Corriere della Sera, 21 agosto 2022
Chi ha salvato il ristorante Loeb Boathouse di Central Park?
È a un tavolo del ristorante Loeb Boathouse che, in «Harry ti presento Sally», la protagonista e le sue amiche discutono della drammatica penuria di scapoli decenti o di mariti disposti a lasciare davvero le mogli. «Sapete che cosa gli ho trovato nelle tasche?», racconta Marie. «Hanno comprato un tavolo da pranzo. Sua moglie è uscita e ha comprato un tavolo da 1.600 dollari».
«Dove?».
«Il punto non è dove, Alice, il punto è che non la lascerà mai».
È sempre alla Boathouse, sul pontile dove si affittano le barche per fare un giro nel lago di Central Park che, in «Sex and the City», dopo lungo struggimento, Carrie decide di andare a pranzo con Mr. Big (dopo aver promesso all’amica Miranda che non lo bacerà). Si scambiano un imbarazzato «Ciao tu», sospirano e, quando lui si avvicina per baciarla, lei si scansa e finiscono entrambi in acqua (l’attrice Sarah Jessica Parker si tagliò il piede, le fecero d’urgenza l’antitetanica).
Posti di lavoro
Il 17 ottobre avrebbe lasciato a casa 163 dipendenti. Ora sono arrivati 6 milioni di dollari
Luogo romantico e non solo (è là accanto che Borat si lava i mutandoni nel film «Apprendimenti culturali dell’America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan»), unico ristorante affacciato direttamente sul lago di Central Park, la Loeb Boathouse è famosa in tutto il mondo grazie a film e serie tv, ma rischiava di chiudere il prossimo 17 ottobre, lasciando senza lavoro i 163 dipendenti.
Il tabloid New York Post aveva lanciato un appello alla città, chiedendo al sindaco Eric Adams di ridurre l’affitto, visti i problemi del gestore, Dean Poll, nell’affrontare i costi crescenti di cibo e personale a causa dell’inflazione.
Chi ha salvato la Loeb Boathouse? I media parlano di un misterioso miliardario che ha messo sul tavolo un’offerta di sei milioni di dollari e si è rivolto a Poll, con un accordo per finanziare la ristrutturazione della proprietà e mantenerla aperta in base al suo attuale contratto con la città.
Già nel 1870 i newyorkesi amavano trascorrere i pomeriggi estivi rilassandosi con un giro in barca nel laghetto di Central Park e ammirando i primi grattacieli che spuntavano all’orizzonte. Nel parco c’era dunque una boathouse, una rimessa per le barche, un edificio vittoriano in legno progettato nel 1872 dall’architetto Calvert Vaux. Nel Novecento, fu sostituita da una costruzione più rustica, che negli anni Cinquanta era ormai in rovina. Intervennero anche allora dei benefattori: il banchiere e filantropo Carl Loeb e la moglie Adeline.
Il ristoratore Dean Poll di Long Island, noto per aver salvato la Gallagher’s steakhouse dalla chiusura nel 2013, e che ha rilevato la Boathouse nel 2000, stava per gettare la spugna. Il proprietario del ristorante deve pagare alla città fino a 1,7 milioni di dollari o il 7,2 per cento dell’incasso annuo lordo (qualunque sia il valore più alto tra i due). A causa della pandemia, aveva chiuso dall’ottobre 2020 al marzo 2021. Tuttavia quel posto era troppo prezioso non solo per i turisti, ma anche per i newyorkesi che ci vanno nelle occasioni speciali o per i matrimoni (come sa chi ha visto «27 volte in bianco» con Katherine Heigl) e per gli amanti degli uccelli e delle farfalle che lasciano i propri commenti in un libro custodito all’interno.