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 2022  agosto 21 Domenica calendario

La Pravda contro la Meloni

«La potenziale presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni ha scelto la strada del caos e porterà l’Italia in una crisi ancora più profonda dell’attuale». Perché «interessata più all’immagine che all’interesse nazionale». Il durissimo giudizio è espresso nel titolo di un’analisi, che riporta anche dichiarazioni di opinionisti italiani, pubblicata sul sito della russa  Pravda il 17 agosto. «Grave interferenza», replicano da Fratelli d’Italia. 
L’attacco, però, è per i dirigenti del partito anche «una medaglia di cui andiamo fierissimi», come dice il senatore di FdI Giovanbattista Fazzolari. Da appuntarsi, insomma, per rivendicare un posizionamento in vista delle elezioni del 25 settembre. 
L’articolo sull’organo di informazione controllato da oligarchi filo-Putin, nato nel 1999 dopo la scissione di parte della redazione del quotidiano cartaceo Pravda, è firmato da Lyuba Lulko. Prende le mosse dai sondaggi. Quindi evidenzia il posizionamento della «potenziale presidente del Consiglio italiano» sulla guerra in Ucraina. «Meloni ha assicurato che il suo governo sarà solidamente atlantista e che sosterrà l’Ucraina nella sua lotta contro la Russia». 
Poi una digressione su Salvini e i sospetti degli avversari politici sui suoi rapporti con la Russia: «Il compagno di coalizione di Meloni, il leader leghista Matteo Salvini, è sospettato di “aver ucciso” il governo Draghi”su ordine di Vladimir Putin”, lasciando la coalizione con il Pd e innescando le elezioni anticipate». 
Quindi la giornalista prosegue evidenziando quella che ritiene una contraddizione interessata, a fini elettorali, nel posizionamento di Meloni sulla scena internazionale. «Meloni, storicamente euroscettica, ora non ha più il coraggio di esserlo, e si può capire il perché. Nella situazione attuale dell’Ue non sarebbe in grado né di coordinare il programma della coalizione né di competere per le elezioni. Pertanto ha negato vigorosamente i sospetti di ricevere assistenza dalla Russia e ha silenziato le sue battaglie sull’immigrazione e su quella che aveva chiamato, in passato, la lobby Lgbt». Per dimostrare che «l’Italia non è l’anello debole dell’Occidente» ma «una nazione orgogliosa e fedele che si scrolla di dosso lo stereotipo di spaghetti e mandolino, enfatizza l’importanza dell’immagine internazionale piuttosto che occuparsi dell’interesse nazionale». 
Per FdI replicano parlamentari e dirigenti: «Parole che rendono ancora più evidente la distanza di FdI dal putinismo», sostiene Galeazzo Bignami. Di «violento attacco dettato dal Cremlino», parla Andrea Delmastro, che accosta la «grammatica del Cremlino a quella del centrosinistra italiano». Adolfo Urso, presidente del Copasir, sollecita gli avversari politici: «Stupisce che un così duro attacco a Meloni per le sue posizioni europee e atlantiche non inneschi immediata solidarietà». Una richiesta a cui Primo Di Nicola, senatore di Impegno civico, replica: «Solidarietà? Il vero grande problema di Meloni, presunta vittima degli attacchi della Pravda, è la sua alleanza con autocrati alla Orbán o alla polacca, per non parlare dei legami con i post franchisti spagnoli di Vox». 
Con Meloni si schiera Salvini, in nome della sovranità nazionale contro tutte le ingerenze: «Non capisco questi che dall’estero devono decidere quello che devono votare gli italiani. Si facciano gli affari loro».