Corriere della Sera, 20 agosto 2022
San Marino come Dubai?
Il miliardario spagnolo Enrique Bañuelos de Castro il 3 agosto ha costituito a San Marino la società San Marino District. È un seme che, germogliando, potrebbe incidere profondamente sull’economia della piccola repubblica. È il primo tassello di un ampio progetto politico-imprenditoriale, ancora in embrione ma già sposato da una parte del governo, che ha lo scopo di creare sotto il Monte Titano una zona economica (e fiscale) speciale. Residenze e hotel di lusso, cliniche – si legge nelle bozze del progetto – imprese in settori avanzati, scuole internazionali, centri wellness, negozi di alta gamma, private bank, ristoranti top, per attrarre «individui, nuclei familiari e imprese ad elevato potenziale». Un paradiso per vip, sportivi e non? Una Montecarlo in mezzo alla Romagna? Una piccola Singapore, Dubai, Hong Kong? Gli italiani, a quanto si apprende, sarebbero esclusi. Una bozza di legge è già pronta. E anche le polemiche non tarderanno. Ma chi è Enrique Bañuelos l’uomo chiave dell’operazione Des, Distretto Economico Speciale?
È un vulcanico uomo d’affari di Valencia dalle grandi fortune e dai grandi rovesci con il fulcro delle sue attività nel real estate. Nel 2006 toccò 7,7 miliardi di patrimonio secondo Forbes per poi perdere 6,4 miliardi in un anno con il crollo del mercato immobiliare spagnolo. A quel punto si è mosso sui mercati internazionali. Negli ultimi mesi ha lavorato con il governo di Capo Verde, la repubblica africana al largo del Senegal, per un progetto immobiliare da 500 milioni, simile a quello di San Marino. Con il Titano, però, non ci sono contratti firmati, solo bozze di lavoro, secondo le quali lo Stato «concede i terreni ed eventuali unità immobiliari agli investitori per la realizzazione delle strutture funzionali» al Distretto Economico Speciale. Sia i residenti fiscali non domiciliati (chi dimora nel Des da minimo 90 a massimo 180 giorni) che le imprese Des godranno di uno speciale regime fiscale.
E ai sammarinesi che cosa viene in tasca? Per esempio le entrate della flat tax per il rilascio delle residenze e delle concessioni (10mila euro annui); introiti indiretti dal gettito fiscale sui redditi dei residenti e delle società Des. Gli investitori, cioè Bañuelos o altri, incasseranno gli affitti delle abitazioni e i soldi dei servizi resi oltre a godere della fiscalità agevolata. Apparentemente un’operazione in cui tutti ci guadagnano.
L’opposizione a San Marino, soprattutto «Libera», una sorta di Pd italiano, chiede un immediato confronto al fine di «evitare rischi per la tenuta del sistema sammarinese a favore di pochi soggetti con rilevanti capacità di spesa». All’interno dello stesso governo c’è chi, in conversazioni private, paventa un pericolo di «svendita di sovranità».
Il segretario (ministro) degli Esteri, Luca Beccari, rintuzza i primi vagiti polemici: «Nessuna Montecarlo – dice – non cambiano le caratteristiche di San Marino. L’idea è creare un ecosistema funzionale all’attrazione di investimenti esteri in settori innovativi e strategici».
Beccari conferma che tutto è ancora da definire e che «il progetto, nasce da una idea di Bañuelos», ma non è ancora stato definito con chi o con quali imprenditori portare avanti il progetto. Probabilmente ci sarà una gara. E la San Marino District dello spagnolo (e della figlia Ruiz Gloria) è già in pole position.