la Repubblica, 22 agosto 2022
La casa sostenibile della famiglia Malavasi
Nella casa di Giorgio ogni ospite porta un bene prezioso: i 37 gradi di calore corporeo che mantengono il tepore dell’ambiente.
In questo ecosistema di 160 metri quadrati tutte le pareti sono in legno di abete e le finestre non si aprono mai, perché tutto funziona in base ai principi dell’energia pulita. Giorgio Malavasi, 58 anni, lavora aGente Veneta , il settimanale diocesano della provincia di Venezia e ha deciso di rendere la sua casa e la sua famiglia un piccolo ingranaggio di un sogno molto più grande: un mondo pulito e sostenibile. Da un anno vive nella sua nuova villetta a Spinea, hinterland veneziano. E un risultato l’ha già ottenuto: le bollette esorbitanti di luce e gas gli fanno un baffo. «Casa mia costa 50 centesimi al giorno» dice orgoglioso senza paura del futuro.
Giorgio Malavasi, ma davvero casasua costa così poco?
«Certo, stiamo per ottenere la certificazione “Gold Nature” di CasaClima, importante agenzia per l’efficienza energetica e la sostenibilità in edilizia. In Veneto ci sono altre 6 case come la mia, in Italia meno di una quarantina».
Quindi come funziona?
«Con tre ingredienti fondamentali, il primo: l’isolamento. Sulle pareti abbiamo applicato un cappotto di 24 centimetri in fibra di legno tritato, che blocca il freddo d’inverno e il caldo d’estate. Il tutto si completa con finestre a triplo vetro, a tenuta stagna, che impediscono gli spifferi».
Il secondo ingrediente qual è?
«Le energie alternative. Sul tetto ho 27 pannelli fotovoltaici da 10 kilowatt. Quando c’è il sole consumo l’energia corrente, il resto viene stivato in batterie da 16 kilowatt. Quando fa buio o è nuvoloso uso le riserve. Così sono autonomo per l’85% dei consumi, il resto lo compro da Enel.
Con costi bassissimi mi riscaldo, rinfresco e cucino con una piastra a induzione. L’allacciamento alla rete del gas non ce l’ho nemmeno».
Facciamo due conti?
«Sono entrato in questa casa il 1° agosto 2021 e ho pagato bollette elettriche per circa 1000 euro. Ma io produco un surplus di energia, che immetto nella rete Enel e mi viene pagata. Alla fine del primo anno ho incassato circa 1.500 euro, quindi il mio bilancio è in attivo di 500 euro.
Per acqua e rifiuti pago circa 700 euro l’anno, li copro con i soldi guadagnati dalla vendita di corrente . Dunque il costo vivo di questa casa è 200 euro, che divisi per 365 giorni fanno poco più di 50 centesimi».
Tutto bello, ma avrà anche lei lavatrice e asciugatrice?
«Se c’è il sole riesco ad accendere contemporaneamente lavastoviglie,asciugatrice, lavatrice e pure a mettere sotto carica l’auto ibrida di mio figlio. I mesi più difficili sono dicembre e gennaio, quando l’autosufficienza scende al 55%».
Terzo ingrediente?
«La geotermia. Sfrutto la temperatura del sottosuolo che è sempre a 12 gradi, tutto l’anno. A un metro e mezzo di profondità c’è untubo di plastica lungo 200 metri, dentro cui scorre un liquido che prende la temperatura del sottosuolo, poi entra in una scatola nera in casa mia, dove il tubicino a 12 gradi incontra l’aria aspirata dall’esterno. Se è inverno la mitiga, se è estate la rinfresca. La pompa di calore fa il resto».
Com’è la faccenda degli ospiti?
«(Ride). Ogni persona che entra contribuisce a riscaldare l’ambiente, perché il calore viene trattenuto».
Ma siete liberi di aprire le finestre come volete?
«No, questa casa è concepita per tenere le finestre chiuse. L’aria è in continuo riciclo. Se friggi il pesce, dopo 45 minuti scompare la puzza».
Quanto costa una casa così?
«Circa 2.500 euro a metro quadrato.
Io ho usato il superbonus 110% e sono contento, perché ho fatto del bene all’ambiente e alle mie tasche».