la Repubblica, 22 agosto 2022
Le confessioni piccanti di chi lavora ai fast food
Sesso, droga, finti hamburger e forse rock ’n roll. La dura vita dei lavoratori dei fast food potrebbe non essere sempre così noiosa e frustrante, a seconda dei punti di vista: a leggere le confessioni anonime rilasciate sul social Whisper da quelli che si definiscono dipendenti dei fast food, soprattutto negli Stati Uniti, emerge una carrellata di episodi che svela l’insospettabile dietro le quinte delle catene di produzione di patatine fritte e cheeseburger, da Mc-Donald’s a Burger King a Taco Bell. IlDaily Mail li ha messi insieme e in poco tempo la storia è diventata virale, considerata la popolarità dei fast food. Un impiegato, dall’Arizona, rivela di essere l’“unico” al lavoro a non essere fatto di coca, “manager inclusi”, mentre un altro ha indicato nel reparto friggitorie, in mezzo ai vapori caldi dell’olio, il luogo in cui alcuni colleghi si stonano di stupefacenti. Una persona che sostiene di lavorare a un fast food a Fort Wayne, nell’Indiana, ha raccontato che il formaggio, così come la carne, non è veramente tale. «Non abbiamo un vero formaggio – scrive – e tu pensi anche che la carne lo sia». Ma non fornisce altre indicazioni. C’è anche quello che ilDaily Mail definisce un “Robin Hood di Burger King”, un dipendente americano che racconta di rubare ogni giorno fino a trentacinque burger da distribuire poi agli homeless, una volta finito il turno.
Qualche rivelazione anonima è andata anche oltre: un impiegato di un imprecisato McDonald’s a Los Angeles ha raccontato che un giorno, entrando nella stanza frigo, aveva trovato due manager del fastfood fare sesso, utilizzando il pane. «Non mangerò più lì dentro », ha chiuso il messaggio, senza entrare nei dettagli della performance. Veri o presunti, frutto di scherzo o storie reali confessate grazie all’anonimato, leggendo i messaggi ne appaiono alcuni che possono rivelarsi utili per i futuri clienti. Vedi alla voce gentilezza. Per esempio, un lavoratore di Okemos, Michigan, ha confessato di riempire le bevande al novanta per cento di ghiaccio a tutti quei clienti che si rivolgono in modo scortese. Un altro, dal Montana, si segna il nome di ogni bella ragazza che paga con la carta di credito, per poi cercarla su Facebook. «Nessuna remora», aggiunge, per quello che potrebbe essere visto come una sorta di furto di dati personale e potenziale stalking. Uno di Burger King, nel Michigan, odia preparare i frappè al latte, per cui alla fine li carica di sciroppo per far passare ai clienti la voglia di richiederlo. Un altro, beh, ha detto che nei frappè ci sputa, mentre uno dell’Arizona mette sempre una porzione extra di cipolla fritta nelle confezioni, e un altro non si lava le mani quando prepara i pezzetti di pollo. Neanche i tacos sono rimasti immuni dalle confessioni. Una dipendente di Taco Bell a Winter Park, Florida, ha confessato che quando arriva un bel cliente lei usa un messaggio in codice, urlando alla cucina: «Altra salsa piccante, per favore». Così le colleghe si affacciano per dare un’occhiata. Mentre un’altra ha rivelato di aver dato il proprio numero di telefono a tre clienti, scrivendolo sulle tovagliette di carta. Dunque, se vi dovesse capitare, adesso sapete.