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 2022  agosto 23 Martedì calendario

Periscopio

Gli uomini buoni commetteranno un suicidio intellettuale e lo chiameranno pace. Salman Rushdie (Giulio Meotti, il Foglio).


Viktor Galdobin aveva 49 anni, amava le moto, scriveva poesie, aiutava i cani randagi. Non amava Putin e la sua guerra, argomento sul quale aveva litigato con tutti, colleghi e amici, e perfino con suo padre, un ex poliziotto. È stato ucciso a pugni e calci nella sala biliardo del suo villaggio, nei pressi di Rostov-sul-Don. Gli assassini hanno trasmesso l’esecuzione in diretta su Instagram: si vedono due ragazzi picchiare un uomo che non si difende, e urlare «Gloria all’Ucraina?! Frocio, vaff..., ti piace l’Ucraina?! Prendi, c...!». Si sentono le risate e il grido di una donna «uccidilo, uccidilo, c...». Anna Zafesova, La Stampa.


[Repubblica islamica dell’Iran]. Tortura e altri maltrattamenti, compreso il diniego di adeguate cure mediche ai prigionieri, sono rimaste pratiche diffuse e sistematiche. Sono state imposte pene giudiziarie come fustigazioni, amputazioni e accecamenti. La pena di morte è stata ampiamente utilizzata, anche come arma di repressione politica. Sono state effettuate esecuzioni al termine di processi iniqui. Amnesty International Italia (amnesty.it).


«Perché Umberto Eco non ha mai speso una sola parola in difesa di Rushdie?» chiese nel 1993 Vincenzo Consolo. […] Nico Orengo, responsabile dell’inserto Tuttolibri della Stampa, diceva: «Vorrei rivolgere una domanda a Rushdie. Ha voluto sfidare l’islam oppure ha semplicemente commesso una leggerezza?». Franco Cardini definì Rushdie un «porco». Giulio Meotti, il Foglio.




[Zelenskyy?] Un guitto. [Biden?] Un coglione. Franco Cardini (uno storico).


Possiamo farci un’idea della collettivizzazione forzata [e della carestia pilotata] in Ucraina dicendo che nel corso delle azioni qui raccontate persero la vita circa venti persone non per ogni parola ma per ogni lettera di questo libro. Robert Conquest, Raccolto di dolore.


Mario Draghi è «un Quisling», l’unico voto possibile il 25 settembre è quello alla lista no-vax e filo-putiniana di «Italia sovrana e popolare». Appena quattro giorni prima di morire nell’attentato che ha carbonizzato la sua auto, [la commentatrice politica] Daria Dugina sul suo sito «United world International» pubblicava un articolo di analisi sulla situazione politica italiana. «Uwi» si vende come un […] dotto sito di geopolitica, ma è in realtà un megafono delle idee «euroasianiste» del padre di Daria, Aleksandr Dugin, [«filosofo»] le cui idee hanno innervato il filoputinismo dell’estrema destra [russa ed] europea. Pietro Salvatori 1, HuffPost.




Tra le ipotesi spunta quella del terrorismo interno. Un dissidente: sono stati i «partigiani russi». Titolo della Stampa.


Per il Cremlino vedere nascere in Italia un governo meno duro verso la Russia, più d’un desiderio, è un obiettivo fondamentale: l’unica maniera per rovesciare l’isolamento creato dall’invasione dell’Ucraina. Mai come ora il nostro Paese è strategico per i piani di Mosca. Gianluca Di Feo, la Repubblica.


A firmare l’articolo [pro Italia Sovrana e Popolare sul sito di Daria Dugina] è Fabrizio Verde, direttore de L’Antidiplomatico, uno tra i principali siti di disinformazione in lingua italiana. Verde lo dirige grazie al rapporto con Alessandro Bianchi, che ne ha registrato il dominio. Bianchi è stato per anni collaboratore dei parlamentari 5stelle nelle commissioni esteri, sia della Camera sia del Senato. Pietro Salvatori 2, HuffPost.




Dugin [conosce dal 2008] il futuro consigliere di Trump e attivista d’estrema destra Steve Bannon. Sono in molti a ritenere che i motivi per i quali Trump è stato tenero con Putin, siano legati proprio a quell’incontro tra Bannon e Dugin. Pasquale Motta, lacnews24.it.


Sul muro dell’ufficio elettorale di Medford, in Oregon, Stato che nelle ultime presidenziali ha sempre votato democratico, dopo la vittoria di Biden è comparsa una scritta: «II voto non funziona: la prossima volta pallottole». Massimo Gaggi, CorSera.


Me te compro!? A me? T’ammazzo! Albino Ruberti, capo di gabinetto del sindaco Roberto Gualtieri.


La prospettiva di lavorare [col] Pd ci può stare. Ci siederemo a un tavolo. Giuseppe Conte, Mezz’ora in più, Rai3.




Sono stato travisato. Nelle condizioni attuali con i vertici del Pd […] non potremmo nemmeno sederci al tavolo. Giuseppe Conte, mezz’ora dopo, alle agenzie.


In cosa credete di più? Nella legittimità dello Stato di Israele o negli alieni? Raffaele La Regina (capolista dem «under35» in Basilicata, ha ritirato la candidatura).


Chi si ostina a parlare del diritto d’Israele di difendersi […] chiude gli occhi davanti [al] regime di apartheid d’Israele. Rachele Scarpa (prossima a ritirare la candidatura da capolista dem «under35» a Treviso).


È falso che il Pd abbia atteggiamenti antisemiti. […] Sono espressioni spesso dettate dall’emotività. Piero Fassino (Giuseppe De Lorenzo, il Giornale).


[Sempre a proposito d’emotività:] Buon anniversario della rivoluzione d’ottobre! Marco Sarracino, capolista dem Under35 a Napoli.


Ci mancavano gli under 35. […] Gli antichi romani, che avevano capito tutto, facevano l’esatto contrario dell’odierno giovanilismo: in politica [puntavano sui] vecchi «senex» riuniti nel Senato. Invece questi vorrebbero il Giovinato. Mauro Suttora, HuffPost.


I social sono una benedizione perché fanno sfogare gli indignati, che altrimenti accoltellerebbero i passanti. Guia Soncini, Linkiesta.


«Inchiesta su M.» È un viaggio in tre puntate che il nostro quotidiano inizia oggi. La Repubblica («M.» sta sia per Meloni sia per Mussolini, che agli occhi delle gazzette engagé «pari son», come «questa o quella» nel Rigoletto).


La differenza fra il giornalismo democratico e il giornalismo tout court è che questo è un po’ più democratico. Roberto Gervaso.