Corriere della Sera, 21 agosto 2022
I prof no vax ritornano in classe
Il cambio di passo c’era già stato il 15 giugno con la caduta dell’obbligo di vaccinazione per il personale scolastico. I docenti non in regola con la somministrazione dell’anti Covid erano tornati a pieno titolo in cattedra per gli esami di Maturità. Dal primo aprile (decreto Riaperture) erano invece rientrati al lavoro ma spostati in servizi alternativi che non li esponessero al contatto diretto con gli studenti.
La nuova fase comincia ufficialmente il primo settembre con l’avvio dell’anno scolastico 2022-23. I professori no vax sono riammessi a tutti gli effetti all’attività didattica, come indica la nota del ministero dell’Istruzione sulle misure standard per la prevenzione del Covid. Via libera piena a circa 3.800 docenti (2.680 di ruolo) sprovvisti di dosi. Fine definitiva dell’emergenza? No, risponde il ministro della Salute Roberto Speranza al Meeting dell’amicizia fra popoli di Rimini: «Dobbiamo guardare oltre il Covid e possiamo farlo grazie a farmaci e vaccino, tenendo conto però che la pandemia non è evaporata, è una nemica insidiosa, testardamente continuerò a raccomandare di rimanere con i piedi per terra».
Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi è sereno: «La reintegrazione dei professori è avvenuta quando a metà giugno è decaduto l’obbligo di vaccinazione e comunque parliamo di poche migliaia di insegnanti contro i milioni di studenti senza protezione che entreranno in aula. Saremo vigili per cogliere sul nascere eventuali segnali di allarme».
Anche la nota specifica infatti che «nel caso in cui siano adottate nuove regole di prevenzione e sicurezza in corrispondenza dell’evoluzione epidemiologica, il ministero provvederà a darne notizia». L’epidemiologa Stefania Salmaso è d’accordo: «Escludere i no vax ha avuto un senso quando la maggior parte della popolazione era suscettibile, ora non lo è più perché è immunizzata. La mancata copertura del vaccino espone al rischio l’individuo singolo non la collettività». Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’istituto Galeazzi di Milano, vede nel rientro dei docenti «una pacificazione. Giusto metterli da parte in una fase di emergenza, non ora».
Il 5 agosto l’Istituto superiore di sanità aveva pubblicato «le indicazioni strategiche ad interim per la prevenzione e l’intervento ai fini della mitigazione di infezioni da Sars-CoV-2 in ambito scolastico», per primo e secondo livello di istruzione. Tra le misure di base: permanenza a scuola consentita solo senza sintomi/febbre e senza la risposta negativa del test. Igiene delle mani e della respirazione, uso di mascherine Ffp2 per personale e alunni «a rischio di sviluppare forme severe», sanificazione ordinaria, strumenti per la gestione di casi sospetti, ricambio d’aria frequente.
Insiste sull’inadeguatezza di trasporti e scuola nel prepararsi alla diffusione del virus Francesco Vaia, direttore generale dell’istituto Spallanzani. E anche adesso non lesina rimbrotti: «I numeri del Covid scendono ma non aspettiamo inerti l’autunno. Dobbiamo mettere in sicurezza i luoghi della socialità o saremo punto e a capo. Siamo al 20 agosto e non si vedono azioni concrete».