la Repubblica, 20 agosto 2022
Il caldo uccide soprattutto gli anziani soli
La forma sembra quella di un’ondata Covid: una curva che sale da giugno. Da ormai un mese però il coronavirus è in fase di riflusso. Se da inizio estate i decessi giornalieri in Italia non fanno che aumentare, stavolta la causa è un’altra: il caldo. Il Sismg, Sistema di sorveglianza di mortalità giornaliera del ministero della Salute, lo fa capire bene. Ha evidenziato le settimane corrispondenti alle ondate di calore, tra il 13 e il 26 luglio al Nord, tra il 22 giugno e il 5 luglio e ancora tra il 13 luglio e il 2 agosto al Centro-Sud. Lì la mortalità ha un’impennata, specialmente al Nord.
«L’aumento riguarda soprattutto la classe d’età oltre gli 85 anni, la più suscettibile agli effetti del caldo», spiega Francesca de’Donato, del Dipartimento di epidemiologia dell’Asl Roma 1, che lavora ai rapporti Sismg. «È un aspetto tipico delle ondate di calore» aggiunge Marco Morabito, ricercatore dell’Istituto per la bioeconomia del Cnr. «Il loro effetto è immediato: il giorno stesso, al massimo un paio di giorni dopo l’arrivo delle temperature altissime».
«Abbiamo visto moltissimi casi quest’estate» conferma Vito Procacci direttore del Pronto soccorso del Policlinico di Bari. «Soprattutto nei giorni sopra ai 40 gradi, umidi e senza vento. Erano anziani con scompenso cardiovascolare e problemi respiratori». Angelo Vacca dirige la medicina interna, sempre al Policlinico di Bari: «Molti dei nostri ricoveri d’urgenza per caldo – il 30% dei posti del reparto, attualmente – riguardano persone sopra ai 70 anni, con insufficienza renale acuta causata da disidratazione. Gli anziani hanno pelle sottile, simile a carta velina, perché il grasso sotto la cute si assottiglia. È facile per loro perdere liquidi con la traspirazione. Con poca acqua il volume di sangue si riduce e la circolazione nei reni diventa insufficiente». I segni che qualcosa non va sono «mal di testa, rallentamento del cuore, pressione bassa che può causare svenimenti, cadute e rischio di fratture» prosegue Vacca. D’estate, aggiunge Procacci, «aumentano le infezioni, ad esempio alle vie urinarie. Può sembrare un problema banale, ma se trascurato può trasformarsi in sepsi, che negli anziani ha mortalità alta».
Il Sismg per l’ultimo bollettino ha considerato i dati di 21 città (12 milioni di abitanti). La media delle vittime in questo periodo di norma è 200-250.
A luglio la mortalità ha cominciato a salire, staccandosi dalla curva che indica i valori attesi del periodo.
I decessi nei giorni più caldi sono stati quasi 350. «I dati includono anche i decessi per Covid» spiega de’Donato. «Ma durante le due ondate di calore a fine giugno-inizio luglio e nella seconda metà del mese abbiamo registrato un 30% in più di decessi rispetto ai valori attesi».
La parola “caldo” difficilmente compare in una scheda di decesso. «Solo nel caso di un colpo di calore la temperatura è considerata causa diretta di morte» spiega Morabito. Per questo l’afa è soprannominata “il killer silenzioso”. «Ma le temperature eccessive, soprattutto se durature come quest’anno, tendono ad aggravare disturbi cardiovascolari, ma anche problemi di tiroide, obesità, diabete, asma». La paura oggi è di eguagliare l’ondata nera del2003, con 20 mila morti da caldo stimati dall’Istat (70 mila in tutta Europa). È da allora che l’aria condizionata ha iniziato a entrare in molte case europee: oggi la loro presenza è al 10% in Europa e al 48,8% in Italia (negli Usa è al 90%).
Il Cnr ha calcolato che luglio 2022 è stato il secondo più caldo dall’inizio delle misurazioni, nel 1800, con 2,26 gradi in più rispetto alla media. Ma se si considera la media delle massime, il 2022 batte ogni record, con 2,62 gradi in più.
«Il Covid ha debilitato i nostri anziani e ci ha spinto a sottovalutare gli altri rischi per la salute, fra cui il caldo» spiega dal Policlinico Umberto I di Roma Evaristo Ettorre, primario di geriatria. «Il 30-40% dei nostri ricoveri in questo periodo riguarda persone avanti con l’età con scompensi cardiocircolatori o metabolici dovuti a caldo e disidratazione». Il paradosso del caldo è che difendersi è facile come bere un bicchier d’acqua. «La reidratazione, anche per endovena è sempre una delle prime misure, in ospedale. Ma spesso siamo di fronte a persone con diverse malattie, a un equilibrio instabile che non sempre può essere recuperato.
E d’estate la rete di protezione di famiglia o volontariato si assottiglia». Povertà e solitudine sono infatti fra le cause delle morti per caldo. Se una casa su due ha il condizionatore, «la percentuale è più alta fra le persone sotto ai 64 anni» spiega Enrica De Cian, economista dell’università di Venezia. «Il 60% delle case benestanti ha un apparecchio, ma solo il 20% di quelle povere ce l’ha. L’aria condizionata fa aumentare la bolletta anche del 40%». Il problema del caldo insomma è anche sociale. «Quest’anno sono andato nei centri anziani a tenere dei corsi, con un progetto organizzato da Comune di Bari e Ordine dei medici» racconta Procacci. «A volte in ospedale teniamo persone che potrebbero essere dimesse, ma che sarebbe rischiosorimandare a casa da sole».