Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  agosto 23 Martedì calendario

Confusi e derisi sui social, il castigo dei figli d’arte

Sono il nuovo zimbello della rete, stigmatizzati e presi in giro soprattutto attraverso meme su TikTok per le loro carriere presumibilmente facili: accusati di aver ottenuto quei ruoli solo grazie a importanti cognomi. Rampolli dei divi di Hollywood (e non solo) bollati col marchio del medesimo hashtag: #NepoBaby. Una lista, in effetti ben lunga: e che comprende, per dire, la popolarissima Maya Hawke, 24 anni, star della serie Stranger Things : figlia degli attori Ethan Hawke e Uma Thurman.
E poi Jack Quaid, 30 anni, debutto in The Hunger Games e oggi protagonista della saga The Boys :mamma è Meg Ryan, papà Dennis Quaid. Ancora, Maude Apatow di Euphoria , nata dal legame del regista Judd e dell’attrice Leslie Mann. Senza dimenticare gli Hudson, Kate e Oliver: figli di Goldie Hawn e del musicista Bill Hudson, figliastri di Kurt Russell che dal 1983 è il compagno della madre e fratelli dell’attore Wyatt Russell nato da quest’ultima unione: manco a dirlo, NepoBabies pure lui.
E pazienza se il nepotismo di Hollywood è vecchio quanto gli Studios: iniziato — scrive il Washington Post che al fenomeno ha dedicato la sua copertina del weekend — addirittura dal 1870.
Quando il pugile e aspirante attore Herbert Arthur Chamberlayne Blythe dall’Inghilterra salpò per l’America, cambiò il suo nome in Maurice Barrymore, fece fortuna a teatro e sposò la collega Georgiana Drew: dando vita a una dinastia di star ancora importante e potente. I loro figli furono i divi del muto Lionel, Ethel e John Barrymore visti pure in Grand Hotel , il film con Greta Garbo del 1932. Pronipote è Drew Barrymore che ostenta i suoi avi già dal nome: sì, la piccola Gertie di E.T. , lanciata bambina da Steven Spielberg e oggi conduttrice di un fortunatissimo show su Cbs chiamato proprio come lei. E come dimenticare quella Liza Minnelli che è ben più di una figlia d’arte visto che la madre era niente di meno la Judy Garland del Mago di Oz e papà il regista geniale di tante commedie Vincente Minnelli.
Nell’era dei social e del politicamente corretto, avere genitori famosi è però il nuovo scandalo. E solo su TikTok i video che espongono al pubblico ludibrio i #NepoBaby, hanno già avuto oltre 30 milioni di visualizzazioni. Con la caccia ai “figli di” allargata pure a chi si guadagna da vivere fuori da grande e piccolo schermo. Per dire le modelle figlie di top model (madre di Bella e Gigi Hadid è l’ex mannequin olandese Yolanda van der Herik). Oppure un ibrido come l’attrice e cantante Zoë Kravitz figlia della rock star Lenny e di Lisa Bonet, protagonista della saga afroamericanaI Robinson .
In realtà dal commercio alla politica, passarsi il mestiere di padre in figlio può non sembrare etico: ma è davvero abitudine antica. E infatti la comunità di TikTok li divide pure fra buoni e cattivi: valutando i blasonati eredi hollywoodiani in base a quanto sono onesti rispetto alle loro origini. Ma pure su quanto fanno attività di beneficenza (considerato, evidentemente un modo di espiare la propria buona fortuna). E pure rispetto al tipo di profilo pubblico che mantengono, preferendo chi è più umile e vola più basso.
I “NepoBaby”, dal canto loro, sono ben consapevoli sia della loro fortuna che del rischio di finire beffeggiati sui social. Maile Brady — la figlia diciannovenne del comico Wayne e dell’attrice di origine hawaiana Mandie Taketa — dopo aver esordito nel film La bella e la Bestia nel 2017 ha raccontato il terrore di essere identificata mentre frequentava un corso di recitazione: «Sapevo quanta poca o nessuna pazienza hanno gli altri per chi come me affronta questo genere di sfide, per quanto reali esse siano ». Rari però i “figlie di” che accettano di parlarne, dice il Washington Post dopo averne contatti 60 e ricevendo numerosissimi no. Fra le eccezione Oliver Hudson: «Non c’è dubbio crescere in un certo ambiente permette di metterci tutti e due i piedi dentro. Ma poi devi essere bravo per ottenere il lavoro. L’ho imparato a mie spese», ammette l’artista che nel 2019 ha invece dedicato un podcast, Sibling Revelry , ai rapporti fra fratelli più o meno famosi, affrontandolo con la sorella Kate, e parlandone, per dire, con Dakota ed Elle Fanning e con Matthew e Rooster McConaughey. «Molti di noi non rivelano di chi sono parenti perché alle persone vuoi piacere per quello che sei. Non per la famiglia a cui appartieni». Gli fa eco Gwyneth Paltrow (papà era il regista Bruce): «Rispetto ai colleghi devi dimostrare di essere bravo due volte di più».