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 2022  agosto 23 Martedì calendario

Fazzolari, la mente del programma di Fratelli d’Italia

Mentre infuria la campagna elettorale, Giovanbattista Fazzolari, la mente del programma di Fratelli d’Italia, continua ad occuparsi del tema che davvero può far tremare i polsi al prossimo governo: la crisi economica. E replica a chi giudica Giorgia Meloni inadatta a governare proprio su questo terreno: «Se FdI con il centrodestra vincerà le elezioni, come le tendenze dicono, non è perché gli italiani sono pazzi tanto da affidare ad incapaci pericolosi, come ci dipinge il Pd, il governo. Ma è perché sono molto preoccupati per la situazione economica, e pensano che gli unici in grado di invertire la rotta che porta alla catastrofe siamo noi». 
Cosa li avrebbe convinti? 
«I risultati fallimentari degli ultimi 11 anni in cui il Pd è stato al governo, portandoci sull’orlo del baratro, con i più bassi tassi di crescita e di occupazione della Ue e un aumento del debito. E la consapevolezza della differenza tra noi e loro: noi sappiamo che l’unico modo per tenere in ordine i conti pubblici e il sistema economico complessivo è puntare sulla crescita, mentre per la sinistra l’idea di creare ricchezza è un aspetto trascurabile della questione». 
Ma i risultati degli ultimi mesi però sembrano andare in controtendenza... 
«No, affatto. La crescita di questi mesi altro non è che il fisiologico rimbalzo del Paese che ha avuto il maggior crollo del Pil in Europa». 
E la vostra ricetta è cambiare profondamente il Pnrr, che non avete votato? 
«Mi permetta: noi ci siamo astenuti perché il testo è stato presentato al Parlamento 5 ore prima del voto: un voto al buio, impossibile da dare. Un fatto a dir poco anomalo». 
Sì ma il commissario Ue per gli Affari economici Paolo Gentiloni avverte: sul Pnrr non si può ricominciare da zero. 
«Ma Gentiloni ha detto una cosa molto diversa. Ovvero che la nostra proposta di adeguare il Pnrr alle mutate condizioni del momento – esattamente come previsto dall’articolo 21 del regolamento, e se non è un “cambiamento improvviso” la guerra in Ucraina non si sa cosa lo sia – è fattibile e di buonsenso, e molti Paesi europei stanno facendo la stessa richiesta. Noi poi abbiamo fatto il grave errore di utilizzare tutti i 122 miliardi a debito dei 191 totali del Pnrr e oggi non possiamo più ricorrervi, a differenza della Spagna che invece quei fondi li sta chiedendo ora per affrontare la crisi energetica. Quindi è necessario pensare a cambiamenti. Chiunque vincesse, anche il Pd, lo farebbe. È certo». 
Quali cambiamenti? 

«Per esempio, va ridiscusso il capitolo del passaggio all’energia sostenibile. Oggi rischiamo di dover razionare luce e riscaldamento, quindi dobbiamo pensare a riattivare le diverse fonti energetiche, a partire dall’estrazione di gas nel Mediterraneo, creare rigassificatori, efficientare il trasferimento di energia sul territorio e gli edifici. I capitoli sono tantissimi». 
Come si concilia una richiesta di modifica del Pnrr con le promesse di nuove spese che fa il centrodestra? 
«Veramente la proposta di spesa più eclatante sentita finora è quella del Pd e della mensilità in più: costerebbe 25 miliardi. Noi di FdI abbiamo in mente solo tre provvedimenti da fare subito. Il primo è l’aumento del 50% dell’assegno unico per i figli a carico, fino a un massimo di 260 euro per figlio: costa 6 miliardi, si possono coprire già con la modifica del reddito di cittadinanza e tagliando una moltitudine di bonus inutili». 
Poi? 
«La flat tax al 15% sul reddito incrementato nei tre anni precedenti: incredibile che il Pd attacchi la nostra proposta definendola iniqua quando loro inventarono la tassa “attira-Paperoni” che faceva pagare a Ronaldo solo 100 mila euro di imposte sui redditi prodotti all’estero... Il terzo provvedimento sarà una super-deduzione del costo del lavoro per le imprese che nei tre anni precedenti hanno incrementato il numero di lavoratori: 120% per tutti innalzato al 150% per categorie fragili e nelle zone svantaggiate». 
C’è altro? 
«Un’idea che posso anticipare è quella, a costo zero, di pagare ogni 15 giorni ai dipendenti metà stipendio: è un modo per aumentare la circolazione della moneta e stimolare la crescita». 
Lega e FI però promettono cancellazione della legge Fornero, flat tax al 15%, pensioni minime a 1.000 euro... 
«Nel programma unitario al quale siamo tutti vincolati è presente la flessibilità in uscita dal lavoro, l’innalzamento delle pensioni minime, la flat tax incrementale e la flat tax del 15% per le partite Iva aumentato a 100 mila euro di fatturato, dai 65 mila di oggi, di questa misura si parlava anche con il governo Draghi. Il resto sono tendenze verso le quali vogliamo andare nel tempo, non nella prima legge di Bilancio che andrà varata a cavallo della nascita del nuovo governo».