Il Post, 21 agosto 2022
Il macabro caso di cronaca di cui si parla in Nuova Zelanda
Lo scorso 11 agosto una famiglia di Auckland, nel nord della Nuova Zelanda, aveva segnalato di aver trovato resti umani in due valigie che aveva comprato in un’asta online assieme ad altri oggetti conservati in un box abbandonato in un deposito della città. Giovedì la polizia neozelandese ha detto che i resti appartengono a due bambini, che al momento della morte potevano avere tra i cinque e i dieci anni. Al momento sono in corso gli accertamenti per identificare i corpi ed è stata aperta un’indagine per omicidio.
Del caso si sta parlando molto sui giornali neozelandesi, ma la storia è stata assai ripresa anche all’estero.
La polizia di Auckland ha esaminato sia il box che conteneva gli oggetti venduti all’asta, sia la casa della famiglia che li aveva comprati tutti insieme, escludendo che sia coinvolta nella morte dei bambini. Come ha spiegato in una conferenza stampa l’ispettore Tofilau Faamanuia Vaaelua, che sta seguendo il caso, le indagini però sono piuttosto complicate, «specialmente se si considera il tempo trascorso tra il momento della morte e la scoperta» dei corpi.
In base alle prime analisi, sembra che i bambini siano morti da tempo e che i loro corpi siano stati conservati nelle valigie all’interno del box per almeno tre o quattro anni, ha detto Vaaelua. Attualmente oltre ai test sul DNA sono in corso le analisi sugli altri oggetti presenti nel box per cercare di ricavare dettagli sui genitori dei bambini e provare a ricostruire le circostanze della loro morte.
La polizia sta anche analizzando le immagini della videosorveglianza del deposito, ma è probabile che non emerga niente di utile visto che il box era abbandonato da tempo e che trascorso un certo periodo le immagini vengono cancellate.
Vaaelua non ha specificato se la polizia abbia contattato il proprietario a cui risultava intestato il box: ha però detto che le indagini stanno facendo progressi grazie all’aiuto della società che gestisce il deposito. Ha anche aggiunto che la polizia neozelandese sta collaborando con l’Interpol, l’organizzazione internazionale della polizia criminale: in base alle prime ricostruzioni, comunque, si pensa che i familiari dei bambini morti siano in Nuova Zelanda.