Il Messaggero, 18 agosto 2022
Biografia di Aleksandra Fëdorovna Romanova
È il pomeriggio del 16 luglio 1918. Jakov Jurovskij, un bolscevico divenuto comandante di Casa Ipat’ev - la residenza di Ekaterinburg dove l’ex Zar Nicola II, i familiari e i servitori sono detenuti - riunisce i militari e comunica che nella notte «l’intera famiglia verrà fucilata». Sono le prime ore del giorno dopo quando Nicola II, la moglie Aleksandra Fëdorovna, le figlie Olga, Tatiana, Maria e Anastasia, il figlio Aleksej (Alessio) e i servitori vengono condotti in cantina per essere uccisi.
LA LEGGENDA
Come la madre, le granduchesse portano cuciti nei corpetti dei gioielli, che hanno cercato di nascondere. Secondo alcuni resoconti, essi avrebbero fatto da giubbotto antiproiettile alle ragazze, che non sono morte subito. Nasce quindi la leggenda secondo cui la diciassettenne Anastasia si è salvata. Apparirà una falsa granduchessa (o più d’una); verrà girato un film con Ingrid Bergman, che vincerà l’Oscar; sarà realizzato un cartone animato. Ma Anastasia muore con gli altri Romanov. Aleksandra è stata uccisa con un colpo in faccia. I corpi vengono buttati nel pozzo di una miniera, quindi ripresi, sfigurati e sepolti non lontano. Si chiude così, nel modo più tragico, la loro storia. Una storia intrecciata con le vicende della Russia rivoluzionaria, nonché delle dinastie europee.
IL CASATO
La futura zarina è nipote per parte di madre della regina Vittoria. Nasce a Darmstadt (in Germania) il 6 giugno 1872 come Alix Viktoria von Hessen und Rheineland, Alice Vittoria d’Assia e Renania. Detta Sunny per il carattere solare, perde la madre Alice nel 1878. La sua scomparsa fa sì che la bambina passi molto tempo in Inghilterra dalla nonna, insieme ai fratelli e ai cuginetti. Dopo qualche tempo, muore il padre Luigi.
Nonostante la contrarietà della regina Vittoria, dello Zar Alessandro III e della società russa (fortemente anti-tedesca), Alix accetta la proposta dello zarevic Nicola, con cui si fidanza nell’aprile 1894. Il primo novembre muore Alessandro III e Nicola diventa Zar di tutte le Russie. Il 26 del mese sposa Alix, diventata Aleksandra Fëdorovna con la conversione dal luteranesimo alla religione ortodossa. Il 14 maggio 1896 viene celebrata l’incoronazione al Cremlino - lo Zar regala alla moglie l’Uovo dell’Incoronazione di Fabergé - ma le feste vengono rattristate da una tragedia. Nel caos, migliaia di persone vengono calpestate. Stranamente, era capitata la stessa cosa in Francia alle nozze di Maria Antonietta con il delfino Luigi Augusto, futuro Luigi XVI.
I SUDDITI
Al contrario di Maria Antonietta (almeno nella prima fase), però, la zarina non sa rendersi gradita ai sudditi. Timida, passa per fredda; insicura, si mostra molto imperativa. Non capisce l’animo russo, giudica la corte troppo dissoluta e detesta l’etichetta, per cui si isola. Il rapporto con il marito e i figli invece è stretto. Nel 1895 nasce Olga, nel ’97 Tatiana, nel ’99 Maria e nel 1901 Anastasia. Nel 1904 arriva l’erede Alessio, malato di emofilia. È stata la bisnonna Vittoria a trasmetterla alla figlia e alla nipote, portatrici sane. Questo dramma induce la zarina a mettersi nelle mani di un santone inquietante, dissoluto, assetato di potere di nome Grigorij Rasputin. Un nome che si tingerà della più sinistra nomea. Benché odiato da tutti, ha la fiducia di Aleksandra, soprattutto dopo alcune misteriose guarigioni del bambino.
Nel frattempo la situazione della Russia è terribile, in particolare per le classi povere. Il paese non è industrializzato, anzi per certi aspetti è arretratissimo, manca una borghesia. Esistono ancora i servi della gleba, nonostante l’abolizione del 1861, mentre i nobili e proprietari terrieri hanno un potere e una ricchezza inauditi. Ma lo Zar e la moglie non vogliono capire: lei è convinta dell’origine divina dei re; lui è un autocrate e non si decide a fare vere riforme. L’inizio della Prima Guerra Mondiale, nel 1915, vede la Russia schierarsi contro l’impero tedesco. Nicola II va al fronte e nomina reggente Aleksandra, che non è in grado di adempire al compito e sbaglia, seguendo i consigli di Rasputin, infine assassinato nel 1916. La guerra va male, la situazione economica e sociale è pessima.
LE SOMMOSSE
All’inizio del 1917 ci sono sommosse represse nel sangue: scoppia la Rivoluzione di febbraio, cui seguirà quella di ottobre. La Duma, il Parlamento sciolto dallo Zar, instaura un governo provvisorio, mentre i lavoratori formano il Soviet di Pietrogrado. Nicola II abdica e viene arrestato con la famiglia. La Russia esce dalla guerra. Giorgio V d’Inghilterra, cugino dei Romanov, rifiuta di accoglierli in Inghilterra. I prigionieri vengono chiusi a Carskoe Selo, poi a Tobol’sk in Siberia, quindi a Ekaterinburg. Lì si consuma l’ultimo, sanguinoso atto, ordinato pare (ne parla Trotskij) da Lenin. Mentre i corpi di Aleksandra e di alcuni familiari verranno definitivamente trovati e riconosciuti nel 1991, quelli di Anastasia (o forse Maria) e Alessio riappariranno nel 2008. Oggi sono tutti sepolti nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo a San Pietroburgo. Nel 2000, la zarina e la sua famiglia vengono canonizzati dalla Chiesa ortodossa.