qualità in inverno calava parecchio rispetto all’estate. Per rendere sostenibili gli investimenti necessari per la transizione dal mercato delle conserve al mercato del fresco bisognava che gli introiti fossero garantiti per tutto l’anno.
Gli scienziati del Pri, che era finanziato dalle aziende hawaiane Del Monte, Maui Land & Pineapple e Dole, si misero all’opera. Con molta pazienza – per ogni processo di incrocio, selezione e propagazione erano necessari due anni – furono create decine di varietà diverse.
Nacquero ananas che resistevano meglio alle malattie, contenevano più vitamine, rimanevano dolci anche in inverno, garantivano una raccolta migliore, crescevano più in fretta o possedevano un sapore unico. Peccato che tutte queste varietà avessero anche difetti, e di conseguenza regnava la paura che buona parte del raccolto sarebbe stato inutilizzabile. Un ananas migliore dello Smooth Cayenne non poteva esistere, concluse il Pri nel 1975. L’istituto venne sciolto e le piante di ananas furono assegnate a Del Monte e Maui Land & Pineapple, le due società che avevano continuato a finanziarlo. Dole aveva smesso di collaborare al progetto alcuni anni prima.
L’industria dell’ananas su larga scala sparì dalle Hawaii, ma in alcuni terreni destinati ai test i ricercatori di Del Monte continuarono le sperimentazioni selezionando ogni anno i frutti con le caratteristiche migliori.
Tra le talee del Pri la selezione più promettente era la 114 del 1973. La 73-114, come era stata battezzata la plantula, era il risultato di altri due incroci, la 58-1184 e la 59-443, grazie ai quali nacque un mix delle varietà Smooth Cayenne, Smooth Guatemalan, Ruby, Queen e Pernambuco.
La buccia di questa nuova varietà era tendente all’arancione e più invitante di quella dello Smooth Cayenne, che era tendente al verde. La polpa era di un giallo così intenso da sembrare quasi dorata. Inoltre conteneva meno acidi e molti più zuccheri e vitamina C. La qualità del sapore era eccezionale e la resa promettente.
Del Monte ribattezzò la 73-114 Md-2 in onore di Millie Dillard, la moglie dell’allora capo dell’azienda Frank Dillard. A un’altra varietà promettente, la 73-50, fu dato il nome Md-1 per uso interno.
«Alla fine degli anni Settanta, Del Monte in Costa Rica si dedicava alle banane», spiega Tuinstra. «Ma c’era l’impressione che si potesse fare molto altro. Manghi, fragole, si è provato di tutto. E quindi anche gli ananas».
Del Monte acquistò una malconcia piantagione di ananas grande alcune centinaia di ettari nel distretto di Buenos Aires, provincia di Puntarenas, nel sud-ovest del Paese. Lì furono testate diverse varietà, tra cui l’Md-2. Le piantine a disposizione erano limitate, quindi Jan Wybrand Tuinstra e i suoi colleghi provarono a moltiplicarle in ogni modo possibile.
Per esempio ricorsero a getti e ciuffi, ma anche a un nuovo metodo che stava prendendo piede: la coltura artificiale dei tessuti. Si taglia una pianta in pezzetti minuscoli che poi vengono inseriti in provette di vetro insieme a una sostanza gelatinosa con ormoni vegetali. Le singole cellule crescono in una cella di coltivazione fino a trasformarsi in nuovo tessuto, con il quale si possono creare centinaia di cloni di una pianta.
Il rischio di questo metodo è il veri carsi di una perdita di qualità.
E infatti la prima coltivazione di Md-2 in Costa Rica fu un fallimento, spiega Tuinstra. «I frutti erano deformati, con i ciuffi storti. Una schifezza, insomma. Eppure il sapore del frutto era tale che abbiamo continuato a insistere e alla fine siamo riusciti a padroneggiare la coltivazione.»
Nel 1987, cinque anni dopo quei primi test in Costa Rica, tutti alla Del Monte cominciarono a intuire di avere tra le mani qualcosa di interessante. «L’azienda è diventata molto attenta nel distribuire il materiale per la piantagione. Dai ciuffi veniva tagliato l’apice vegetativo, così da rendere difficile la moltiplicazione tramite coltura dei tessuti. Volevano tenersi quella varietà per sé il più a lungo possibile».
Dopo altri cinque anni la resa dei raccolti di Md-2 raggiunse un livello sufficiente a far partire le esportazioni. Per la vendita la varietà venne di nuovo ribattezzata: Del Monte Gold Extra Sweet. All’inizio degli anni Novanta Del Monte fece testare il nuovo ananas da consumatori di Boston e della Florida, e ben presto si convinse di avere tra le mani una vera e propria miniera d’oro.
(…)
I test sui consumatori di Boston e della Florida mostrarono come nel nuovo ananas fossero state avvertite «note gustative di cocco e mango». Qualcuno riferì addirittura che «aveva il sapore che l’ananas dovrebbe avere». Era servito più di mezzo secolo, ma il sapore e il profumo dolcissimi dell’Md-2 avevano finalmente rispettato la promessa tropicale del frutto, quella che Dole aveva annunciato mettendo sul mercato i barattoli di ananas hawaiano.
Nel 1996 la varietà Gold Extra Sweet fu introdotta in tutti gli Stati Uniti. Nonostante il prezzo al dettaglio fosse del 50% più alto rispetto ai normali Smooth Cayenne provenienti dai Caraibi – in alcuni casi arrivava a sei dollari – ben presto Del Monte non riuscì a soddisfare la domanda. A quel punto la concorrenza drizzò le antenne: di che tipo di ananas si trattava? Tra le aziende rivali nacque un vivace commercio di parti della Gold Extra Sweet, che portò addirittura al contrabbando in Costa Rica dei ciuffi dei frutti acquistati negli Stati Uniti.
Nel 1992 Del Monte aveva provato a brevettare l’Md-2, ma si era imbattuta in due problemi. Sebbene come test, la varietà Md-2 era già stata immessa sul mercato e di conseguenza la richiesta di un brevetto non era più ammissibile. E di fatto Maui Land & Pineapple, in qualità di cofinanziatore del Pri, deteneva a sua volta i diritti. E di un brevetto condiviso non volevano sentir parlare.
A Coral Gables in Florida, sede del quartier generale di Del Monte, fu escogitato un piano con cui si riuscì a tenere la concorrenza a debita distanza. C’era un’altra varietà di ananas, l’Md-1, il fratello minore del frutto del momento. Del Monte lo rinominò co-2 e nel 1994 completò con successo la procedura per brevettarlo.
Poiché, oltre a Del Monte, nessuno sapeva con precisione quale varietà si celasse dietro il nome Gold Extra Sweet, l’azienda inviò una lettera a tutte le rivali che pensava fossero in possesso di componenti dell’Md-2 e, ricorrendo a formulazioni generali e vaghi riferimenti al brevetto del co-2, le minacciò di azioni legali.
 
Del Monte Fresh Product Company è consapevole che la vostra azienda ha acquistato componenti di piante di ananas e sta effettuando ricerche sulla crescita e sulla produzione di piante di ananas.
Del Monte ha inoltre appreso di un tentativo congiunto di rubare tali componenti dalla piantagione Del Monte a  ni di propagazione. Sappiate che Del Monte ha sviluppato tali componenti e intende proteggere i suoi interessi nella misura necessaria. Sappiate inoltre che Del Monte possiede il brevetto statunitense per la varietà vegetale n° 8.863, completato in data 16 agosto 1994.
Vi chiediamo gentilmente di agire di conseguenza.
 
La tattica ebbe successo a lungo: la concorrenza pensò che l’ananas fosse protetto e Del Monte mantenne il suo vantaggio. Il fatturato dell’azienda con la variante Gold passò da 200 milioni di dollari (1996) a 400 (2002).
Verso la fine degli anni Novanta la concorrenza si lanciò al contrattacco. Nel 1999 Dole, per esempio, mise sul merca- to una sua variante del frutto: Dole Premium Select. Poiché riteneva che Dole avesse sottratto «l’ananas più prezioso al mondo», Del Monte la portò in tribunale. Dole non negò che la variante Premium Select fosse stata realizzata a partire da resti di ananas Del Monte, ma sostenne di esserseli procurati in maniera perfettamente legale. Inoltre la società contestò il brevetto cui Del Monte si era appellata negli anni precedenti.
Nel 2002 il giudice diede ragione a Dole. Con l’invio delle lettere Del Monte aveva compiuto un atto fraudolento: l’azienda dichiarava implicitamente che la versione Gold fosse protetta pur sapendo che fosse un’assurdità. La causa si chiuse con un accordo le cui cifre non furono rese note. Anche Maui Land & Pineapple ricevette un importo cospicuo: aveva dimostrato con successo che il co-2 brevettato non era altro che la varietà 73-50 del Pri, di cui anch’essa deteneva i diritti in qualità di cofinanziatore.
Quando si di use la notizia che Del Monte aveva bluffato per tutti quegli anni, i coltivatori di ananas di ogni parte del mondo abbandonarono lo Smooth Cayenne e passarono all’Md-2. Il Millie Dillard 2, l’ananas dalla dolcezza senza precedenti, aveva conquistato il pianeta.