la Repubblica, 20 agosto 2022
A queste elezioni niente magistrati candidati
E alla fine ne restò solo uno. Un solo magistrato, potenzialmente ancora attivo, candidato alle politiche. E si tratta di un caso assai particolare visto che il renzianissimo Cosimo Maria Ferri, che correrà capolista in Liguria, ma anche nel maggioritario a Massa Carrara e Viareggio, non veste la toga dal 2013, quando diventò sottosegretario alla Giustizia. Ma tant’è. Se non fosse per via della legge Cartabia sul Csm, sul punto fotocopia della Bonafede, Ferri potrebbe rimettersi a fare il giudice. Ma quella legge ha estinto la razza dei magistrati in servizio che si candidano.
«Mai più casi Maresca» disse l’8 dicembre Cartabia parlando alla festa di Atreju. Detto fatto. Perché le toghe che correranno saranno solo quelle già in pensione, Federico Cafiero De Raho e Roberto Scarpinato con il M5S, Carlo Nordio con FdI, Simonetta Matone con la Lega. Mentre al Csm non è giunta neppure una richiesta di magistrati “attivi”. Il vice presidente del Csm David Ermini aveva convocato un plenum ad hoc per la “messa fuori ruolo”. Ma ha dovuto dire ai colleghi che “non sono arrivate richieste di aspettativa per mandato elettorale”. Ermini ha lasciato la porta ancora aperta “qualora arrivassero domande nelle prossime ore”. Ferri non aveva bisogno di chiedere nulla, perché la sua aspettativa vale fino al 13 ottobre, quando si riuniranno le nuove Camere.
Ma l’eventualità è del tutto ipotetica. Perché in realtà la razza dei “magistrati in politica” è stata estinta da una duplice pressione. La prima è tecnica: la legge Cartabia-Bonafede vieta per sempre il ritorno “attivo” in magistratura una volta che l’incarico è terminato. E anche chi corre,ma non viene eletto, deve restare in freezer per tre anni. La seconda pressione è tutta politica: si è dissolto il mito del magistrato che appende temporaneamente al chiodo la toga per tuffarsi nella politica. Tant’è che vanno bene i magistrati in pensione.
Nel 2008 i giudici in Parlamento erano diciotto. Nel 2013 si ridussero a nove. Nel 2018 ne sopravvissero due. Ferri adesso rilancia. Giusi Bartolozzi, ex Forza Italia poi nel Misto, rinuncia. Il Pd, che in Europa conta su Franco Roberti, non candida Piero Grasso. E si spegne la suggestione che aveva fatto proprio del Pd il partito delle toghe. Da Giuseppe Ayala a Gerardo D’Ambrosio, a Gianrico Carofiglio, ad Anna Finocchiaro, ad Elvio Fassone, ad Alberto Maritati, a Felice Casson e Donatella Ferranti. Ma quelle erano tutt’altre altre stagioni.